La Germania continua ad alzare muri alla scalata italiana di Unicredit su Commerzbank. All’indomani della salita della banca guidata da Andrea Orcel al 20% di Commerz convertendo una parte dei derivati, una portavoce del ministero delle Finanze tedesco ha spiegato che «la posizione del governo non cambia»: Berlino «respinge il metodo non concordato e non amichevole di Unicredit». Parole che ribadiscono la posizione della Cancelleria Merz espressa a inizio mese tramite lettera al banchiere italiano e che non cambia l’approccio dell’establishment politico alle avances di Unicredit.
Fin da subito, e cioè da settembre 2024 quando Piazza Gae Aulenti aveva costruito un iniziale 9,5% (metà diretto tramite partecipazione al collocamento accelerato da parte di Berlino e metà tramite il rastrellamento di azioni sul mercato) in Commerzbank (a cui era stata affiancata poi una posizione in derivati fino a oltre il 28%), il precedente esecutivo Scholz aveva criticato il blitz di Unicredit.
Anche per il clima elettorale che dal secondo semestre dello scorso anno ha condizionato il dibattito politico in Germania, le mosse della seconda banca italiana sono state mal viste da tutti i partiti tedeschi che hanno appoggiato il rigetto di tutta la prima linea di Commerzbank e le strategie difensive della ceo Bettina Orlopp. La scorsa settimana il primo ministro Friedrich Merz ha ribadito il suo no alla scalata, sottolineando la volontà di avere una «Commerbank forte e indipendente», e di considerare quello di UniCredit come un approccio «non coordinato, ostile e inaccettabile».
«Il governo tedesco supporta la strategia di indipendenza di Commerzbank e lo ha chiarito anche a Unicredit. Lo Stato non cederà la sua partecipazione», hanno ribadito ancora oggi dal ministero delle Finanze di Berlino. Salvata durante la grande crisi del 2008-2009, la banca di Francoforte vede ancora lo Stato a circa il 12% del capitale (dal 16,5% di inizio settembre). In borsa i titoli delle due banche coinvolte hanno reagito positivamente alla nuova mossa diUnicredit. Nel primo pomeriggio il gruppo di Orcel guadagna oltre il 4% a 60,8 euro, mentre l’istituto tedesco viaggia sopra la parità a 30 euro.
Anche sul fronte del risiko bancario italiano, per Orcel non va meglio. «Aspettiamo…sono cose che non so e di cui non posso parlare», ha glissato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, interpellato sul golden power esercitato dal governo italiano sull’ops di Unicredit su Banco Bpm. La domanda a margine dell’evento Nexi sul supporto per le donazioni digitali al terzo settore è stata posta in vista della sentenza del Tar del Lazio, attesa entro il 16 luglio, sul ricorso di Unicredit contro il golden power. Previsto per oggi, il pronunciamento invece dovrebbe arrivare entro domani mattina, giovedì 10 luglio.
Intanto da Bruxelles è arrivata una precisazione sulla lettera, anticipata da Bloomberg, con cui la DgComp avrebbe manifestato le sue perplessità sulle prescrizioni imposte dall’esecutivo italiano ad Andrea Orcel. La portavoce della Commissione europea per i Servizi finanziari, Lea Zuber, nel briefing quotidiano con la stampa, ha dichiarato che sul golden power relativo all’acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit «non è stata presa alcuna decisione. Non abbiamo nemmeno concluso alcuna valutazione preliminare e non è stata inviata alcuna lettera. A fine maggio abbiamo inviato un paio di domande all'Italia. Abbiamo ricevuto la risposta e stiamo esaminando la questione», ha concluso. Una missiva di Bruxelles sul tema però è attesa a Roma. (riproduzione riservata)