Groenlandia, Trump: la prenderemo anche con l’uso della forza. Nielsen: gli Usa non ci avranno
Groenlandia, Trump: la prenderemo anche con l’uso della forza. Nielsen: gli Usa non ci avranno
Il tycoon ribadisce la sua intenzione di annettere il territorio danese scatenando la dura reazione del primo ministro del Paese artico: non apparteniamo a nessun altro. Siamo noi a decidere il nostro futuro

di di Giusy Iorlano 31/03/2025 13:30

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Continua lo scontro a distanza sulla Groenlandia. Donald Trump «dice che gli Stati Uniti ‘avranno la Groenlandia’. Sia chiaro: gli Stati Uniti non l’avranno. Non apparteniamo a nessun altro. Siamo noi a decidere il nostro futuro». Non si è fatta attendere la risposta del primo ministro della Groenlandia Jens-Frederik Nielsen in un post su Facebook. «Non dobbiamo reagire con la paura. Dobbiamo reagire con calma, dignità e coesione», ha aggiunto, «ed è attraverso questi valori che dobbiamo dimostrare in modo chiaro, distinto e discreto al Presidente americano che la Groenlandia è nostra. Così è stato ieri. Così è oggi. E così sarà anche in futuro», ha aggiunto.

Una risposta, questa, che arriva all’indomani delle dichiarazioni del presidente americano, Donald Trump, che nella giornata del 30 marzo ha continuato ad insistere su quello che è una sua ossessione da anni: gli Stati Uniti si prenderanno la Groenlandia, con le buone o con le cattive. «Otterremo la Groenlandia al 100%», c’è una «buona possibilità che possiamo farcela senza ricorrere alla forza militare», ma «non escludo nulla», ha detto il presidente americano in un’intervista alla Nbc.

Non è una novità, visto che più volte non ha escluso l’opzione militare. Ma è pur sempre benzina sul fuoco, dopo la contestatissima visita del vicepresidente JD Vance venerdì 28 marzo. Nonostante la tensione altissima, la Danimarca ha fin qui tenuto un tono fermo ma non bellicoso. «Siamo aperti alle critiche, ma, a essere completamente onesti, non ci piace il tono con cui sono state formulate», aveva detto sabato 29 marzo il ministro degli Esteri, Lars Lokke Rasmussen. «Rispettiamo il fatto che gli Usa abbiano bisogno di una maggiore presenza militare in Groenlandia, come ha detto il vicepresidente Vance. Noi, Danimarca e Groenlandia, siamo aperti a discuterne», aveva assicurato Rasmussen. Nel 1951 è stato già siglato un accordo di Difesa che «offre agli Stati Uniti ampie opportunità di una presenza militare molto più», aveva ricordato. Nel 1945 gli Usa avevano in Groenlandia 17 basi con migliaia di soldati, oggi solo una con 200 militari. Dunque, «discutiamone». Ma finora da Washington sono arrivate più strali polemici e minacce che richieste di dialogo. E questo non tranquillizza Copenaghen.

La Groenlandia appartiene ufficialmente al regno di Danimarca, ma decide in modo indipendente sulla maggior parte delle sue questioni politiche. Gli affari esteri e la difesa sono gestiti dal governo di Copenaghen.

Il primo ministro Mette Frederiksen sarà in visita sull’isola per tre giorni a partire da mercoledì. Tra l’altro incontrerà il nuovo premier Jens-Frederik Nielsen, fresco di incarico e determinato a difendere la sua isola. Di fronte alle minacce di Trump, i partiti hanno serrato le fila e hanno raggiunto a tempo di record un’intesa per un governo di coalizione. La guida è andata ai democratici di Nielsen, prima forza alle elezioni del 10 marzo. Dalla coalizione a quattro è rimasto fuori il partito indipendentista Naleraq. «È molto importante mettere da parte disaccordi e differenze perchè solo così potremo far fronte alla forte pressione cui siamo esposti dall’esterno», ha sottolineato Nielsen.

Non è valso a tranquillizzare gli animi il video ripubblicato a Trump sul suo social media Truth in cui si ricorda che gli Usa difesero la Groenlandia nel 1940. Quando la Danimarca cadde in mano alla Germania di Hilter, l’allora presidente Franklin D. Roosevelt inviò un contingente sull’isola artica per impedire che finisse sotto il controllo del Reich. «Usa e Groenlandia sono di nuovo fianco a fianco per la pace, la sicurezza e il futuro. L’America è a fianco della Groenlandia», assicura, ma forse non rassicura, una voce fuori campo. (riproduzione riservata)