La staffetta nell’azionariato di Tim apre un nuovo capitolo per la società di telecomunicazioni. Poste Italiane è salita al 24,8%, comprando un 15% dai francesi di Vivendi (che scendono al 2,5%). Con questa mossa Poste diventa il primo azionista di Tim e può mettere in atto una serie di sinergie e partnership con l’ex monopolista della telefonia. I titoli di Poste Italiane e Tim aprono la seduta del 31 marzo alla Borsa di Milano, la prima dopo l’ufficialità dell’operazione, in calo rispettivamente dell’1% e dello 0,6% (dato alle 9:30 del 31 marzo).
L’operazione con i francesi è stata effettuata a un prezzo di 0,2975 euro per ogni azione Tim, per un valore totale di 684 milioni. Poste Italiane aveva già comprato il 9,8% di Tim da Cdp a febbraio e ora si avvicina al 25%, soglia che farebbe scatterebbe l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto (opa). Tuttavia, l’azienda guidata da Del Fante ha chiarito di non avere intenzione di farlo.
Il nuovo assetto azionario arriva dopo lo scorporo della rete, venduta per 18,8 miliardi nel 2024 a una cordata composta dal fondo americano Kkr, il Ministero dell’Economia e il veicolo italiano F2i.
Ma cosa possono fare Poste e Tim insieme? «Secondo Poste, l’operazione rappresenta un investimento strategico volto a ricoprire il ruolo di azionista industriale di lungo termine, favorendo la creazione di sinergie, apportando valore aggiunto per gli stakeholder e sostenendo il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia», sottolineano gli analisti di Banca Akros, che riducono il rating di Poste da buy ad accumulate alzando però il prezzo obiettivo a 17,5 euro (da 16,5 euro).
Al momento le due società starebbero lavorando su diverse ipotesi, alcune delle quali includono la partecipazione di un terzo soggetto: Iliad. «Di fatto, il progetto di integrazione tra Tim e Iliad - in particolare tra la divisione consumer e le attività italiane di Iliad - è considerato un'interessante prospettiva per avviare un consolidamento del mercato italiano», proseguono gli esperti. «Inoltre, i negoziati sono in una fase avanzata per la fornitura di servizi che consentiranno a Postepay di accedere all'infrastruttura di rete mobile di Tim dal 2026».
Poi, Poste Mobile, il ramo attivo nella telefonia mobile di Poste. «L’operazione fornisce opzionalità a Poste, con spazio per estrarre maggiore valore da Poste Mobile», ritengono gli analisti di Equita. Infine, sono in fase di valutazione partnership industriali in diversi settori: servizi Ict, contenuti media, servizi finanziari, assicurativi e di pagamento, energia. (riproduzione riservata)