Il 2025 si preannuncia positivo per le mid-small cap italiane. «Un taglio dei tassi più aggressivo da parte della Bce, unito all'atteso miglioramento dei Pmi manifatturieri e all'imminente lancio del fondo di fondi nella prima parte del 2025, dovrebbe sostenere le mid-small cap italiane», prevede Andrea Scauri, gestore azionario Italia presso Lemanik.
Crescita globale nel 2025 uguale al 2024
I dati macroeconomici di novembre hanno confermato la solidità dell'economia statunitense, mostrando solo una lieve perdita di slancio. In Europa, la ripresa rimane debole, mentre in Cina le prospettive economiche dipenderanno dagli stimoli che le autorità metteranno in atto e dall'evoluzione della politica commerciale statunitense. «Guardando al 2025, ci aspettiamo un'economia globale su livelli simili a quelli del 2024: circa +3,2%, con significative divergenze regionali e banche centrali meno sincronizzate», sottolinea l’esperto.
L’effetto Trump
L'elemento critico sarà Trump, con effetti degli interventi sul commercio, la deregolamentazione, la politica fiscale e l'immigrazione difficili da prevedere nella loro portata. «Con le banche centrali che hanno un ampio margine di manovra per tagliare i tassi e iniettare liquidità per finanziare i crescenti deficit pubblici, e considerando la prospettiva di un'economia che eviti la recessione, continuiamo a vedere le azioni come una copertura migliore rispetto alle obbligazioni», continua Scauri che al momento mantiene una visione neutrale/leggermente positiva sui mercati azionari, in attesa che alcuni catalizzatori acquisiscano maggior visibilità e inizino a concretizzarsi in Europa, dove gli indici scambiano a valutazioni significativamente più basse rispetto agli Stati Uniti.
Tre i fattori chiave da tenere d'occhio: la Bce, che potrebbe attuare tagli dei tassi più significativi del previsto; le nuove misure di stimolo in Cina; la possibilità di un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina; i cambiamenti di leadership in Germania, con un allentamento delle regole fiscali e nuovi stimoli economici.
I settori più promettenti
In questo contesto Scauri rimane costruttivo sul settore immobiliare, ha un approccio molto selettivo su banche e small/mid cap e non investe in nomi industriali ciclici. «Non siamo stati esposti al settore automobilistico e riteniamo che sia ancora troppo presto per avere una visione positiva. Lo stesso vale per il settore dei semiconduttori», precisa il gestore. «Non abbiamo, quindi, investito in Stellantis e Stm perché continuiamo a ritenere che entrambi i titoli non abbiano ancora toccato il fondo. Abbiamo mantenuto il nostro posizionamento sul Monte dei Paschi e questo approccio si riflette anche nel nostro investimento in Tenaris così come l'esposizione all’azione Tim risparmio e a Unipol».
Le nuove azioni nel portafoglio per il 2025 di Lemanik
Scauri ha anche apportato alcune modifiche al portafoglio di Lemanik. In particolare, ha aumentato la posizione su Banco Bpm, dove si aspetta un rilancio del prezzo dell'offerta da parte di Unicredit. Al contempo, ha costruito una nuova posizione su DiaSorin, sulla scorta di un atteso miglioramento dell'attività negli Stati Uniti, e su Interpump, «poiché riteniamo che l'esposizione industriale all'attività statunitense possa giocare un ruolo di traino per una società di qualità, che tratta vicino alla parte inferiore del range di valutazione». Infine, tra le medium e small cap, Scauri ritiene interessanti a questi prezzi Revo Insurance, Fincantieri e Newlat. (riproduzione riservata)