Mentre Leonardo ritraccia in borsa all’indomani dell’aggiornamento del piano industriale, Rheinmetall, partner al 50% nella jv dei carri armati, si prende la scena con un guadagno del 9,3% in scia ai conti 2024 e al maxi-dividendo comunicati mercoledì 12 marzo al mercato.
I ricavi del settore difesa sono cresciuti del 50%, quelli generali del 36% a 9,7 miliardi di euro; il risultato operativo è aumentato di oltre
il 60% a 1,5 miliardi di euro. Agli azionisti andrà un dividendo di 8,1 euro per azione, rispetto ai 5,7 euro dell'anno precedente.
In un contesto che vede la spesa Nato per la difesa proiettata a 970 miliardi di euro nel 2030, il gruppo tedesco guidato dal ceo Armin Papperger colloca Ucraina, Stati Uniti e Italia in cima alla lista dei mercati di maggior valore per il gruppo.
Rheinmetall stima di poter generare altri 2 miliardi di euro di ricavi nel 2025 dal conflitto ucraino: 1,5 miliardi di euro dalla fornitura di munizioni, 300 milioni dalla difesa aerea e 200 milioni dai veicoli. Ma, si legge nella relazione di bilancio, «particolarmente degno di nota è il mercato target dell'Italia, dove prevediamo un potenziale complessivo di 23 miliardi di euro». Si tratta del volume d’affari stimato al 2040 per la joint venture Lrmv (Leonardo Rheinmetall Military Vehicles). L'obiettivo di partenza è lo sviluppo industriale per la successiva commercializzazione del nuovo carro armato da combattimento Mbt e della nuova piattaforma Lynx per il programma Aics (Armored Infantry Combat Systems) dell'Esercito italiano.
Ma da lì si definirà anche la tabella di marcia per la possibile partecipazione di Leonardo al futuro programma Mgcs European Main Combat System. La società italo-tedesca metterà sul mercato i nuovi carri armati da battaglia multi-dominio basati sulla piattaforma Panther e i nuovi sistemi di combattimento per fanteria corazzata basati sulla piattaforma Lynx. I primi prototipi saranno consegnati nel quarto trimestre del 2025. In particolare, si prevedono 1.050 Lynx con 16 varianti diverse e 272 carri armati. Per la sola sua quota italiana, escludendo quindi l’export, Leonardo stima intanto ordini per 2,2 miliardi di euro al 2029.
A guidare la joint venture saranno il ceo Laurent Sissmann e il presidente esecutivo David Hoeder: il primo di nomina Leonardo, il secondo espresso da Rheinmetall. Sissmann ha un’esperienza decennale in Leonardo ed è già stato direttore dello sviluppo del programma di un’altra partnership internazionale, quella per gli F-35. Hoeder è da circa sei anni in Rheinmetall ed è responsabile dell’organizzazione del Programma Difesa. La struttura avrà quattro direzioni principali: Program Management e Systems Engineering, con sede a La Spezia; Finance & Administration e Business Development, Sales & Government Affairs, con sede a Roma. (riproduzione riservata)