Verso il Btp Italia: ecco cosa aspettarsi dalla nuova emissione del Mef. E quali sono le alternative
Verso il Btp Italia: ecco cosa aspettarsi dalla nuova emissione del Mef. E quali sono le alternative
Torna il bond indicizzato all’inflazione tricolore. Che con gli attuali prezzi al consumo renderà verosimilmente più di un titolo a tasso fisso di pari durata. E se il carovita cresce...

di di Marco Capponi 25/04/2025 20:00

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Spread
111,65 17.29.59

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Che il ministero dell’Economia avesse in cantiere un ritorno ai vecchi amori era un’indiscrezione che circolava da tempo, e quindi l’annuncio di un nuovo Btp Italia, la ventesima edizione a più di due anni di distanza da quella precedente, è stato accolto come una scelta logica. Probabilmente la migliore nella fase di mercato attuale.

Curioso - ma con ogni probabilità calcolato - che il collocamento del nuovo strumento indicizzato all’inflazione italiana, in programma dal 27 al 30 maggio (con l’ultimo giorno riservato agli investitori istituzionali), si tenga poche ore dopo la scadenza del Btp Italia emesso nel maggio 2020, in piena emergenza Covid. All’epoca il titolo raccolse intorno alla bandiera (e portò nelle casse del Tesoro) ben 22,3 miliardi di euro: record tuttora imbattuto per un’emissione speciale di titoli di Stato.

Tempismo non casuale

Il Mef sarà quindi chiamato a rimborsare una somma rilevante e una nuova, immediata emissione appare una mossa logica in ottica di sostituzione del debito pubblico. Tanto più che, dopo la promozione del rating sovrano da parte di S&P e la contestuale discesa dello spread fin sotto quota 110, oggi il debito pubblico italiano è tornato a essere molto ambito dagli investitori.

A fronte di un emittente solido che sembra fare bene i compiti a casa, i rendimenti dei Btp restano più attraenti rispetto a quelli di molti altri Paesi europei. Un’opzione ideale per chi cerca riparo dall’instabilità dei mercati azionari, scossi dal ritorno delle politiche protezionistiche a stelle e strisce.

Per chi gioca in difesa

Da inizio anno, spiegano gli analisti di Unicredit, «i Btp hanno sovraperformato gli altri titoli di Stato dell’area euro, soprattutto sulle scadenze brevi». Nella fascia tre-cinque anni, soprattutto, i titoli di Stato italiani hanno un rendimento da gennaio del 2%, contro l’1,6% degli indici dell’Eurozona. E anche il carry, ossia il rendimento per chi detiene il titolo senza venderlo, «ha offerto un vantaggio tangibile in un contesto di miglioramento delle prospettive sul Paese».

In un simile scenario, eventuali pressioni sui Treasury americani dovrebbero avere un impatto limitato. Anzi: «Se l’aumento dei rendimenti statunitensi è causato da deflussi di capitali dagli asset Usa ciò dovrebbe generare flussi in entrata verso l’area euro, a vantaggio finale dei titoli di Stato europei», proseguono gli esperti di Piazza Gae Aulenti.

Perché un Btp Italia

La prossima settimana il Tesoro metterà all’asta tra 8 e 9,5 miliardi di euro in titoli di Stato. A quel punto, le emissioni a lungo termine del 2025 avranno già superato 130 miliardi, circa il 40% del target annuale. Gli analisti di Unicredit si aspettano inoltre che «le emissioni legate alla spesa per la difesa saranno molto limitate quest’anno».

In questo contesto torna il Btp indicizzato all’inflazione italiana Foi, al netto dei tabacchi. Un indice che oggi viaggia intorno all’1,68%, inferiore al 2% circa dell’inflazione Ue. La scommessa proposta agli investitori retail (e agli istituzionali) è sulla dinamica futura dei prezzi al consumo e su quanto potranno pesare (o meno) le politiche sui dazi di Trump sul carovita futuro. La Banca d’Italia, per ora, prevede un’inflazione a 1,5% nel 2025-2026 e a 2% nel 2027.

Cosa aspettarsi

I tassi minimi ufficiali saranno annunciati il 26 maggio. Un mese in cui nel nuovo scenario internazionale può succedere tutto e il contrario di tutto. Probabilmente la scelta di una scadenza a sette anni, finora inedita per un Btp Italia (erano stati invece sperimentati gli otto anni), è funzionale a offrire una cedola base più interessante.

A oggi un Btp a tasso fisso di pari durata rende circa il 3%, dopo aver toccato a marzo anche il 3,5%. Il Tesoro potrebbe voler offrire qualcosa in più, tenendo conto dell’inflazione attuale. Per confronto, i tassi cedolari definitivi degli ultimi Btp Italia (tra 2022 e 2023, in piena fase di galoppata del carovita) si sono mossi tra 1,6% e 2%.

Va ricordato anche che sul rendimento finale inciderà il premio fedeltà dell’1% complessivo (0,14% annuo), destinato a chi acquista il titolo in emissione e lo mantiene fino a scadenza.

Cosa c’è sul secondario

A parte il titolo in scadenza il mese prossimo, sono attualmente in circolazione altri cinque Btp Italia. I loro rendimenti effettivi lordi, calcolati da Skipper Informatica e proposti nelle tabelle in basso, trattano con uno spread positivo (quindi un extra-rendimento) sulla curva dei Btp di pari durata tra 56 e 88 punti base.

Come sempre con obbligazioni di questo tipo, tutto dipende dall’inflazione futura. Skipper ha simulato diversi scenari, da inflazione zero a fiammate fino al 10%. Va considerato però che in presenza di forte inflazione è verosimile un rialzo dei prezzi dei titoli, con impatto sui rendimenti.

L’alternativa Btpi

In alternativa, l’investitore può guardare ai titoli indicizzati all’inflazione europea, attualmente più alta di quella italiana. Nella tabella Skipper ha incluso 12 emissioni disponibili sul secondario, tra cui una in scadenza nel 2032, come il Btp Italia in arrivo. Questo bond, che prezza vicino alla pari, offre un rendimento lordo del 3,49%, con un extra-rendimento di 33 punti base rispetto a un tasso fisso equivalente. (riproduzione riservata)