Queste 5 società di Piazza Affari sono pronte a staccare la cedola a settembre. E possono ancora correre fino al 50%
Queste 5 società di Piazza Affari sono pronte a staccare la cedola a settembre. E possono ancora correre fino al 50%
A settembre cinque quotate staccheranno la cedola o una parte di essa. E intanto nell’intero listino c’è chi ha uno yield atteso sopra il 12%  

di di Marco Capponi 29/08/2025 20:00

Ftse Mib
41.989,71 17.40.00

+0,49%

Dax 30
23.770,33 18.00.00

+0,74%

Dow Jones
45.569,14 19.54.56

+0,66%

Nasdaq
21.608,51 19.49.53

+0,52%

Euro/Dollaro
1,1637 19.34.51

-0,09%

Spread
87,79 17.29.57

-2,20

Avviso ai cacciatori di dividendi a Piazza Affari: il mese di settembre può rappresentare una ghiotta occasione per fare incetta di cedole fuori stagione. Tra acconti, stacchi straordinari e anche un dividendo ordinario, sono cinque le quotate milanesi che hanno scelto di remunerare gli azionisti all’arrivo dell’autunno. E due di queste sono pezzi da novanta del Ftse Mib: si tratta del colosso energetico Eni e della società dei chip Stm, a cui si aggiungono De’ Longhi, Piaggio e Sesa. Sono tre gli acconti previsti (Eni, Stm e Piaggio), una la cedola straordinaria (quella di De’ Longhi) mentre Sesa, che chiude l’anno fiscale il 30 aprile, procederà al pagamento del dividendo ordinario di 1 euro, approvato peraltro dall’assemblea proprio questa settimana.

Guida alle cedole

Guida alle cedole. Prima di procedere all’acquisto gli investitori sono tenuti però a porsi le domande di rito. Una su tutte: ne vale la pena? Come in tutti gli acquisti azionari infatti, oltre al dividendo in sé è importante valutare le prospettive di apprezzamento dei titoli. Che magari, se corroborate da numeri di bilancio solidi, si tradurranno poi in cedole sempre più generose in futuro.

Per questo MF-Milano Finanza ha raccolto le indicazioni degli analisti sulle magnifiche cinque che staccheranno il dividendo - tutto o in parte - il prossimo 22 settembre, indicando anche il potenziale di crescita dei titoli rispetto ai prezzi attuali.

De’ Longhi: dividendo straordinario in arrivo

De’ Longhi. C’è grande attesa per il dividendo straordinario da 42 centesimi (parte di un cedolone totale da 1,25 euro, +87% rispetto a quello staccato dopo il precedente esercizio). Anche perché il titolo della società trevigiana, nota anche fuori dai confini nazionali per l’iconico Pinguino, da inizio anno è un po’ snobbato dal mercato, che lo ha di fatto lasciato ristagnare con una modesta performance del +4,4% (+23% l’indice Ftse Italia All Share, +19% il Ftse Mid Cap). Eppure i due terzi degli analisti che coprono il titolo sostengono che De’ Longhi sia da comprare. Tanto che il prezzo obiettivo medio implica un potenziale di rialzo del 21,5%. E l’azione sembra anche sottovalutata: il rapporto prezzo-utili attesi per quest’anno a pari a 13,5, contro la media di 16,8 dell’ultimo lustro.

Eni: agli esperti piacciono cedole e buyback

Eni. Acconto da 26 centesimi nella prima tranche del dividendo 2025 del Cane a Sei Zampe, che si presenta all’appuntamento con lo stacco cedola in buona salute, vista anche la performance da inizio anno del 20%. Il titolo, che tratta a leggero sconto rispetto alla media degli ultimi cinque anni (p/e di 10,4 contro 11) potrebbe però aver già corso parecchio secondo gli analisti che lo coprono.

La raccomandazione più diffusa (55% del totale) è quella di neutralità, e il prezzo obiettivo medio indicato è più basso dell’1,4% rispetto ai livelli attuali. Attenzione però ai tanti elementi che giocano a favore della società guidata dal ceo Claudio Descalzi: il dividend yield elevato (6,9%), ma non solo. All’indomani dei conti trimestrali di luglio Equita, ad esempio, ha alzato il prezzo obiettivo a 16,5 euro (+8% rispetto ai livelli attuali) citando tra i vari punti di forza «la possibilità di migliorare il programma di buyback (da 1,5 miliardi, ndr), dato lo sviluppo positivo nella strategia, la buona performance finanziaria e il bilancio molto solido». La sim apprezza «molto» il messaggio, «in quanto il miglioramento del buyback sarebbe in controtendenza rispetto al settore, in uno scenario fondamentale meno favorevole».

