Bond, ecco quanto rende la nuova obbligazione da 750 milioni di Poste Italiane dopo la promozione di Moody’s
Bond, ecco quanto rende la nuova obbligazione da 750 milioni di Poste Italiane dopo la promozione di Moody’s
Poste Italiane torna sul mercato obbligazionario dopo 5 anni. Collocata presso investitori istituzionali un'emissione senior a tasso fisso: ordini oltre tre volte l’ammontare offerto. Per Intesa Sanpaolo l’upgrade del rating dell’Italia da parte di Moody’s può avere un effetto positivo sui rating delle seguenti società investment grade: A2A, Acea, Adr, Eni, Hera, Leonardo e Terna

di Francesca Gerosa 26/11/2025 10:57

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Poste Italiane torna sul mercato obbligazionario dopo cinque anni anche grazie al miglioramento del rating, lunedì 24 novembre, da parte di Moody's da Baa3 a Baa2 in scia alla promozione dell’Italia. La società guidata da Matteo Del Fante ha collocato con successo presso investitori istituzionali un'emissione senior a tasso fisso da 750 milioni di euro con scadenza a 5 anni (3 dicembre 2030) realizzata nell’ambito del suo programma Euro Medium Term Notes da 2,5 miliardi.

Quanto rende il nuovo bond a 5 anni dopo la promozione di Moody’s

L’emissione (rating atteso BBB+ per S&P, Baa2 per Moody’s e BBB+ per Scope), che è stata ben accolta con una richiesta pari a oltre tre volte l’ammontare offerto (2,4 miliardi la picco), offre una cedola fissa annuale del 3% con un rendimento effettivo a scadenza del 3,045%.

Elevato l’interesse da parte degli investitori internazionali provenienti principalmente da Francia, Benelux, Germania e Austria. L’operazione, a cui ha lavorato il cfo di Poste, Camillo Greco, è finalizzata alla diversificazione delle fonti di finanziamento, a gestire l’operatività del gruppo e ad avere un profilo debitorio, in termini di scadenze, un po’ più lungo, oltre che a ricostituire le riserve di liquidità.


Joint bookrunner dell'emissione Barclays, Bnp Paribas, BofA Securities, Citi, Crédit Agricole Cib, Deutsche Bank, Imi-Intesa Sanpaolo, Ing, Mediobanca, Morgan Stanley, Société Générale e Unicredit.

L’ultima obbligazione simile nel 2020

L’ultima emissione simile risale al 2 dicembre del 2020 quando Poste Italiane ha collocato un’obbligazione in due tranche da 4 e 8 anni per un totale di 1 miliardo di euro con richieste pari a cinque volte l'offerta. Invece, il 16 giugno del 2021 ha piazzato la sua prima emissione obbligazionaria perpetua subordinata ibrida del valore di 0,8 miliardi con una richiesta pari a 4 volte l’offerta (oltre 3 miliardi).

Moody’s apprezza i solidi indicatori di credito di Poste

La qualità del credito di Poste è strettamente correlata a quella del governo italiano (Moody's ha promosso l'Italia dopo 23 anni, alzando il rating a Baa2).

Il rating, ha sottolineato l’agenzia americana nel promuovere Poste, riflette il solido profilo aziendale della società, sostenuto dalla sua posizione di leadership come operatore postale italiano e fornitore di servizi finanziari, nonché dai suoi risultati operativi e dai suoi indicatori di credito costantemente solidi.

Infatti, i risultati operativi di Poste hanno continuato a migliorare nei primi nove mesi del 2025 con ricavi in crescita del 4% su base annua e un utile operativo che ha raggiunto la cifra record di 2,5 miliardi di euro, in crescita del 10% rispetto all'anno precedente. L'azienda ha confermato il suo obiettivo di ebit rettificato di 3,2 miliardi per l'intero anno. Questo obiettivo è stato rivisto al rialzo dopo i risultati del primo semestre.

L'agenzia di rating ha previsto che Poste continuerà a implementare con successo il suo piano strategico, facendo leva sulla sua ampia base clienti e sulla sua piattaforma di distribuzione, e prevede che i suoi funds from operations si manterranno intorno ai 3 miliardi all'anno fino al 2027.

I solidi indicatori di credito dell'azienda, con una leva finanziaria che rimarrà inferiore a 1,5 volte fino al 2026, offrono la flessibilità finanziaria necessaria per far fronte al previsto aumento degli investimenti e all'aumento dei dividendi, nonché all'accelerazione della politica di m&a dell'azienda.

L’impatto dell’upgrade di Moody’s sulle società investment grade

«Riteniamo che il recente upgrade del rating dell’Italia da parte di Moody’s possa avere un effetto positivo a catena sui rating delle seguenti società investment grade coperte dalla nostra analisi: A2A, Acea, Adr, Eni, Hera, Leonardo e Terna», sottolinea Maria G. Tronconi, esperta dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo. «A nostro avviso, il momentum positivo dei rating potrebbe sostenere la performance obbligazionaria di queste società, considerando che offrono un rendimento soddisfacente rispetto ai Btp italiani di pari durata, anche se il rating sovrano limita la maggior parte dei rating di queste società di uno scalino e addirittura di due scalini nel caso di Eni. Nel segmento investment grade, confermiamo la nostra raccomandazione buy sui bond senior di Adr e Terna». (riproduzione riservata)