Piazza Affari, 25 azioni a sconto su cui puntare contro volatilità e rischio della bolla AI
Piazza Affari, 25 azioni a sconto su cui puntare contro volatilità e rischio della bolla AI
I conti di Nvidia hanno fatto tirare un sospiro di sollievo alle borse mondiali e allontanato la paura della bolla AI. Ma le valutazioni del tech restano alte e sui mercati torna la volatilità. Soluzione? Puntare su azioni a sconto. Ecco 25 occasioni sul Ftse Mib

di di Marco Capponi 21/11/2025 21:00

Ftse Mib
42.298,17 17.40.00

-0,85%

Dax 30
23.239,18 23.30.16

+0,64%

Dow Jones
46.448,27 4.06.47

+0,44%

Nasdaq
22.872,01 23.30.00

+2,69%

Euro/Dollaro
1,1523 4.38.41

-0,05%

Spread
75,00 17.29.56

-1,47

Può una sola società, per quanto essa sia la più grande al mondo con una capitalizzazione sopra i 4 mila miliardi di dollari, decidere con i suoi conti record le sorti dell’intero mercato azionario globale? Sì, se questa società si chiama Nvidia e sta costruendo, di fatto, tutta l’infrastruttura che permette il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale.

E sì per la seconda volta se i suoi conti continuano a macinare record su record, allontanando il timore che i titoli dell’AI siano eccessivamente sopravvalutati. Almeno in teoria. Perché dopo l’illusione dello scampato pericolo e un rally iniziale, il mercato azionario americano durante la seduta di giovedì 20 novembre ha completamente cambiato senso di marcia, continuando a vivere quella fase di difficoltà in atto all’incirca da inizio mese. Tanto che il Nasdaq ha chiuso le negoziazioni in calo del 2,2%, e l’S&P 500 dell’1,6%. La stessa Nvidia, partita con un rialzo del 5% dopo i conti, ha invertito la rotta a metà seduta, chiudendo al ribasso del 3,2%.

Un mercato troppo caro?

A contribuire alla flessione dei mercati dopo l’illusione della trimestrale di Nvidia è stato anche il ritorno dei dati sul lavoro Usa dopo il più lungo periodo di shutdown nella storia degli Stati Uniti. A settembre l’economia americana ha prodotto più posti delle attese (119 mila, il doppio delle stime), raffreddando la possibilità che la Fed possa tagliare i tassi nel corso della prossima riunione di politica monetaria. Anche se il giorno dopo, venerdì 21, il presidente della Fed di New York John Williams ha aperto alla possibilità di un taglio a dicembre, riportando un po’ di ottimismo sulle borse.

Il mercato resta però molto teso, con la volatilità (indicata dall’indice Vix) che viaggia intorno ai 26 punti, ai massimi dallo scorso aprile. La paura più grande rimane quella legata alle valutazioni, e in particolare a quelle dei titoli dell’AI: l’indice Msci Acwi Imi Robotics & AI, uno dei principali benchmark del settore, tratta a 28 volte gli utili attesi, livelli che evocano fantasmi di bolle passate. Mentre l’indice Msci World Semiconductors tratta addirittura a 30 volte gli utili attesi. Per capire il metro di paragone l’indice delle azioni globali Msci World, comunque parecchio caro, tratta a 20 volte gli utili attesi, mentre l’S&P 500 è intorno alle 22. Insomma: AI e chip sono perfino più cari di indici tutt’altro che a buon mercato.

Le possibili soluzioni

Che le borse, e in particolare i titoli della tecnologia, dovessero prima o poi riprendere fiato era nell’aria da tempo. Ma i cali dell’ultima settimana, peraltro in un mese storicamente positivo come novembre, fanno tremare anche i più ottimisti. Tolti alcuni mercati emergenti e di frontiera, nessuno tra i principali indici globali ha archiviato l'ultima settimana con il segno più.

Cosa fare oggi in portafoglio? Andare a vendere in fasi di ribasso, soprattutto la parte core e più strategica del portafoglio, non è mai la scelta migliore: tanto più se si sta investendo con la formula del piano di accumulo, che quando i mercati scendono compra più quote degli strumenti finanziari, siano essi azioni, fondi o Etf. Quello che invece si può fare fin da subito è andare a individuare chi è rimasto indietro nella corsa, e magari adesso ha margini per crescere.

Caccia agli sconti

Insomma, se il problema sono effettivamente le valutazioni dell’AI, il rimedio potrebbe essere quello di andare a caccia di titoli sottovalutati. Una sorta di Black Friday delle borse, visto che il venerdì dei maxi-sconti su migliaia di beni di consumo e servizi arriverà proprio il prossimo 28 novembre.

Cercare titoli sottovalutati è una strategia che premia già da un po’ di tempo. Basti pensare che un Etf sulle azioni globali esposto al fattore (cioè lo stile di investimento) value da inizio anno sta guadagnando, per un investitore in euro, il 17%, contro il 5,9% di un corrispettivo generalista.