Piaggio: ottimismo su un titolo a sconto

Piaggio. Acconto da 4 centesimi in vista anche per l’azienda costruttrice della Vespa e di altri mezzi a due ruote di cui la holding Immsi della famiglia Colaninno è azionista di riferimento. Il titolo non sta certo passando uno dei suoi migliori momenti in borsa, tanto che è in perdita da inizio anno. Gli analisti che lo seguono restano però tendenzialmente ottimisti: la metà dei giudizi suggerisce di comprare (e uno solo di vendere) con un potenziale di rialzo medio del 14,5% e una valutazione ragionevole: il titolo tratta infatti a meno di 13 volte gli utili attesi, contro le 16,6 medie dell’ultimo quinquennio.

Sesa: gli analisti vedono la crescita

Sesa. L’azienda informatica di Empoli, reduce dall’assemblea che ha approvato il bilancio consolidato chiuso a fine aprile (con 3,3 miliardi di euro di ricavi) si prepara a staccare la sua cedola da 1 euro, unica tra le società della rosa a distribuire il dividendo ordinario. Per gli analisti che seguono il titolo, Sesa ha ancora forti margini di crescita in borsa: il consenso Bloomberg lo vede in crescita media del 49,5% con quattro raccomandazioni di acquisto, due di neutralità e nessuna di vendita.

La società sta vivendo un anno borsistico discreto: +16% la performance, molto meglio dell’indice Star (+6,5%) di cui fa parte, ma nell’ultimo anno è in rosso del 22%, ragion per cui gli analisti credono che il titolo abbia ancora ampi margini di crescita. All’indomani dei conti pubblicati a luglio Intermonte ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 120 a 140 euro, confermando giudizio buy, apprezzando «l’attenzione del management nel perseguire la crescita organica e il miglioramento della generazione di flussi di cassa, così come nel definire obiettivi prudenti e credibili».

Stm: turbolenze finite?

Stm. Acconto di 9 centesimi di dollaro Usa in vista per la società dei semiconduttori guidata dal ceo Jean-Marc Chery. Il titolo non sta certo passando uno dei suoi periodi migliori in borsa: da inizio anno è in rosso dell’1,4%, ma sulla performance complessiva ha influito e non poco il tracollo dello scorso 24 luglio quando, in scia alla pubblicazione dei conti semestrali, Stm ha perso in una sola seduta il 16,6%. A deludere il mercato, in quell’occasione, è stata la guidance fornita per il terzo trimestre, sia a livello di ricavi sia di margine lordo. Due giorni dopo però la notizia di una maxi-acquisizione da 950 milioni di dollari nel business dei sensori ha ridato un po’ di smalto al titolo.

Gli analisti sono in prevalenza neutrali sulla società, con il 54% di loro che fornisce raccomandazione hold (mantenere) e il 38% che invece suggerisce di comprare. Per il consenso Stm può apprezzarsi del 13%, anche se è decisamente cara rispetto alla media degli ultimi anni: tratta infatti a 45 volte gli utili attesi, contro 17,5 del quinquennio passato.

La classifica delle cedole più interessanti

La classifica delle cedole. Per chi invece volesse già proiettarsi alla prossima primavera, e magari iniziare a impostare il portafoglio per catturare rendimenti da dividendo importanti, la tabella in pagina riunisce i primi 50 titoli di Piazza Affari (segmento Egm escluso) ordinati per dividend yield atteso.

A farla da padrona, in attesa di capire le loro sorti borsistiche (si veda l'articolo a pagina 8) sono ancora le banche: le stime FactSet vedono per Mps, ad esempio, un rendimento da cedola potenziale del 12,2%, frutto di uno stacco atteso da 1,023 euro (in crescita dagli 86 centesimi dello scorso anno). Seguono a ruota Banco Bpm (dividend yield dell’8,7%) e la PopSondrio (8,6%).

Per trovare la prima società non finanziaria bisogna scendere al nono posto in classifica, dove compare Mondadori. Il rendimento da dividendo atteso per il gruppo editoriale della famiglia Berlusconi è del 7%, e la cedola stimata da FactSet è di 14,9 centesimi. Si tratterebbe anche in questo caso di un incremento rispetto ai 14 centesimi staccati dagli utili 2024. (riproduzione riservata)