Utility in crisi? Le cause e quattro azioni di qualità su cui puntare
Utility in crisi? Le cause e quattro azioni di qualità su cui puntare
Per molto tempo trascurate, le utility europee potrebbero tornare ad avere un loro momento di gloria, secondo Alphavalue. Ecco chi ha la competenza operativa e la diversificazione geografica per navigare in acque agitate

di Francesca Gerosa 10/02/2025 15:12

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Dall'inizio dell'anno nessuno vuole farsi vedere a braccetto di una utility, con il settore attualmente contrassegnato da una luce rossa. Il sentiment sul comparto è stato altalenante (si veda il grafico), ma il punto chiave è che è rimasto indietro da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca.

Il neo presidente ha bloccato gli investimenti per lo sviluppo di fonti rinnovabili, puntando al fossile e agevolando la produzione di gas e petrolio per ridurre i costi dell’energia in un momento in cui il fabbisogno energetico del Paese è in crescita, anche a causa dell’aumento dei data center per l’intelligenza artificiale.

Ora, con lo spettacolo dei dazi del presidente Usa ormai in pieno svolgimento, le noiose utility europee potrebbero tornare ad avere un loro momento di gloria, secondo gli analisti di Alphavalue. Senza contare che le manovre di Trump saranno probabilmente accompagnate da ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Bce, il che è sempre una buona notizia per un settore strutturalmente indebitato con un rapporto debito netto/ebitda stimato per il 2025 a 3,6 volte.


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Energia verde: da sogno a dura realtà

Le utility europee sono cadute in disgrazia in parte perché le loro ambizioni di energia verde sono passate da una visione ispiratrice a una realtà dolorosa. I rendimenti strutturalmente bassi sul capitale investito implicano un'elevata leva finanziaria, rendendo il settore particolarmente sensibile sia ai tassi di interesse sia agli incentivi fiscali. I problemi di esecuzione abbondano e il quadro peggiora. «L'energia eolica offshore non è una scienza, ma richiede esperienza e, al momento, la curva di apprendimento è ripida. I ritardi sono ovunque: le turbine non funzionano come previsto, le navi specializzate per l'installazione scarseggiano e i componenti critici come i trasformatori Hvdc sono difficili da reperire», osservano gli analisti di Alphavalue.

«L'intera catena di valore, dalle pale in fibra di carbonio ai cavi Dc ad alta capacità, opera ai limiti della tecnologia. Tutto ciò garantisce battute d'arresto, senza contare il rischio sempre presente di ingerenze politiche. Il sentiment degli investitori rimane cupo, con i governi che stringono i cordoni della borsa per una causa green che non vende più come un tempo», aggiungono.

Un panorama caotico dei prezzi

Così i giorni dei prezzi prevedibili dell'energia pre-Covid sono ormai un lontano ricordo. La domanda e i prezzi si comportano in modo erratico. La gerarchia tradizionale del mercato è in subbuglio, la frammentazione della rete incombe dove, invece, dovrebbe prosperare l’interconnettività. La domanda di elettricità guidata dall’AI sta inoltre trasformando i piani di investimenti di lungo periodo in improvvisazioni a breve termine.

La volatilità dei prezzi dell'energia è la nuova normalità, alimentata da una combinazione di produzione dipendente dal meteo, oscillazioni dei prezzi del gas e del gas naturale liquefatto. «Da un lato, l’energia solare è gratuita e il costo del capitale per sfruttarla si sta rapidamente avvicinando allo zero, spingendo i prezzi per MWh sempre più in basso. Dall’altro, invece, la domanda di energia richiede energia nucleare – con un costo a livello di capitale esorbitante di 20-40 miliardi di dollari per appena 1,5 GW di capacità. Il nucleare su larga scala (Edf, China General Nuclear Power Group,) potrebbe alla fine lasciare spazio ai piccoli reattori modulari, ma anche questi sono tecnologie di frontiera – il che significa più sofferenza prima di vedere i benefici», spiegano gi analisti di Alphavalue.


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Un paniere di utilities di qualità

Se non fosse per il calo dei tassi d'interesse, la dinamica del settore sarebbe estremamente complessa. Nonostante queste sfide, le grandi utility europee non si stanno arrendendo. Una combinazione di competenza operativa e diversificazione geografica le aiuta a navigare queste turbolenze. «Enel, Iberdrola ed Edp stanno dimostrando la loro resilienza, mentre la forte esposizione di Rwe alla Germania la rende meno interessante», suggeriscono gli esperti di AlphaValue. «Engie, d'altra parte, punta sulla sua expertise nel trading, mentre i player più piccoli spesso sono vincolati dalle condizioni del mercato locale, il che ne limita la flessibilità».

Raggruppare Engie, Enel, Edp e Iberdrola in un «paniere di utility di qualità» mostra che questi nomi sono tutt’altro che in ritardo rispetto all’indice generale. Il messaggio è semplice: l’Europa sa il fatto suo quando si tratta di utility, concludono gli analisti di AlphaValue, «ma gli investitori farebbero meglio a puntare sui player globali». (riproduzione riservata)