Come far fruttare la liquidità: cosa scegliere tra conti deposito, Etf monetari e Btp
Come far fruttare la liquidità: cosa scegliere tra conti deposito, Etf monetari e Btp
In tempi di mercati incerti restare alla finestra con un po’ di liquidità può essere una scelta saggia. Ma servono soluzioni per remunerare il denaro non investito. Dai conti correnti ai conti deposito agli Etf monetari ai Btp la guida su come sceglierli

di di Marco Capponi 16/05/2025 20:00

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La liquidità non investita non è mai la scelta ottimale. Ma se anche Warren Buffett va in pensione con 350 miliardi di dollari di denaro liquido vuol dire che avere il cash in portafoglio un senso ce l’ha. Potenzialmente è una buona notizia per gli italiani, che secondo gli ultimi dati Abi aggiornati a marzo hanno 1.803 miliardi di euro di depositi liquidi. Ma è anche vero che c'è liquidità e liquidità. C’è quella lasciata improduttiva nei conti correnti che, salvo le ovvie necessità per le spese di ogni giorno, è la più ghiotta preda dell'inflazione. E poi c’è la liquidità usata in modo intelligente: un parcheggio remunerato e pronto per essere impiegato in altri investimenti alla prima occasione utile.

La mossa di Satispay

D'altronde, per lo stesso Buffett rimanere liquido non vuol dire avere un gigantesco conto corrente, ma impiegare il denaro non investito in titoli del Tesoro americano a cortissima scadenza: un investimento monetario che può essere smobilitato in qualsiasi momento, esattamente come normale denaro liquido, ma che intanto resta al lavoro e genera un certo rendimento.

È in questo solco che si inserisce la mossa di Satispay, la fintech dei pagamenti digitali che è sbarcata nel mondo degli investimenti proponendo ai suoi 5,5 milioni di utenti un fondo monetario di Amundi con rendimento atteso del 2,24%.

Cash da investimento

La mossa dell'unicorno fintech è solo l'ultima in ordine di tempo di una serie di iniziative con cui anche varie neobank e challenger bank, comprese quelle straniere, stanno entrando nel mercato italiano sfidando il sistema bancario tradizionale e proponendo soluzioni di liquidità remunerata.

Il terreno è fertile: gli italiani hanno tanto cash e sono poco propensi a investirlo mentre l'inflazione, sebbene in calo dai picchi del 2022-23, erode sempre più il potere d'acquisto. A tutto ciò si aggiunge la volatilità sui mercati azionari innescata dai dazi di Trump, che porta anche i risparmiatori in genere più propensi a investire a rimanere alla finestra. Non a caso, come certificato da Invesco gli Etf pensati per gestire la liquidità sono stati da inizio anno tra le prime scelte di portafoglio degli investitori europei.

Conti correnti remunerati: un vero investimento?

Ma quindi quali sono le possibili opzioni per investire la liquidità? Una prima soluzione sono i conti correnti remunerati. Attenzione però: in questo caso non si può parlare di vero e proprio investimento, quanto piuttosto di offerte commerciali che le banche (neobank e non solo) utilizzano per acquisire nuova clientela. La tabella in basso presenta alcune delle soluzioni disponibili oggi sul mercato italiano. Come si può subito notare, si tratta perlopiù di offerte a tempo e che richiedono determinati prerequisiti. Come il Conto Corrente Arancio di Ing, l’iconico parcheggio di liquidità della banca olandese che remunera i nuovi clienti al 4% per un anno. Oppure il conto al 3,25% (per i primi sei mesi) con cui la spagnola Bbva fatto il suo ingresso nel mercato retail italiano. Tra le ultime iniziative in ordine di tempo è degna di menzione anche quella di Trade Republic, neobank tedesca specializzata nell’offerta di prodotti di investimento a basso costo, che ha aperto a gennaio la filiale in Italia offrendo una remunerazione al tasso della Bce.

Conto deposito: come funziona e a chi conviene

Ben diverso è il caso dei conti deposito. Strumenti di impiego della liquidità che, a fronte di un certo periodo di parcheggio (vincolato o svincolabile) offrono una certa remunerazione. La simulazione in basso ha ipotizzato un deposito di 20 mila euro per un anno, confrontando le migliori offerte con o senza vincolo e il guadagno netto che offrono alla scadenza. Alcune soluzioni, specialmente quelle vincolate che hanno quindi un minore grado di flessibilità, arrivano a proporre un (quasi) sicuro tasso netto nell’ordine del 2,5%: un deposito di 20 mila euro darebbe a fine anno (o su base trimestrale, semestrale o perfino mensile) circa 450 euro. Mentre tra le soluzioni svincolabili è sempre più diffusa quella degli interessi sulla liquidità offerta dai broker regolamentati.

