Questo 2025 non sarà facilmente dimenticato e non solo dagli storici ma da ogni cittadino della terra
Questo 2025 non sarà facilmente dimenticato e non solo dagli storici ma da ogni cittadino della terra
E non solo per i venti o, meglio, i rimbombi, di guerra. Anzi delle guerre, considerando quelle già esplose ma anche quelle minacciate e probabili, da Presidenti businessmen, dittatori, oligarchi della tecnologia

di di Paolo Panerai 19/12/2025 19:30

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Questo fine 2025 non sarà facilmente dimenticato e non solo dagli storici ma da ogni cittadino della terra. E non solo per i venti o, meglio, i rimbombi, di guerra. Anzi delle guerre, considerando quelle già esplose ma anche quelle minacciate e probabili. E le guerre le dichiarano e le combattono gli uomini e le donne e quindi non sono mai spontanee. Spontanee nel senso di non evitabili; tali lo diventano, che siano con le armi da fuoco o le armi economico finanziarie, quando gli uomini e le donne, quelli e quelle al potere, perdono il lume della ragione e l’umiltà di essere cittadini della terra e non imperatori e imperatrici del mondo.

Filosofia di basso livello, la mia?

Di basso livello sicuro, ma non filosofia: realismo su tutti i fronti.

Una rassegna che parte dall’Italia

Lo si capisce bene con la raccolta che segue di alcuni titoli di media internazionali e nazionali e i messaggi che vengono lanciati al popolo della terra, essendo per il momento la luna tuttora disabitata.

Comincio da noi, quindi da de minimis: Francesco Gaetano Caltagirone sulla combine Mps: Tutto regolare, dice: «Ecco la verità, punto per punto». Lei non sa, Caro Ingegnere, quanto questo ci conforti, perché viene detto da Lei, che è chiaramente un uomo di pace.

Ma con le Sue parole c’è molto di più: anche per nostra distrazione, non ci eravamo accorti che anche verso di noi, poveri cronisti che conoscono solo l’indipendenza, il suo gesto di tentare in giugno di entrare nel consiglio di Class Editori, con l’acquisto di un misero 5% del pari minimo capitale della nostra casa editrice fosse, come sicuramente è diventato, un gesto di generosità per far salire un po’ le quotazioni della casa editrice. Grazie Ingegnere, Lei è davvero generoso. Non dovremmo mai dimenticarlo.

Porti pazienda, Ingegnere

Ma guardi un po’, invece, quel brav’uomo, e sicuramente e seriamente grande banchiere, del ceo di Mps, Luigi Lovaglio, che va a pensare che l’azionista di riferimento della banca senese rinata sia non Lei ma Francesco Milleri, capo di quella antiquata e infruttifera azienda che è Delfin e la sua controllata Luxottica... Porti pazienza, Ingegnere, la Sua bontà sarà prima o poi riconosciuta non solo dal mercato ma da tutto il globo terraqueo.

E su, non dica che tento male di fare lo spiritoso. Le garantisco che per la Sua grinta ho sincera ammirazione. Me ne passi un po’, la prego. E faccia un Buon Natale, una buona fine anno e un miglior principio, come amava dire mio Nonno Fernando. Tanto qui, a piè fermo stiamo.

Il più “tosto” di tutti

Se si parla di uomini tosti come l’ing. Caltagirone, non si può tralasciare neppure per una riga di giornale, il campione dei campioni della tostaggine. E chi può essere tale se non il Presidente Donald Trump? Infatti, è lui in carne e ossa. È lui, è lui. Non conta che abbia suscitato, alla fine del Suo primo mandato, l’assalto di suoi fedeli a Capitol Hill. Non conta tutto quello che di negativo ha fatto e fa, mandando figlio e genero a seguire i grandi incontri del mondo, perché poi sappiano portare a casa business per la famiglia.

Conta che finalmente anche il Presidente Trump dimostri di avere un cuore e un’anima. Ma come? Sicuramente è sfuggito a molti, ma non ai lettori del quotidiano fondato dal grande Indro Montanelli, che martedì 16 dicembre ha titolato a pag. 14: «Trump striglia Netanyahu: Tregua violata a Gaza». Ma va’? Netanyahu guerrafondaio e pari, almeno in queste vicende, a quei criminali che perseguitarono gli ebrei, lui che nel nome di sconfiggere Hamas, fa morire bambini, donne e uomini sotto tonnellate e tonnellate di macerie a Gaza.

Presidente Trump, è sulla buona strada

Suvvia Signor Presidente Trump, prosegua, è sulla buona strada, non si limiti a manifestare la sua irritazione, come scrive Il Giornale, per l’uccisione, insieme a uomini donne e bambini, del leader di Hamas, Raed Saab da parte di uomini di Netanyahu. Può andare avanti, Signor Presidente, non cambi subito strada, per una volta che ha preso una iniziativa di umanità, per niente in contrasto con la linea politica di quelli, gli Stati Uniti, che lei governa, finora sempre dalla parte del massacratore Netanyahu.

