Unicredit-Banco Bpm, le fondazioni in campo per Orcel. Il presidente di Cariverona Giordano: sul golden power è tempo di dialogare
Unicredit-Banco Bpm, le fondazioni in campo per Orcel. Il presidente di Cariverona Giordano: sul golden power è tempo di dialogare
Il numero uno dell’ente scaligero, storico socio di Unicredit, propone un tavolo con il governo sull’ops per Banco Bpm. Sulla sospensiva il Tar respinge il ricorso di Piazza Meda. Ma il ceo Giuseppe Castagna ribatte: per noi il contesto non cambia

di di Andrea Deugeni e Luca Gualtieri 12/06/2025 21:20

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Le fondazioni auspicano il dialogo tra il governo e Unicredit sulla partita Banco Bpm. Questo è il messaggio lanciato giovedì 12 dal presidente di Fondazione Cariverona, Bruno Giordano, a margine del XXVI Congresso annuale Acri che si è tenuto a Gorizia. L’ente scaligero è non solo uno storico azionista della banca con l'1,09% ma anche uno sponsor della prima ora dell’amministratore delegato Andrea Orcel.

Le parole di Giordano (Cariverona)

«Credo che per tutti gli attori sia tempo di sedersi attorno a un tavolo, di dialogare e di capire la strada migliore da percorrere tutti assieme», ha dichiarato Giordano, facendo riferimento alle tensioni tra l’esecutivo e la banca sulle prescrizioni golden power. E ancora: «Mi sembra che si stiano alzando sempre più dei muri e invece ci sarebbe bisogno di sederci tutti intorno a un tavolo, parlo in generale, e pensare alla strada migliore da percorrere tutti insieme».


Giordano esclude però che la partita possa essere gestita direttamente dai soci della banca nel ruolo di pontieri: «Penso che siano tutte persone in grado di gestire da sole queste questioni complicate; da situazioni come queste non può mai nascere niente di positivo e quindi mi auguro che arrivino a un punto di incontro e a una situazione di dialogo».

Le fondazioni, anche come investitori istituzionali di sistema, possono però facilitare il dialogo fra esecutivo e la banca. L’altra grande fondazione azionista di Unicredit è la torinese Crt con l’1,9%. In ogni caso il numero uno di Cariverona non è allarmato dall’ipotesi di un flop della campagna di m&a della conferitaria: «Non penso che succeda niente di grave ad Unicredit perchè Orcel lo aveva messo in conto».

Il nodo del golden power

Nel dpcm pubblicato subito prima di Pasqua Palazzo Chigi ha posto condizioni stringenti all’ops per Piazza Meda e sinora i tentativi di mediazione hanno sortito scarsi risultati. Orcel però intende sfruttare i timidi segnali di apertura arrivati alla fine di maggio e soprattutto la sospensione dell’offerta decisa dalla Consob. Una sospensione che ieri è stata confermata dal Tar del Lazio. Il tribunale ha infatti respinto la richiesta di Banco Bpm di revocare lo stop dell’ops, sposando implicitamente la linea di Unicredit e Consob.

Secondo l’authority che vigila sulla borsa le prescrizioni del golden power rappresentano «fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire a un fondato giudizio sull'offerta». Giudizio però non condiviso dal Banco per il quale l'eventualità che il decreto golden power potesse contenere delle prescrizioni era contemplata dall'offerente sin dall'annuncio dell'offerta.

Le reazioni alla sentenza del Tar

Nonostante il verdetto del Tar giovedì 12 il vertice di Piazza Meda ha peraltro confermato tutte le sue perplessità sull’offerta: «Prendiamo atto della decisione del Tar, anche se per noi non cambia il contesto. Siamo ormai abituati da 7 mesi a non avere chiarezza sui tempi e sulle reali intenzioni dell’offerente su questa operazione», hanno commentato il presidente Massimo Tononi e il ceo Giuseppe Castagna.

«È innegabile che si tratta di un’ops che ha una durata straordinaria (circa 8 mesi), contro una media delle ultime operazioni di 5 mesi. Inoltre, a causa della passivity rule, limita significativamente la nostra necessaria flessibilità strategica in un momento decisivo per il riassetto del settore del credito», spiegano Tononi e Castagna.La decisione del Tar dà ora a Unicredit più tempo per ridiscutere le condizioni del dpcm.

La partita resta in bilico

Difficile però fare previsioni sull'esito dei colloqui. La linea di via XX Settembre sinora è stata molto netta: «C'è un golden power che prevede una procedura di monitoraggio, che è stata avviata. Nella procedura di monitoraggio Unicredit e Banco Bpm hanno fatto le loro osservazioni. Noi dovremo dare una risposta a queste osservazioni», aveva precisato lo scorso 28 maggio il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.

Anche il vertice di Unicredit rimane cauto sulle previsioni e proprio mercoledì il ceo Orcel dava solo il 20% di chance di successo all’operazione: «L'm&a è uno strumento, non un obiettivo. Deve creare valore e rafforzare il gruppo. Se non aggiunge valore rispetto al nostro piano base, già molto forte, non si fa», ha tagliato corto il banchiere alla conferenza di Goldman Sachs a Berlino.

E le acque restano agitate anche sul fronte tedesco dove Unicredit è impegnato con la scalata a Commerzbank. Giovedì 12 la ceo dell’istituto di Francoforte Bettina Orlopp ha risposto piccata alle recenti polemiche di Orcel. «Non apprezziamo e non accettiamo alcun approccio che sostanzialmente pregiudichi la nostra strategia e l'evoluzione del prezzo delle nostre azioni», ha dichiarato Orlopp in una conferenza. (riproduzione riservata)