Ecco le azioni che possono stupire nel 2026 a Piazza Affari secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo
Ecco le azioni che possono stupire nel 2026 a Piazza Affari secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo
I bilanci del terzo trimestre sono stati migliori delle attese nel 51% dei casi, un’incidenza così alta non si vedeva dal 2022. E ora le aspettative sulla crescita degli utili per il 2026 sono più che buone (+13%). Il punto di Giampaolo Trasi, responsabile Equity & Credit Research Intesa Sanpaolo

di di Elena Dal Maso 21/11/2025 19:00

Ftse Mib
42.298,17 17.40.00

-0,85%

Dax 30
23.239,18 23.30.16

+0,64%

Dow Jones
46.448,27 4.06.47

+0,44%

Nasdaq
22.872,01 23.30.00

+2,69%

Euro/Dollaro
1,1523 4.38.41

-0,05%

Spread
75,00 17.29.56

-1,47

Dazi, guerre ed euro forte hanno fatto la loro parte, i cosiddetti venti contrari sui titoli di Piazza Affari. Che però alla prova dei conti del terzo trimestre 2025 hanno dimostrato di reggere gli urti esterni. Come emerge dall’analisi di Milano Finanza dai conti del periodo luglio-settembre di circa 140 società quotate del comparto industriale, il fatturato complessivo è cresciuto attorno all’1% a 455,074 miliardi di euro, l’ebitda è appena sceso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,43%), l’utile generale ha ceduto lo 0,66%, mentre è salito nel complesso l’indebitamento finanziario netto da 165,42 miliardi a 177,4 miliardi.

Le sorprese positive

Nei primi nove mesi del 2025, intanto, il Ftse Mib ha corso non poco (+25%) nonostante un autunno piuttosto volatile per la paura di multipli troppo elevati dei titoli legati all’intelligenza artificiale. L’indice è legato soprattutto alle banche e alle utilities. L'indice Star, invece, più concentrato sui titoli del comparto industriale, si è mosso poco (+3,8%). Il rally in borsa non ha quindi attraversato tutte le categorie e Piazza Affari promette di regalare qualche sorpresa positiva nel 2026. I dati, infatti, sono stati letti in maniera positiva da Giampaolo Trasi, responsabile Equity & Credit Research Intesa Sanpaolo. Lo specialista sottolinea infatti che «la stagione dei risultati del terzo trimestre in Italia ha esteso i segnali di miglioramento già emersi nei trimestri precedenti». I risultati che risultano Above expectations, ovvero sopra le attese degli analisti della banca, «sono saliti al 51% (dal 48% nel secondo trimestre 2025)», una percentuale che non si vedeva così alta dal terzo trimestre del 2022. «Quelli invece In Linea con le aspettative sono stati il 43%, mentre i conti sotto le attese (Below) si sono fermati al 6%.

La base di analisi è il campione su 83 società italiane quotate a Piazza Affari. In Europa, invece, i titoli sotto osservazioni sono circa 60. In questo caso le trimestrali sono risultate essere nel 46% dei casi sopra le attese (Above, rispetto al 47% del trimestre precedente) e nel 41% In Linea. I titoli finanziari, riprende Trasi, «una volta ancora hanno guidato il miglioramento, grazie alla crescita delle commissioni e dei ricavi da trading, con un margine d’interesse resiliente anche grazie ai volumi abbinato ad un minor costo del rischio. I titoli invece Non-Finanziari hanno tenuto bene pur in un contesto sfidante, compensando il fattore del cambio negativo con una combinazione fra prezzo finale di vendita ed efficienze operative», riprende l’esperto. Anche il segmento del risparmio gestito ha «contribuito al miglioramento, con ricavi da commissioni in crescita. Crediamo che tutto il comparto dei Finanziari dovrebbe beneficiare di condizioni di business ancora favorevoli nei prossimi trimestri».

Un bel 2026?

Date queste premesse, le prospettive di breve periodo sono «nel complesso, rassicuranti», ragiona Trasi. Con la disputa sulle tariffe tra Usa ed Eu «largamente definita e l’accordo di massima raggiunto tra Usa e Cina, anche le tensioni di tipo geopolitico ci sembrano meno pressanti rispetto ai mesi scorsi». A questo si aggiungano le «guidance confermate per oltre il 60% delle società e migliorate per il 30%: il 2025 è ormai in tasca e gli investitori possono adesso concentrare l’attenzione sulle prospettive 2026». A soli quaranta giorni dalla fine dell'anno le stime di consenso relative alla crescita degli utili 2026 «ci sembrano abbastanza ottimistiche», prosegue l’analista. «Infatti ci aspettiamo un’ulteriore miglioramento dell’utile per azione del 13% per il Ftse Mib e del 14% per l’EuroStoxx 50, l’indice delle blue chip europee. Tuttavia, se il quarto trimestre sarà anche solo in linea con le attese, l’uscita dal 2025 darà maggiore visibilità alle previsioni per il 2026». Secondo Trasi il comparto Finanziario (banche, risparmio gestito, assicurazioni) dovrebbe «continuare a beneficiare di condizioni operative favorevoli nei prossimi trimestri». Andando a guardare un confronto sulle attese relative alla crescita dell’utile per azione, a luglio 2025 era del -3%, completamente ribaltato per il prossimo anno con un’aspettativa del 13% circa.