La Sua presa di posizione di censura di Netanyahu, Signor Presidente, non la lasci morire; dimostri che anche Presidenti con il ciuffo biondo (ossigenato?) sempre al vento hanno un animo e un cuore che piange a vedere i bambini e gli uomini e donne morti di fame e di pallottole e montagne di macerie come mai da anni si erano viste.

Meglio soli che male accompagnati

Ma allora, Le avrà fatto sicuramente piacere quanto sicuramente Le hanno riportato del discorso della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: « Il mondo è in guerra, l’Europa impari a difendersi da sola». Vede che anche in Europa qualcosa lo capiamo? Meglio soli che male accompagnati.

Forse un così forte spirito europeo si scontra con il Suo America First? Suvvia Presidente Trump, quando ci incontravamo a Le Cirque di New York dell’amico comune Sirio Maccioni lei era così entusiasta della cucina italiana che nessuno avrebbe mai immaginato di vederla all’alba degli 80 anni con il suo cappellino rosso con visiera e con la scritta Make America Great Again, sintetizzato in Maga, che da noi in Italia potrebbe essere scambiato con colei che magheggia e che ti fa i tarocchi.

Un presidente molto sfortunato

Ma su una cosa, Mr. President (direbbe Marilyn Monroe), siamo d’accordo, Lei è proprio sfortunato. Fa il presidente per la seconda volta all’alba degli 80 anni e che cosa Le capita? Il pericolo di una guerra mondiale. E sulla Sua volontà di fare da paciere, ma con metodi bizzarri, nessuno ha dubbi: il fatto è che quel presuntuoso di Vladimir Putin è invidioso di Lei, che ha dovuto attendere i quattro anni disastrosi di quel brav’uomo di Joe Biden prima di ritornare a parlare con Lei.

Leggiamo però che anche Lei vorrebbe cambiare la Costituzione americana, per fare anche un terzo mandato. Suvvia, Presidente Trump, si accontenti: dovrebbe cominciare il terzo mandato, dopo tutta la fatica di cambiare la Costituzione, all’alba degli 83 anni. È vero che la vita media si allunga, ma ha mille alternative di cui occuparsi: dalle criptovalute (a proposito, non perda d’occhio i suoi figli, perché mi pare che recentemente abbiano perso un miliardo di dollari). Il mondo non vorrebbe che Lei fosse costretto a vendere la casa di Mar-a-Lago in Florida, dove ogni volta che cammina sul green si fa riprendere mentre saluta calorosamente il mondo. E poi, si prenda una salutare pausa e giri il mondo. Altrimenti, quel piccolo aereo da mezzo miliardo che le ha regalato un emiro, finirà per arrugginirsi.

Anche in Italia c’è un piccolo Trump

Ma lo sa che in Italia anche noi abbiamo un Trump, piccolo, ma della sua stessa specie. Sì, lo conosce sicuramente, si chiama John, perché sembra che il nonno materno fosse un grande ammiratore di un presidente suo lontano predecessore, quel John Kennedy ammazzato a Dallas (e sì, il di lui padre, Joseph P. Kennedy, era un birichino e durante il proibizionismo importava clandestinamente whiskey dall’Irlanda, mentre i due grandi figli, John Fitzgerald e Robert, sono caduti, uccisi, in nome della democrazia). Il cognome del John italiano è Elkann.

Sicuramente Lei signor Presidente lo conosce, perché si sta dando un gran daffare anche negli Usa, dove ha ereditato, grazie a un certo Sergio Marchionne, nientemeno che la Chrysler. Ma a lui le automobili non devono piacere molto, perché sta dando una spinta forte a mandare in vacca tutto il gruppo. Eppure, John, a conoscerlo, è un ragazzo intelligente, per cui non si capisce perché sia così attaccato ai soldi e poco alle tradizioni. Ora sembra si sia dato una regolata, perché sta vendendo i giornali di famiglia. Ma c’è chi dice che venderà presto anche qualche marchio automobilistico. Forse potrà usare come scusa che è in scontro con la madre Margherita per l’eredità del Nonno, ma invece c’è chi dice che lo fa perché al di sopra di ogni altra cosa, ama il denaro.

Auguri di buon anno, Mister President

Comunque, mi raccomando, Signor Presidente Trump, Lei che di guerre è costretto a vederne molte e forse qualcuna anche rischia di farla anche scoppiare, almeno eviti che, quando non ci sarà più (cioè, fra cento anni) fra i suoi figli scoppi la guerra. Se teme questa guerra, venda subito tutto perché poi dividere il malloppo cash è molto più semplice che dividere un impero di grattaceli, musei, collezioni di auto storiche e tutte le altre ricchezze che Lei conosce meglio di noi, anche all’estero. Perché, se non lo sa, glielo illustro: per la guerra ereditaria, il giovane John deve andare a processo perché la lite con la madre è diventata giudiziaria. Brutta cosa avere a che fare con la giustizia. Ma del resto Lei lo sa bene dopo cosa è successo a Capitol Hill. Auguri di buon anno, Mister President.

