Il mercato continua a correre. L’indice S&P 500 di Wall Street è salito del 13% da inizio anno, ma la performance è stata molto squilibrata tra i settori, ha notato Giacomo Calef, country head Italy di NS Partners. Le azioni legate alla tecnologia e ai servizi di comunicazione hanno guidato la corsa. Infatti, dai dati emerge un +19,8% per il settore IT e un sorprendente +28,4% per i servizi di comunicazione, mentre comparti tradizionalmente difensivi arrancano. Queste performance sono in dollari americani, pertanto in euro si riducono del 13% circa.
L’healthcare resta sostanzialmente piatto (tra -0,4% e lo zero a seconda dell’universo di riferimento) e i beni di prima necessità segnano un modesto +2,7%. «È un divario che fotografa un mercato trainato dalla crescita dei titoli mega-cap tech e dalle narrative di AI e digital advertising», continua Calef per il quale, tuttavia, questa polarizzazione apre spazi interessanti.
Da un lato, la forza dei tecnologici porta con sé rischi di concentrazione: valutazioni elevate e possibili rotazioni settoriali legate a notizie macro o all’evoluzione degli utili potrebbero invertire la leadership rapidamente. Dall’altro, i comparti difensivi, come consumer staples e healthcare, garantiscono stabilità di flussi di cassa, dividendi e resilienza in contesti di crescita più debole.
Nel pharma, in particolare, la spinta M&A resta un potenziale catalizzatore per il settore: i grandi gruppi non esitano a rimodellare i propri portafogli per intercettare aree terapeutiche redditizie come obesità, oncologia o malattie rare. «In un’ottica di stock-picking, il colosso statunitense Abbott si distingue per la sua esposizione a dispositivi medici innovativi: il FreeStyle Libre, sistema di monitoraggio continuo del livello di glucosio, genera ricavi ricorrenti grazie alla sostituzione periodica dei sensori, mentre soluzioni come MitraClip rafforzano la posizione nei dispositivi cardiovascolari ad alto valore aggiunto», spiega Calef.
Mentre la multinazionale americana, attiva nel settore alimentare, Mondelez, con ricavi annui intorno a 36 miliardi di dollari, resta un player globale nello snacking (l’abitudine di consumare piccoli pasti o spuntini): marchi iconici come Oreo e Cadbury gli permettono pricing power e resilienza dei margini, sostenuti dall’espansione nell’e-commerce e nei mercati emergenti.
Fuori dagli Stati Uniti, le blue-chip svizzere, suggerisce Calef, offrono un equilibrio tra difesa e crescita. Ad esempio, Novartis combina solidi flussi da blockbuster consolidati con una pipeline avanzata, come nelle terapie cellulari e geniche, mentre Nestlé beneficia della diversificazione di oltre 2.000 marchi, tra cui Purina e Nespresso, e di una divisione Health Science in rapida espansione, che rafforza la visibilità dei ricavi e offre leve di crescita oltre al tradizionale food & beverage.
In sintesi, il gap tra titoli tech e difensivi resta molto ampio in termini di valutazioni e questo crea un’interessante opportunità per ribilanciare il portafoglio azionario. (riproduzione riservata)