Il giudizio di Moody’s sull’Italia è attualmente Baa3, il gradino più basso del Lower medium grade, condiviso con Paesi come Romania, Grecia, Colombia e India. Il 23 maggio scorso, però, l’agenzia ha modificato l’outlook da “stabile” a “positivo”, facendo ben sperare per future promozioni di rating.
Moody’s non aggiorna in positivo il rating dell’Italia dal 2002 (da Aa3 a Aa2), poi una graduale discesa assestatasi nel 2018 e mai più modificata fino a oggi.
Tra gli analisti trapela però ottimismo. In questo senso, Gianni Piazzoli di Vontobel suggerisce di guardare in due direzioni: il miglioramento degli indici maroeconomici italiani rispetto a maggio e la differenza, in positivo per l’Italia, tra i numeri attuali e le previsioni di Moody’s per questo periodo.
Più nel dettaglio, il deficit l’Italia dovrebbe arrivare al 3% già nel 2025, partendo dal 3,4% del 2024, e scendere al 2,8% nel 2026. Riguardo il debito/pil, i target del governo indicano il 137,5%, mentre Moody’s stimava il 138,4% nel 2026. Nel 2024 l’Italia ha raggiunto l’avanzo primario, in costante miglioramento secondo le stime del governo dallo 0,5% rispetto al pil dello scorso anno al +2% del 2028. In questo senso, Gianni Piazzoli sottolinea la differenza con la Francia, collocata sei notch sopra l’Italia nel rating Moody’s ma con un avanzo primario che è e sarà per diversi anni negativo (-3,2% nel 2025, -2,5% nel 2027) e un rapporto debito/pil del 120% atteso nel 2027.
Un punto chiave per l’Italia è la possibilità di uscita dalla Pde, la Procedura di Deficit Eccessivo dell’Unione Europea, che rimane però ancora in bilico: bisognerà aspettare aprile e i dati sul deficit 2025 per avere risposte certe.
Da ultimo, tra i dati positivi del 2025 italiano, bisogna evidenziare l’abbattimento dello spread Btp/Bund dai 115 punti di inizio anno agli attuali 74. Quello della Francia, per fare un confronto, è a 75.
Un’eventuale modifica al rialzo del rating italiano da parte di Moody’s sarebbe in linea con quanto fatto di recente da altre agenzie di rating come Fitch, DBRS e Scope. (riproduzione riservata)