Piazza Affari, le 15 azioni per proteggere il portafoglio in caso di recessione
Piazza Affari, le 15 azioni per proteggere il portafoglio in caso di recessione
Per Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik, i flussi escono dal mercato statunitense e si riposizionano in Europa (indice Eurostoxx 50 sui livelli del 1999). Non solo il pil ma anche la crescita degli utili societari mostra segni di rallentamento negli Stati Uniti. Ecco il mix vincente di azioni quotate sul listino milanese

di Francesca Gerosa 11/03/2025 14:01

Ftse Mib
39.712,66 23.50.06

+0,45%

Dax 30
23.288,06 23.50.06

-0,40%

Dow Jones
41.964,63 5.27.58

+0,92%

Nasdaq
17.750,79 23.50.06

+1,41%

Euro/Dollaro
1,0908 5.34.58

+0,28%

Spread
110,73 17.29.44

-0,64

L'indice Eurostoxx 50 è tornato ai livelli del 1999. Il livello di 5.450 punti (l’11 marzo a 5.382 punti) è una resistenza chiave che, se rotta al rialzo, può portare l'Eurostoxx 50 a ridurre il gap con l’S&P500, secondo Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik. «La nostra sensazione è che i flussi stiano uscendo dal mercato statunitense, che attualmente pesa per il 70% dell'asset allocation mondiale e si stiano riposizionando anche in Europa. Basta un misero 10% di riallocazione sul mercato europeo per avere un effetto molto significativo sull'indice Eurostoxx 50. Questo è già visibile con una sovraperformance dell'indice Eurostoxx 50 rispetto all'S&P500 di quasi 12 punti percentuali da inizio anno», precisa il gestore.

Scauri (Lemanik): approccio più cauto sull’azionario

L'attenzione del mercato si è concentrata su Donald Trump e le tensioni commerciali, sull’esito delle elezioni in Germania e sui segnali di rallentamento della velocità di crescita negli Stati Uniti. «L’escalation di tensioni commerciali sta creando incertezza sui mercati e potrebbe generare una serie di negoziati bilaterali tra Washington e i Paesi colpiti per migliorare le condizioni applicate», continua Scauri, convinto che questa nuova fase di tensioni commerciali porterà inevitabilmente volatilità sui mercati. In particolare, bisognerà vedere se queste decisioni saranno negoziate o se avranno effetti concreti sulle aziende. «A nostro avviso, ci troviamo nel primo scenario, ma l'incertezza potrebbe ritardare le decisioni di investimento e, dopo la forte sovraperformance dei mercati europei rispetto a quelli statunitensi dall'inizio dell'anno, riteniamo che nel breve termine sia opportuno un approccio più cauto», avverte l’esperto di Lemanik.

Anche con la svolta storica della Germania 

Quanto ai risultati delle elezioni in Germania sono stati moderatamente positivi per i mercati, evitando lo scenario più critico di una forte crescita dei partiti estremisti. Il leader dei cristiano-democratici Friedrich Merz, probabile prossimo cancelliere, insieme al suo potenziale alleato di coalizione, il Partito Socialdemocratico, ha annunciato un piano di spesa mirato a rafforzare le infrastrutture e potenziare il settore della difesa. Secondo le stime, nei prossimi dieci anni il Paese potrebbe dover ricorrere a un ulteriore indebitamento per circa 1.000 miliardi di euro.

Ma il ministro delle Finanze tedesco, Joerg Kukies, il 10 marzo dall’Eurogruppo ha ribadito il no del governo tedesco agli eurobond e ancor più nello specifico a titoli comuni per finanziare le spese militari dei singoli Paesi, sì invece a una maggior flessibilità sulle regole di Bilancio degli Stati per aumentare le loro spese in armamenti e difesa. «Se la Germania decidesse di utilizzare il suo spazio fiscale: debito pubblico/pil al 62% per rilanciare l'economia, sarebbe sicuramente un segnale positivo per gli investitori, che potrebbe essere amplificato in caso di tregua nel conflitto in Ucraina», prevede Scauri.

Preoccupa la crescita negli Stati Uniti

Preoccupano, invece, i segnali di rallentamento della velocità di crescita negli Stati Uniti, con l'ultimo Nowcast della Fed di Atlanta che prevede una crescita del pil reale annualizzato del +2,3% rispetto al +3,2% del mese scorso. Anche la crescita degli utili societari mostra segni di rallentamento (la crescita degli utili 2025 per l'indice Msci Usa è ora a +10% dal +12% di inizio anno, per l'Msci World a +8% dal +9%), con revisioni al ribasso particolarmente evidenti nei settori automobilistico e delle costruzioni, mentre tra le eccezioni positive spiccano le banche e i servizi finanziari.

Queste preoccupazioni sul fronte macroeconomico hanno spinto al ribasso i rendimenti obbligazionari. Negli Stati Uniti il Treasury decennale è sceso di 30 punti base al 4,24% (l’11 marzo al 4,22%), mentre l'inflazione prevista è scesa di 6 punti base al 2,37%, con una conseguente riduzione di 24 punti base dei tassi reali. In Europa il calo dei rendimenti è stato più contenuto: il Bund è calato al 2,4% (l’11 marzo al 2,87%), mentre il rendimento del Btp italiano è rimasto sostanzialmente stabile al 3,5% (l’11 marzo al 3,92%), con lo spread in leggero aumento a 114 punti base.

Il mix vincente di azioni

In questo contesto i fondi sono ben posizionati sui titoli della difesa. «Lo scontro Trump/Zelensky e il fondo extra deficit Ue da 400 miliardi dedicato alla difesa portano questi titoli a beneficiare di una massiccia entrata nei prossimi mesi», continua Scauri la cui asset allocation è ben bilanciata con la giusta combinazione di titoli growth a multipli relativamente convenienti, come Diasorin, titoli legati alle materie prime con un elevato valore non sfruttato, come le azioni di risparmio di Danieli, nomi ciclici con un limitato margine di revisione al ribasso degli utili, Stellantis per esempio, opzioni di M&A nel settore bancario: Banco Bpm, Mps, Mediobanca e Generali e naturalmente i titoli della difesa, ossia Leonardo e Fincantieri.

«Confermiamo, inoltre, il nostro investimento in Campari, sulla base della nostra ipotesi che la valutazione abbia toccato il fondo. Mentre il nostro posizionamento sulle small/mid cap», conclude Scauri, «rimane concentrato su pochi titoli di qualità/turnaround: Newlat, Fincantieri, Dovalue, Lottomatica, Tim risparmio». (riproduzione riservata)