Ad esempio Scalable Capital, fintech tedesca guidata in Italia dall’ex Goldman Sachs Alessandro Saldutti, offre ai nuovi clienti un interesse fisso del 3,5% fino a fine anno, passando poi a una remunerazione variabile. Il conto deposito è uno strumento di investimento a tutti gli effetti: può essere l’ideale per chi ha la certezza di dover sostenere una spesa dopo un certo tempo e quindi ha l’esigenza di parcheggiare il suo denaro e stimare con sicurezza quasi assoluta il rendimento che gli arriverà alla fine. Inoltre, questi strumenti godono della protezione del Fondo Interbancario fino a 100 mila euro: cosa che altri prodotti di investimento come Etf monetari o singoli bond non hanno.

Di contro, i rendimenti dei conti deposito non godono di alcun vantaggio fiscale e hanno la normale aliquota al 26%. Nella tabella della pagina a fianco il guadagno potenziale viene indicato al netto di aliquota ed eventuali spese di bollo. Infine, in un’ottica di portafoglio non garantiscono un’adeguata diversificazione: tutto il denaro viene infatti depositato in una singola banca.

L’alternativa degli Etf e fondi monetari

Se i conti deposito sono un’opzione apprezzata per la loro semplicità e per l’affinità con i conti correnti, la vera alternativa per impiegare la liquidità in modo remunerato è rappresentata dai fondi ed Etf del mercato monetario, o in alternativa gli obbligazionari a cortissima scadenza. Non a caso la nuova offerta di Satispay prevede proprio l’investimento in un fondo monetario di Amundi.

Rispetto ai conti deposito gli Etf monetari, essendo investimenti molto liquidi, si possono smobilitare con estrema rapidità, quasi come fossero denaro di pronto utilizzo. Sono inoltre investimenti ben diversificati e, laddove investano una parte del portafoglio in titoli di Stato (cosa che spesso accade) la loro tassazione può avvicinarsi al 12,5%. Di contro, non godono della garanzia sui depositi e hanno un rendimento che potrebbe variare da un giorno all’altro. In generale il loro profilo di rischio è comunque il più basso in assoluto per i prodotti di risparmio gestito.

Nella tabella in basso sono ordinati i primi cinque Etf monetari Ucits (passaporto europeo) e i primi cinque obbligazionari a corta scadenza per masse in gestione. Salvo una sola eccezione (un Etf a gestione attiva di Pimco) le loro strutture di costo sono particolarmente contenute, nell’ordine dei 10 punti base.

Generalmente gli Etf monetari replicano il tasso di riferimento overnight, cioè il tasso d’interesse applicato ai prestiti interbancari con scadenza un giorno. In altre parole, il costo del denaro a breve termine, direttamente influenzato dalla scelte di politica monetaria delle banche centrali. Il più grande Etf monetario in Europa, Xtrackers II Eur Overnight Rate Swap o Xeon (16,6 miliardi di masse), replica ad esempio un indice basato sul tasso di interesse interbancario per un giorno per la zona euro (Ester o Estr) al quale vengono aggiunti 8,5 punti base. Fatti i dovuti calcoli, il tasso attuale dell’Etf è del 2,257%.

In parcheggio con il Btp

Esiste un’altra opzione per parcheggiare la propria liquidità: investire in titoli di Stato. Il vantaggio indiscusso di Btp e simili è la tassazione agevolata al 12,5%, peraltro senza pagare le (seppur modeste) commissioni di gestione richieste dagli Etf. Un investimento in bond sovrani può essere pensato con una funzione più simile ai conti di deposito che non agli Etf monetari: se bisogna sostenere una spesa certa due o tre anni dopo si può pensare di acquistare titoli di Stato e portarli fino a scadenza.

La scelta dei titoli e degli emittenti deve tuttavia essere fatta in autonomia, magari rispettando dei criteri di diversificazione. Nella tabella Skipper Informatica ha ordinato per rendimento lordo una selezione di titoli di Stato retail in euro con scadenze comprese tra uno e tre anni. In tabella compaiono anche bond con cedole particolarmente basse se non proprio nulle. Ma attenzione: un investimento di questo tipo non si fa tanto per avere cedole periodiche, quanto per intascare la plusvalenza finale, che può essere ottenuta anche comprando il titolo sotto la pari e aspettando il rimborso finale a 100. (riproduzione riservata)