Stellantis, John Elkann: 2024 deludente, ma rilancio già iniziato. L’assemblea approva la buonuscita all’ex ad Carlos Tavares
Stellantis, John Elkann: 2024 deludente, ma rilancio già iniziato. L’assemblea approva la buonuscita all’ex ad Carlos Tavares
In assemblea ad Amsterdam il presidente esecutivo fa il punto sulla transizione dopo l’uscita di Tavares: nuovo ceo entro metà 2025, in corso scelte decisive. Approvati bilancio, dividendo e compensi all’ex ad

di Andrea Boeris 15/04/2025 14:07

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«Vorrei iniziare dicendo che il 2024 non è stato un buon anno per Stellantis». Così, senza giri di parole, John Elkann, presidente del gruppo, ha aperto l’assemblea. Un intervento breve, ma che ha toccato tutti i punti caldi del momento: dalla crisi interna culminata con l’addio dell’amministratore delegato Carlos Tavares, alle tensioni con le istituzioni europee e americane, fino alla trasformazione in atto nel mercato auto globale.

«I motivi delle difficoltà dello scorso anno sono stati in parte di nostra competenza», ha riconosciuto Elkann, «il che ha reso il risultato ancora più deludente». Ma, ha subito aggiunto, «da allora è iniziata una fase nuova e importante per l’azienda».

La rottura con Tavares e la transizione in corso

Il punto di svolta si è verificato a dicembre 2024, con l’uscita di scena di Carlos Tavares, figura chiave nella nascita di Stellantis. «Il disallineamento tra il consiglio di amministrazione e il nostro ceo Carlos Tavares – ha spiegato Elkann – ha portato quest’ultimo a lasciare l’azienda all'inizio di dicembre del 2024».

Da quel momento, la guida operativa del gruppo è passata a un comitato esecutivo ad interim, con Elkann stesso al timone: «Il Comitato esecutivo ad interim, che il consiglio mi ha chiesto di presiedere, ha lavorato con tutti i nostri team nella gestione quotidiana dell'azienda». Una fase che, nelle intenzioni del presidente, ha gettato le basi per la ripartenza: «Sono state intraprese azioni importanti e decisive per garantire che Stellantis sia nella posizione più forte possibile quando verrà nominato il nostro nuovo ceo. La nomina è prevista entro la prima metà del 2025».

Le mosse per il rilancio: scorte ridotte e nuovi lanci

In attesa del nuovo vertice operativo, Elkann ha dettagliato le azioni già in corso. «Abbiamo ridotto le scorte, responsabilizzato le nostre Regioni e lavorato a stretto contatto con i nostri concessionari, i nostri fornitori e i nostri sindacati». Obiettivo: mettere l’azienda in condizione di affrontare un contesto economico e normativo sempre più complesso.

«Come azienda – ha sottolineato – siamo concentrati sul lancio di nuovi prodotti e sul miglioramento delle nostre attività in un contesto molto difficile nei nostri due principali mercati». Il riferimento è chiaro: Europa e Stati Uniti. «Le scelte politiche e normative hanno messo il nostro settore sotto estrema pressione», ha spiegato, «mentre la Cina è su un'altra traiettoria». Un dato su tutti: «Quest'anno, per la prima volta, il mercato automobilistico cinese sarà più grande di quello americano ed europeo messi insieme».

Tensioni internazionali e rischio deindustrializzazione

Tra dazi, normative e scelte politiche, Elkann non ha nascosto la preoccupazione per il futuro dell’industria dell’auto in Occidente. «Negli Stati Uniti, l'industria automobilistica è gravemente colpita dai dazi», ha spiegato. «Oltre al dazio del 25% imposto sui veicoli, siamo colpiti da una serie di dazi aggiuntivi, tra cui quelli su alluminio, acciaio e componenti».

Non va meglio in Europa, dove le politiche ambientali stanno generando effetti collaterali significativi. «Le normative sulle emissioni di Co2 hanno imposto un percorso irrealistico di elettrificazione, scollegato dalla realtà del mercato», ha detto Elkann. «I governi europei hanno ritirato, a volte bruscamente, gli incentivi all'acquisto e l'infrastruttura di ricarica rimane inadeguata. Di conseguenza, i consumatori tardano a passare ai veicoli elettrici».

Industria auto americana ed europea a rischio

Uno scenario che rischia di mettere a repentaglio l’intero settore. «Con l'attuale percorso di tariffe dolorose e regolamenti troppo rigidi, l'industria automobilistica americana ed europea è a rischio», ha avvertito il presidente. «Sarebbe una tragedia, perché l'industria automobilistica è fonte di posti di lavoro, innovazione e comunità forti».

Tuttavia Elkann si è detto fiducioso che le istituzioni possano ancora intervenire in modo efficace: «Non è troppo tardi se gli Stati Uniti e l'Europa intraprendono le azioni urgenti necessarie per promuovere una transizione ordinata. Siamo incoraggiati da quanto indicato ieri dal Presidente Trump sulle tariffe per l'industria automobilistica».

Bilancio approvato, sì anche a compenso Tavares

L’assemblea si è espressa sui punti all’ordine del giorno, dal bilancio alla remunerazione dell’ex ceo Tavares, sulla quale diversi soci, a partire da Allianz Global Investors, avevano annunciato il voto contrario. I soci ( in assemblea era rappresentato il 72,44% del capitale) hanno approvato il bilancio 2024, chiuso con ricavi netti pari a 156,9 miliardi di euro, il 17% in meno del 2023, con consegne in diminuzione del 12% a livello globale e un utile netto che scende del 70% a 5,5 miliardi. Via libera anche al dividendo di 0,68 euro per azione ordinaria (1,55 euro l'anno scorso).

Per quanto il Remuneration Report 2024, che include i compensi e la buonuscita di Tavares, esso è stato approvato con il 66,92% dei voti favorevoli e il 33,07% di voti contrari. Un azionista su tre si è quindi opposto. L’ex ad, va ricordato, riceverà circa 23,1 milioni di euro di compensi totali sul 2024 (il 37% in meno dei 36,5 milioni percepiti nel 2023), ma anche una buonuscita totale di 12 milioni di euro, che sarà pagata nel 2025. (riproduzione riservata)