Sciacquoni in borsa

Eppure, nonostante le buone trimestrali che abbiamo visto, le società che hanno registrato ricavi o margini anche solo in leggero calo rispetto al 2024 o che hanno espresso cautela sulle attese per il 2025 o i prossimi trimestri hanno registrato ondate di vendite a Piazza Affari. Spesso in doppia cifra, fino al 25%. Che cosa legge il mercato in più che non si vede a occhio nudo?

Secondo Trasi, i risultati societari, «prima ancora di essere giudicati buoni o cattivi in senso assoluto, devono essere letti rispetto alle aspettative di mercato, ossia rispetto ai dati di consenso di investitori ed analisti». E in questo specifico trimestre, i risultati andavano letti «alla luce di valutazioni che già incorporavano, in qualche caso, scenari di crescita piuttosto robusti: il Ftse Mib è salito del 25% da inizio anno, ed è più che raddoppiato negli ultimi 3 anni», avverte il capo degli analisti di Intesa Sanpaolo.

Bene i petroliferi

Se scorporiamo il comparto finanziario dalle trimestrali di Piazza Affari, fra i settori più in evidenza in termini di sorprese positive emerge il comparto Oil & Gas, ragiona Trasi, «su maggiori volumi di produzione del segmento upstream, migliori margini di raffinazione e ordini in crescita per il segmento degli oil contractor» (a Piazza Affari sono, per esempio, Saipem, Maire Tecnimont e Webuild, ndr).

Risultati sopra le attese anche nel caso di molte società del settore Beni e Servizi Industriali, con una «forte raccolta ordini nei segmenti della Difesa e delle reti per l’energia (di riflesso alla maggiore richiesta di energia per i processi di intelligenza artificiale) e l’effetto positivo della leva operativa».

Nei settori legati alla domanda per consumi, invece, prosegue lo specialista, i «titoli dei Beni di Lusso hanno visto un miglioramento della domanda dal Fareast e, in parte, dal Nord America e una ripresa degli ordini nel canale wholesale (vendita all'ingrosso, ndr). Meno brillanti i Beni di Consumo discrezionali».

Chi ha sorpreso

Quali sono le società che hanno sorpreso gli analisti di Intesa Sanpaolo nei conti del terzo trimestre? I risultati sopra le attese sono quelli di Acea, Azimut Holding, Banca Generali, Banca Mediolanum, Banca Mps, Banca Sistema, Banco Bpm, Bff, Brembo, Credito Emiliano, Datalogic, Davide Campari, De’ Longhi, Enav, Eni, Equita, Ferrari, FinecoBank, Fine Foods, Fnm, Generalfinance, Leonardo, Maire, Moltiply, Orsero, Poste Italiane, Prada, Prysmian, Rai Way, Recordati, Reply, Revo Insurance, Safilo, Saipem, Salvatore Ferragamo, Snam, Sogefi, Technogym, Technoprobe, Tenaris, Unicredit, Wiit.

In linea con le attese, invece, sono risultati essere i conti di A2A, Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, Anima Holding, Ariston Holding, Ascopiave, Avio, Banca Ifis, Brunello Cucinelli, Buzzi Unicem, Cementir, De’ Longhi, doValue, Elica, Enel, Erg, Fila, Fincantieri, Generali, Geox, Hera, Igd, Interpump, Inwit, Iren, Italgas, Moncler, Mondadori, Nexi, Piaggio, Pirelli, Sanlorenzo, Seco, Stellantis, Telecom Italia, Terna, Unipol, Zignago Vetro. Pochi, infine, i titoli sotto le attese: Amplifon, D’Amico International Shipping, Diasorin, Iveco, Mediobanca.

Settori a confronto

A livello di comparti, il settore che ha fatto en plein, come si è visto, è quello petrolifero, dove tutti i titoli hanno registrato conti sopra le attese. Per contro, le utilities si collocano dalla parte opposta, infatti solo due titoli su otto hanno sorpreso in positivo, gli altri però sono comunque tutti in linea. I Branded Goods (lusso) hanno registrato conti migliori delle aspettative in tre casi su sette, fra cui Prada (in realtà quotata ad Hong Kong), Safilo Group e Ferragamo, i restanti titoli sono in linea. I Consumer Goods sono più di metà sopra le attese (cinque casi su nove), mentre il cospicuo comparto dei beni industriali e dei servizi è per oltre il 50% sopra le attese, solo in due casi sotto. Più sottotono le telecomunicazioni, che, esclusa Rai Way (Above), negli altri tre casi risultano essere in linea con le aspettative degli analisti di Intesa Sanpaolo.

Il comparto auto si trova al 50% sopra le attese e per il resto in linea (Stellantis), il settore delle Costruzioni e immobiliare è tutto In linea (0 su 3 Above), quello della Salute si divide al 50% fra Sopra le attese (Fine Foods e Recordati) e 50% sotto le attese (Amplifon, quando sono usciti i dati, ha perso circa un quarto della capitalizzazione di mercato, Diasorin, invece, il 19% in una sola seduta di borsa). Più tonico il settore finanziario, dove quattro società su cinque del risparmio gestito hanno pubblicato trimestrali che sono risultate sopra le attese (unica In linea è Anima Holding), nel caso invece delle banche sei su otto sono Above, una in linea (Banca Ifis) e una sotto (Mediobanca, ora parte del gruppo Mps dopo la chiusura dell’offerta pubblica). Nel caso dei gruppi assicurativi, solo Revo è sopra le attese, Geneali e Unipol figurano in linea. (riproduzione riservata)