La strategia di m&a di Unicredit è in salita. Se in Italia il ceo Andrea Orcel è al bivio tra una proroga con rilancio e un ritiro temporaneo dell’offerta su Banco Bpm, anche la strada verso l’acquisizione di Commerzbank resta impervia. A ostacolarla è il cancelliere tedesco Friedrich Merz che, nel corso della tradizionale conferenza stampa estiva, ha espresso un giudizio severo sia sul metodo che sul merito dell’operazione.
«Ho due motivi di forte perplessità: anzitutto, si tratta chiaramente di un’acquisizione ostile, rivolta sia a Commerzbank sia alla Repubblica Federale. Inoltre, la fusione creerebbe un istituto che, per struttura di bilancio, potrebbe rappresentare un rischio sistemico per i mercati. Finché questi nodi non saranno sciolti, la mia posizione resterà invariata», ha dichiarato il cancellerie della Cdu.
La presa di posizione di Merz si inserisce in un contesto già teso. Dopo le forti opposizioni espresse da sindacati, board e gran parte della classe politica tedesca, arriva un nuovo stop all’operazione da parte del governo. Questo, nonostante Unicredit detenga ormai circa il 20% del capitale di Commerzbank tra azioni ordinarie e strumenti convertibili.
Alla domanda su cosa potrebbe fare Orcel per cambiare la prospettiva dell’esecutivo tedesco, Merz ha risposto in maniera allusiva ma inequivocabile: «Gli ho fatto conoscere la mia posizione personalmente, e anche tramite altri interlocutori – dai vertici di Commerzbank ai rappresentanti sindacali, fino al ministro delle Finanze». Ha poi aggiunto: «La conversione dei derivati in azioni, peraltro, è avvenuta senza alcun accordo né con la banca né con il governo. Questo comportamento ostile non è né condiviso né sostenuto da Berlino».
Anche la situazione in Italia non è semplice. Mercoledì 23 terminerà il periodo di adesione dell’ops, avendo Unicredit sfruttato tutti i 40 giorni di borsa aperta previsti dalla normativa e, in aggiunta, una sospensiva di 30 giorni. A fronte dei dubbi avanzati dalla Consob sarebbero due le alternative sul tavolo di Orcel: una proroga di qualche settimana a fronte di un rilancio cash o un ritiro dell’offerta che verrebbe poi ripresentata a nuove condizioni a settembre, una volta chiarito il quadro con l’Europa.
Secondo quanto risulta a Milanofinanza.it, per il pomeriggio di venerdì 18 nell’agenda dei consiglieri era prevista un’informativa del ceo sulle opzioni al vaglio, anche se da Piazza Gae Aulenti non arrivano conferme. (riproduzione riservata)