Investire value, come insegna Warren Buffett, consiste proprio nell’individuare tramite l’analisi fondamentale i titoli potenzialmente sottovalutati rispetto al loro valore intrinseco, che possono sprigionare il risultato nel corso del tempo, nell’ottica di portafogli di lungo periodo.

Il value sta correndo così tanto, secondo gli analisti, proprio per un tema di valutazioni: raramente nella storia c’era mai stato un divario così grande tra quelle delle azioni value e quelle delle azioni ad alta crescita, o growth. Attualmente l’indice Msci World Value tratta a 15 volte gli utili attesi, mentre l’Msci World Growth è a 29 volte.

Black Friday in Piazza

La borsa di Milano può rappresentare un ottimo terreno per i cacciatori di sconti. L’indice Msci Italy, che include grandi capitalizzazioni (quindi il Ftse Mib) e medie (il Ftse Mid), coprendo l’85% dell’universo azionario tricolore, tratta a un p/e prospettico inferiore a 12. Decisamente a buon mercato. E questo nonostante il +24% del Ftse Mib da inizio anno, trainato soprattutto da banche e difesa.

Per individuare i titoli più a sconto oggi MF-Milano Finanza ha riunito, nella tabella in basso, 25 azioni dell'Euronext Milan (segmento Egm escluso) con almeno 500 milioni di euro di capitalizzazione di mercato, ordinati per distanza tra p/e atteso a fine 2025 e p/e medio degli ultimi cinque anni. In altre parole, a sconto. Sono state inoltre considerate solo le società coperte da almeno quattro analisti (per una questione di pluralità di giudizi sull’azienda) e con un potenziale rialzo di almeno il 5% rispetto ai prezzi attuali.

Sul podio compaiono società quotate molto diverse tra loro. Al primo posto c’è Nexi, a sconto dell’88% dopo un anno particolarmente complesso sul versante borsistico (-24,5% il total return). Ma per gli analisti ora la società dei pagamenti digitali può rimbalzare, tanto che il consenso le attribuisce un potenziale di upside del 54%. Segue Mondadori, reduce da un anno senza sussulti in borsa (-1% il total return). L’azienda editoriale della famiglia Berlusconi tratta con uno sconto del 71% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, ma secondo gli analisi può apprezzarsi del 37%. Mondadori figura anche (insieme all’altra quotata dei Berlusconi, Mfe) tra i titoli più interessanti secondo Andrea Randone, head of mid small cap research di Intermonte: «Un settore interessante è quello dei media, in cui vediamo con interesse Mfe dopo l’acquisizione di Prosieben e Mondadori, leader in Italia nel settore libri scolastici e non. Sono società che pagano dividendi alti e hanno valutazioni interessanti sul free cash flow».Terzo gradino del podio, quasi a pari merito (55% di sconto) per Inwit e Webuild: la prima, dopo un anno negativo, potrebbe rialzarsi fino al 37%, mentre la seconda potrebbe proseguire il momentum positivo. Webuild ha infatti registrato nell’ultimo anno un total return del 25%, ma rimane secondo gli analisti ampiamente sottovalutata per il valore potenziale.

Tech all’italiana

Per Randone oggi il settore più interessante è però un altro: quello del digitale e IT. Un esempio è il titolo Reply, che tratta a sconto del 25% rispetto alla media degni ultimi cinque anni e in borsa è sceso nell'ultimo anno del 25%. «I conti non sono andati affatto male», dice l’esperto. «Il titolo ha subito un forte de-rating rispetto al resto del mercato».

L’esperto cita anche due società che non compaiono in tabella ma che secondo lui possono dare buone soddisfazioni: «Sesa e Txt e-Solutions». Non è un paradosso che il tech italiano sia così a sconto, proprio l’opposto di quanto sta avvenendo a livello globale? «Le società tecnologiche italiane sono aziende di IT consulting, che hanno come realtà di riferimento a livello internazionale Accenture e Capgemini», osserva Randone. «Si tratta di società che da inizio anno sono tutte in calo, rispettivamente del 32% e 20%. La preoccupazione sul settore è che l’AI possa aiutare i loro clienti ad automatizzare alcune attività, ma per noi sono paure sovrastimate: i consulenti IT impegnati in progetti innovativi e non routinari non perderanno il lavoro, perché il loro supporto è necessario ai clienti per indirizzare i percorsi di trasformazione tecnologica».

I perdenti dell’AI

Anche nel resto d’Europa alcuni rami del settore digitale possono offrire occasioni a sconto, come segnala Tom O’Hara, investment director european equities di Gam: «Oggi il mercato europeo offre opportunità proprio nelle aree più ignorate durante la corsa ai titoli legati all’intelligenza artificiale. L’enorme concentrazione di flussi verso pochi temi, cioè hyperscaler, semiconduttori, energia per i data center, ha lasciato indietro interi settori». Qui si possono trovare, aggiunge il money manager, «società che il mercato considera vulnerabili all’automazione: ad esempio quelle di media e advertising, di software non legato all’AI, servizi IT tradizionali, call center, alcuni titoli del gaming. In molti casi le valutazioni sono crollate a livelli estremi: multipli attesi di 5-10 volte gli utili, contro le 15 dell’indice europeo».