La guerra delle guerre

Tanto per gradire c’è poi la guerra delle guerre, quella tra Russia e Ucraina. Ormai è noto, con la spietatezza che lo contraddistingue, nonostante i corteggiamenti del Presidente Trump, il dittatore Vladimir Putin, non molla: deve avere tutto il Donbass. E con le ultime dichiarazioni ha clamorosamente smentito l’ottimismo (sia pure con qualche riserva) di Trump.

È stato calcolato da un analista di guerra che lo Zar ha risorse per poter combattere per altri due anni, mentre dal lato dell’Ucraina stanno raschiando il fondo e oggettivamente, nonostante l’interesse strategico ad avere l’Ucraina come cuscinetto fra la Russia e l’Europa, ci sono varie opinioni divergenti fra i membri della Ue. L’unico paese che può mettere paura alla Russia sono gli Stati Uniti, ma dal lato del Presidente Trump non c’è altruismo, ma essenzialmente calcolo personale. Perfino un giornale di destra come il Giornale, sia pure da Washington è arrivato a fare questo titolo «I principi di Trump? Prima di tutto i suoi affari - I malumori alleati».

Il problema guerra Russia-Ucraina è enorme, ma è certamente aggravato da quanto viene attribuito a Trump, vero o non vero che sia.

La stessa Ue è minata al suo interno

Non è purtroppo difficile prevedere che difficilmente la guerra vera e profonda, che dura da più di quattro anni, scatenata per mire espansionistiche ed imperialistiche da Putin, possa finire presto. E una guerra al centro dell’Europa, cioè dell’area del mondo dove il ricordo della Seconda guerra mondiale e delle follie innescate dal Nazismo e dal contaminato Fascismo, stanno creando incrinature se non rotture all’interno della stessa Ue, dove per altro c’è una carenza di leadership che si riflette sulla gestione dei singoli stati.

Mai come oggi, per esempio, la Francia, dove il nazismo fu sconfitto dalle truppe americane guidate dal generale Dwight Eisenhower, anche per questo poi diventato presidente degli Usa, è un Paese allo sbando; la Gran Bretagna è fuori dalla Ue; sono stati fatti entrare nell’Unione paesi come l’Ungheria, che pure ha provato i carri armati dell’Unione sovietica, ma è finita di nuovo con un capo come Victor Orban, oggi legato a filo doppio con Mosca. Quindi la stessa Ue è minata al suo interno e perfino le istituzioni della Ue scricchiolano.

Scricchiolano sinistramente.

Potranno essere guai seri per il mondo intero

E se anche la vecchia Europa, che, dopo la Seconda guerra mondiale, ha avuto la capacità di diventare Unione, dopo alcune istituzioni più materiali, non prende l’iniziativa per evitare la guerra, trovando in primo luogo una unità essa stessa a prescindere dal colore del partito o dei partiti dominanti nei singoli Stati, allora potranno essere guai seri non solo per l’Europa stessa ma per il mondo intero. Infatti, è stata l’Europa a essere distrutta dalla sciagurata guerra del Nazismo e del Fascismo ed è stata l’Europa, proprio per questo, a essere esempio di come si possa rinascere nella democrazia.

Una indicazione pratica viene dal Canada, verso il quale il Presidente Trump ha dato il peggio di sé. E cosa ha fatto il Canada, in primo luogo sul piano economico? Si è rivolto all’alternativa agli Stati Uniti, che non può essere certamente la Russia. E infatti è la Cina, il cui regime è sicuramente profondamente comunista, mentre nessun paese europeo della Ue lo è. L’alternativa o, meglio, l’alternanza agli Stati Uniti, è di tipo economico, anche grazie alla tecnologia in profondo sviluppo. Non vuol dire aderire all’ideologia cinese, vuol dire, attraverso i rapporti economici, creare opportunità di sviluppo reciproco, nel momento stesso in cui gli Usa preferiscono colpire i prodotti degli alleati europei con dazi funesti. Allargare il dialogo, fare affari, con correttezza e rispetto reciproco vuol dire riequilibrare il sistema economico globale, ma anche prendere il meglio dalla Cina e trasmettere alla Cina il meglio dell’Europa.

Non potrà passare molto tempo e gli Usa si accorgeranno che voler ghettizzare il confinante Canada è il più grave errore che Trump potesse commettere. In gioco è come far volgere a vantaggio di tutti la grande rivoluzione in atto per l’AI e per le altre innovazioni tecnologiche. Presto Trump si renderà conto di quanti errori ha fatto e sta facendo verso l’Europa. E per l’Europa torneranno ad aprirsi nuove possibilità con il paese che ha salvato l’Europa da Hitler e dal fascismo.

Post Scriptum: un racconto di fatti

Naturalmente avete letto le modeste riflessioni di un giornalista, non certo di uno stratega, che ha applicato a temi globali la semplice regola che dovrebbe sempre essere rispettata da chi fa informazione: raccontare i fatti, anche se collegando i fatti nascono conclusioni e quindi idee ed esperienze, senza le quali il mondo non va avanti.

Buon Natale e un felice anno nuovo a tutti voi, che avete scelto di leggere MF-Milano Finanza e a tutti coloro che vi vogliono bene. (riproduzione riservata)