Il Tar del Lazio segna un punto a favore di Unicredit e respinge la richiesta di Banco Bpm di revocare la sospensione dell’ops. La decisione è arrivata giovedì 12, due giorni dopo l’udienza del tribunale. Lo stop qiundi andrà avanti fino al 21 giugno, come deciso dalla Consob, e nel frattempo piazza Gae Aulenti cercherà di ridiscutere con il governo i paletti del golden power. Gli spazi per un compromesso appaiono stretti, ma la banca rimane fiduciosa.
Banco Bpm si era rivolta al Tar nelle scorse settimane dopo la scelta della Consob di congelare per un mese l’ops di Banco Bpm. Per Piazza Meda l'eventualità che il decreto golden power potesse contenere delle prescrizioni era contemplata dall'offerente sin dall'annuncio dell'offerta. Inoltre per l’istituto le prescrizioni di Palazzo Chigi non possono costituire un fatto nuovo - tale da legittimare la sospensiva.
Considerazioni che hanno spinto il Banco a definire la decisione un «provvedimento abnorme» e «in contrasto con la prassi dell'autorità medesima che non tiene in alcun conto degli interessi della banca, del mercato e degli azionisti».
«Prendiamo atto della decisione del Tar, anche se per noi non cambia il contesto. Siamo ormai abituati da 7 mesi a non avere chiarezza sui tempi e sulle reali intenzioni dell’offerente su questa operazione», hanno commentato il presidente del cda Massimo Tononi e l’ad di Banco Bpm Giuseppe Castagna.
«È innegabile che si tratta di un’ops che ha una durata straordinaria (circa 8 mesi), contro una media delle ultime operazioni di 5 mesi. Inoltre, a causa della passivity rule, limita significativamente la nostra necessaria flessibilità strategica in un momento decisivo per il riassetto del settore del credito», spiegano Tononi e Castagna.
«Ma soprattutto, come il mercato ha sempre dimostrato, l’ops lanciata su Banco Bpm continua a non essere conveniente per gli azionisti e non lo è mai stata sin dal primo giorno. È nata senza premio e tale è rimasta, con uno sconto che attualmente è tra il 7 e l’8%, mentre nelle due precedenti operazioni straordinarie comparabili, il premio è stato del 45% (che equivarrebbe, con riferimento all’ops di Unicredit, a 4,5 miliardi circa)».
«Senza considerare che l’operazione, incerta anche perché non è mai stato comunicato un piano industriale, sfavorisce gli azionisti di Banco Bpm, come emerge chiaramente dalle considerazioni che abbiamo svolto con il comunicato dell’emittente. Alla luce delle recenti informazioni emerse sui media circa le cessioni proposte dall’offerente in relazione alle filiali in molti dei nostri territori di riferimento, questa ops desta ulteriore preoccupazione per il futuro di colleghe e colleghi così come per le famiglie, le pmi e le comunità locali».
«Spiace infine, per rispetto dei nostri stakeholder così come del mercato, continuare a leggere dichiarazioni dell’offerente che per l’ennesima volta non chiarisce le sue reali intenzioni sulla scelta di procedere o meno con l’offerta pubblica di scambio», hanno Tononi e Castagna.
Il Tar è uno snodo centrale del risiko bancario anche per un’altra ragione. Il prossimo 9 luglio il Tribunale amministrativa deciderà sul ricorso presentato da Unicredit contro il decreto golden power. La banca guidata da Andrea Orcel ha comunque deciso di rinunciare alla sospensiva cautelare, giustificando la scelta con i segnali di apertura arrivati dal Tesoro.
Il giudizio del Tar potrebbe essere l’elemento decisivo per l’ops, come ha dichiarato lo stesso Orcel: «L'aggregazione tra Unicredit e Banco Bpm è un'operazione valida, però si scontra con visioni che la rendono de facto non economica. Per questo se il responso del Tar non arriverà in tempo, l'offerta potrebbe decadere», ha spiegato il banchiere.
Proprio mercoledì 11 Orcel è stato molto cauto sulla prosecuzione del deal, dando all’ops chance di successo al 20%. . «L'm&a è uno strumento, non un obiettivo. Deve creare valore e rafforzare il gruppo. Se non aggiunge valore rispetto al nostro piano base, già molto forte, non si fa», ha tagliato corto il ceo parlando a un evento di Goldman Sachs a Berlino. (riproduzione riservata)