Dai consumi al lusso

Un secondo gruppo che O’Hara monitora con attenzione «è quello dei consumi discrezionali: auto, retail, abbigliamento sportivo». Qui il problema è stato macro: «Il consumatore europeo ha meno potere d’acquisto dopo lo shock inflazionistico». Ma il mercato, evidenzia, «ha già prezzato scenari severi, e molti titoli quotano su multipli compressi». E per finire c’è il lusso, come segnala Randone: «Abbiamo recentemente alzato il prezzo obiettivo su Moncler e Brunello Cucinelli, che sono tornate a livelli valutativi ragionevoli e hanno un outlook interessante». Stesso discorso vale per Lottomatica, che tratta al 15% di sconto rispetto agli ultimi cinque anni ma secondo il consenso può salire ancora del 39%. E questo nonostante un total return dell’ultimo anno pari al 68%. (riproduzione riservata)

Approfondimento: l’effetto Black Friday sulle borse Usa

Dietro le luci scintillanti e i jingle pubblicitari il Black Friday è diventato da anni un indicatore per analisti ed esperti di mercato, che lo utilizzano - soprattutto in America - come termometro dello stato di salute dell’economia. In altre parole, un anticipatore delle trimestrali di fine anno, che arriveranno soltanto a partire da febbraio-marzo.

Quest’anno in particolare il Black Friday arriva in una fase particolarmente critica delle borse, che dopo mesi di rally a doppia cifra da qualche settimana a questa parte stanno facendo i conti con un ciclo di vendite importanti, associate alle valutazioni eccessive raggiunte dai titoli dell’intelligenza artificiale. In questo contesto, l’andamento del Black Friday può essere significativo per le sorti di molti titoli quotati in borsa e perfino del mercato azionario stesso.

Se fino a qualche anno fa gli operatori di mercato si limitavano ad analizzare il giorno stesso del Black Friday per capire quale fosse la propensione alle spese non necessarie, oggi si tende a considerare la ricorrenza come un lungo periodo di consumi che va da metà novembre alla vigilia delle festività natalizie. In questo periodo, stima la National Retail Federation americana, potrebbe essere superato per la prima volta nella storia il traguardo dei 1.000 miliardi di dollari di spese, segnando una crescita rispetto allo scorso anno nella forbice 3,7-4,2%.

Se la mole di denaro in campo è così elevata, la domanda successiva è quasi scontata: quali possono essere le implicazioni per la borsa? Vari studi di mercato hanno provato a cercare delle correlazioni dirette, ma senza individuare relazioni statistiche significative. Un’analisi di Marketwatch su dati Dow Jones ha mostrato che negli ultimi 73 anni l’S&P 500 è salito, il giorno stesso del Black Friday (giorno di chiusura anticipata), nel 70% dei casi, con una media dello 0,26%. Ma nell’ultimo decennio la media è negativa dello 0,27%. Insomma, investire sulla base di aspettative da Black Friday rischia di essere inutile se non proprio dannoso per il portafoglio.

Perché allora sempre più analisti guardano con attenzione a quello che succede nel giorno (o meglio, nelle settimane) dello shopping sfrenato? «Per gli investitori, il Black Friday non rappresenta un motivo per aprire posizioni tattiche in un singolo giorno», riassume Francesco Bergamini, head of representative office in Italia del broker regolamentato Freedom24. «È piuttosto un indicatore informativo, utile per valutare la reale tenuta della domanda dei consumatori a fine anno: la forza della spesa delle famiglie, la qualità della conversione online, l’efficacia della personalizzazione dell’offerta tramite AI e la sensibilità ai prezzi».

Insomma, il Black Friday non riguarda più solo gli sconti dei prodotti. Per un investitore è, al giorno d’oggi, una vera e propria radiografia dell’economia dei consumi, soprattutto negli Stati Uniti. Quasi come una trimestrale aggiuntiva per titoli come Amazon, Alphabet-Google, gli e-commerce come Shopify e le fintech dei pagamenti digitali come PayPal: queste le quattro aziende che, secondo Freedom24, dovranno essere osservate con un particolare occhio di riguardo durante le settimane degli sconti e dello shopping pre-natalizio. Metriche come l’andamento delle vendite online, l’utilizzo di piattaforme web per fare gli ordini, la profondità delle promozioni e le modalità di pagamento vanno letti, spiega il broker, quasi alla stregua dei fondamentali di bilancio delle aziende, utili a capire la qualità dei loro investimenti, l’apprezzamento da parte dei clienti e quindi, in futuro, le possibili ripercussioni su fatturati e utili. Tutti i dati fin qui analizzati, aggiunge Bergamini, «aiutano a calibrare le aspettative in vista dei conti del quarto trimestre, soprattutto nei settori del retail, dell’e-commerce, dei pagamenti e del buy-now-pay-later». (riproduzione riservata)