Pier Silvio Berlusconi: perdere il sindaco di Milano dopo Sala sarebbe segnale fortissimo. Io in politica? Non lo escludo
Pier Silvio Berlusconi: perdere il sindaco di Milano dopo Sala sarebbe segnale fortissimo. Io in politica? Non lo escludo
Il numero uno di Mediaset parla delle prossime elezioni comunali nel capoluogo lombardo: serve un candidato che viva la città. E conferma l’endorsement sul governo Meloni: il migliore d’Europa. E boccia lo jus scholae: non è una priorità

di Nicola Carosielli 09/07/2025 13:42

Ftse Mib
40.077,88 6.55.53

-1,11%

Dax 30
24.255,31 23.50.29

-0,82%

Dow Jones
44.371,51 7.21.56

-0,63%

Nasdaq
20.585,53 23.50.29

-0,22%

Euro/Dollaro
1,1692 23.00.29

-0,08%

Spread
87,45 17.29.37

-4,52

«Io ho 56 anni, mio padre ne aveva 58 quando entrò in politica». Forse bisognerà richiederglielo tra due anni o forse la discesa in campo non avverrà mai.  Eppure, Pier Silvio Berlusconi non riesce a nascondere la passione per la politica. Sicuramente, qualora dovesse avvenire sarebbe a livello nazionale, ma ragionare sulle comunali resta un esercizio. Almeno al termine della serata di presentazione dei palinsesti Mediaset, martedì 8. 

«Io oggi non ho nessuna intenzione e non penso alla politica. Guardando al futuro non lo escludo», ha spiegato Berlusconi, «ma così come non escludo tante altre cose nella mia vita, ossia che a un certo punto io possa dire “sai che c’è, una sfida completamente nuova, perché no?”. Ma è sciocco parlarne oggi, perché oggi non ha alcuna concretezza».

Commentando le prossime sfide politiche del centrodestra a Milano, Berlusconi ha sottolineato come la scelta dei candidati sia fondamentale, specialmente dopo l’insuccesso del centrodestra a Genova: «Una eventuale vittoria a Milano dipende dal candidato, l’importante è che sia dentro la società, sia percepito dalla comunità, altrimenti è finita». Certamente, ha affermato Berlusconi, «se perdiamo dopo Beppe Sala, è un segnale fortissimo. Milano va considerata materiale d’appartenenza. È una città simbolo, fondamentale per la nostra storia politica e imprenditoriale», ha aggiunto.

A chi gli chiedesse se potesse essere interessato a una possibile discesa in campo nel capoluogo lombardo, ha ammesso: «Non vivo a Milano, ci vengo poco; la mia vita è tra Cologno, Madrid, Monaco, Roma e la Liguria». Ma ha sottolineato: «Io amo il rapporto con le persone. La passione nei confronti del rapporto con le persone normali è una cosa che a me travolge, quindi tendo a far coincidere la politica con questa passione, ma la politica è anche tante altre cose, tra cui compromessi trattativa, quindi non lo so...».

Berlusconi: la Meloni? Miglior governo d’Europa

Intanto, Berlusconi non manca di ribadire l’endorsement al governo Meloni: «Al di là della destra o della sinistra, penso che il nostro governo sia uno dei migliori d'Europa, per non dire oltre. Si tratta di concretezza e consapevolezza». E ha aggiunto: «Sta facendo un lavoro unico, donna, giovane, venuta da nulla, ha messo su il miglior governo d’Europa, con grande serietà, impegno e - permettetemi una parola desueta ma che a me piace - patriottismo, non nazionalismo, che è una cosa diversa», ha sottolineando dialogando con i giornalisti.

Su Forza Italia: meno male che Tajani c’è ma servono facce nuove

Su Forza Italia, il partito fondato dal padre ed ex premier Silvio, Piersilvio è stato netto: «Se non ci fosse Tajani bisognerebbe inventarlo, questo non vuol dire che non si possa sempre fare meglio. Stimolo Tajani a guardare avanti e introdurre nel partito presenze nuove, che non vuol dire necessariamente giovani, e idee nuove. Il mondo della politica oggi ha una mancanza di leadership, bisogna fare crescere nuovi leader», ha aggiunto l'ad di Mfe sempre a margine della presentazione dei nuovi palinsesti Mediaset. «Forza Italia deve essere una forza liberale e moderata che guarda al centrodestra, con una spinta progressista sui diritti di tutti. Nello spazio tra la sinistra che sono Cinque stelle e Pd e dall'altra parte Fratelli d'Italia e la Lega. C'è in mezzo uno spazio gigante che è quello di come la pensa la maggior parte degli italiani».

La bocciatura dello Jus Scholae

«Io personalmente sono favorevole allo Ius Scholae, lo sento profondamente. Se un ragazzo ha fatto un percorso scolastico qui, è italiano più di me». Così Pier Silvio Berlusconi, sulla proposta avanzata proprio da Forza Italia. Poi ha però precisato che non ritiene sia una priorità politica in questo momento: «Non è questione ideologica, ma di tempistiche. Oggi in Italia ci sono quattro o cinque temi più urgenti da affrontare. Il principio è giusto, ma i tempi vanno valutati. Parlo anche da padre: mi sembra una questione di buonsenso. Mi sorprende che sia ancora divisiva. Ma bisogna scegliere con attenzione cosa viene prima», ha concluso. Immediata la reazione del vicepremier Matteo Salvini: «Partita chiusa, tema archiviato, se ne occuperà semmai la sinistra fra trent'anni se vincerà»  (riproduzione riservata)