Il fondatore di Lululemon Chip Wilson ha avviato una proxy fight contro l’attuale consiglio di amministrazione del gruppo, nel tentativo di rinnovare la governance prima della nomina del nuovo amministratore delegato. Secondo fonti a conoscenza del dossier, Wilson ha indicato tre candidati per entrare nel board: Marc Maurer, ex co-ceo di On Running; Laura Gentile, ex chief marketing officer di Espn; ed Eric Hirshberg, ex ceo di Activision.
Forte di una partecipazione pari a circa il 9% del capitale, che lo rende secondo azionista dopo Vanguard, il fondatore ritiene che l’attuale consiglio abbia perso la capacità di guidare il brand in modo credibile. Alla base della contestazione ci sarebbero la stagnazione delle vendite negli Usa e la perdita di quel «cool factor» che il marchio sta pagando in borsa, con un crollo del titolo del 45% dall’inizio dell’anno. Wilson, tuttavia, non punta a rientrare personalmente nel consiglio, una scelta che potrebbe sorprendere alla luce delle recenti critiche pubbliche rivolte all’azienda da lui fondata.
Sebbene gli investitori attivisti facciano spesso leva su ex dirigenti per imprimere un cambio di rotta alle società bersaglio, è raro che sia lo stesso fondatore a ricorrere a una strategia ostile come una battaglia per il controllo del consiglio.
Lululemon sta attraversando una crisi di identità: il titolo in borsa ha perso circa il 45% dall’inizio dell’anno, in netta controtendenza rispetto al rialzo del mercato nel suo complesso. All’inizio del mese la società aveva annunciato che l’attuale ceo Calvin McDonald avrebbe lasciato l’incarico a gennaio.
La pressione su McDonald era cresciuta da tempo, anche da parte di Wilson, che aveva accusato pubblicamente il management di aver soffocato l’innovazione e di aver fatto «perdere smalto» al marchio. Negli Usa le vendite hanno rallentato nell’ultimo periodo e nuovi concorrenti come Alo Yoga e Vuori stanno erodendo quote di mercato.
Il Wall Street Journal aveva già riportato che Wilson si era affidato a consulenti finanziari e stava valutando una proxy battle in attesa della chiusura della finestra per la presentazione delle candidature al board, prevista per fine mese.
Maurer, che ha lasciato il ruolo di co-ceo di On Running a fine giugno, ha contribuito alla costruzione di uno dei marchi di sportswear in più rapida crescita nel mercato Usa. Gentile, dal canto suo, è la fondatrice di Espnw, il brand di Espn dedicato al pubblico femminile. Hirshberg, invece, ha guidato alcune delle principali franchise di Activision, tra cui Call of Duty, il segmento più rilevante del gruppo Activision Blizzard.
Wilson non è l’unico a spingere per un cambiamento. Il fondo attivista Elliott Investment Management ha costruito una partecipazione in Lululemon superiore a un miliardo di dollari e sostiene la candidatura di Jane Nielsen, ex dirigente di Ralph Lauren, come prossima ceo, secondo quanto riportato dal Journal la scorsa settimana.
Secondo le fonti, Wilson avrebbe già parlato con Nielsen. Pur riconoscendo l’urgenza di nominare un nuovo amministratore delegato, il fondatore ritiene che gli azionisti non si fiderebbero di un ceo scelto dall’attuale consiglio, motivo per cui punta prima a modificarne la composizione.
Wilson ebbe l’idea di fondare Lululemon a Vancouver, in Canada, alla fine degli anni Novanta, dopo aver frequentato una lezione di yoga. I leggings tecnici da 100 dollari divennero rapidamente un prodotto di culto, indossato dalle clienti non solo in palestra ma anche nella vita quotidiana.
Nel 2005 Wilson lasciò il ruolo di ceo dopo aver ceduto il 48% della società al fondo di private equity Advent International. Lululemon debuttò in borsa nel 2007 con una valutazione superiore a 1,2 miliardi di dollari. Advent ha successivamente dismesso la propria partecipazione, pur mantenendo un posto nel consiglio.
Wilson restò presidente e ricoprì altri incarichi negli anni successivi. Alcune dichiarazioni controverse sulla qualità dei prodotti, rilasciate in un’intervista televisiva nel 2013, lo portarono a scusarsi e a lasciare la presidenza nello stesso anno.
Nel 2015 uscì definitivamente dal board, spiegando in seguito di non sentirsi più libero di esprimere dissenso nei confronti del management. Da allora, quattro amministratori delegati si sono succeduti alla guida di Lululemon. Al momento della sua uscita, il gruppo contava quasi 300 negozi nel mondo.
L’esperienza di Wilson nella costruzione di marchi lo ha portato ad altre operazioni nel retail. Nel 2019 ha fatto parte del consorzio che ha acquisito Amer Sports, proprietaria di brand come Salomon e Arc’teryx. La società è sbarcata in borsa lo scorso anno e il titolo registra un rialzo di oltre il 35% nel 2025, con una capitalizzazione superiore ai 21 miliardi di dollari.(riproduzione riservata)