Petrolio, l’Opec rompe l’equilibrio tra domanda e offerta: cosa succederà ai prezzi del greggio
Petrolio, l’Opec rompe l’equilibrio tra domanda e offerta: cosa succederà ai prezzi del greggio
L’Opec taglia le stime sulla domanda di petrolio nel 2026 di 43 milioni di barili. Questo implica un eccesso di offerta di 20.000 barili al giorno se continuerà a produrre ai livelli attuali. Le stime degli analisti per il 2026

di Francesca Gerosa 13/11/2025 11:33

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L'Opec ha rivisto al ribasso le previsioni sulla domanda di petrolio, per il 2026. L'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha previsto una domanda di petrolio nel 2026 di 43 milioni di barili al giorno, in calo di 100.000 barili al giorno rispetto alla previsione precedente. Questo implica un eccesso di offerta di 20.000 barili al giorno se il cartello continuerà a produrre ai livelli attuali. La previsione dell’Opec di un surplus ora si allinea con le stime dell’International Energy Agency (Iea), sebbene quest’ultima preveda un surplus molto più rilevante.

Eccesso di offerta nel 2026

Finora quest’anno l’Opec ha progressivamente aumentato la produzione di greggio e previsto ulteriori incrementi a dicembre. Sebbene il cartello abbia indicato l’intenzione di fermare eventuali ulteriori aumenti nel primo trimestre del 2026, i recenti rialzi della produzione hanno rappresentato una fonte significativa di preoccupazione per un possibile surplus nel 2026.

Di riflesso i prezzi del greggio sono arretrati questa mattina fino ai minimi delle ultime tre settimane, salvo poi rimbalzare alle 11:30 anche se con poca convinzione: il futures sul Brent recupera lo 0,49% a 63,02 dollari e quello sul Wti lo 0,46% a 58,79 dollari al barile. Entrambi hanno perso il 4% nella sessione precedente, appesantiti dai dati dell’American Petroleum Institute, che indicavano un aumento delle scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti di 1,3 milioni di barili nella settimana terminata il 7 novembre. Il più seguito rapporto settimanale sulle scorte dell’Eia verrà pubblicato più tardi.

«La debolezza dei prezzi è guidata dalla revisione da parte dell’Opec dell’equilibrio tra domanda e offerta nel 2026 il che conferma come il cartello stia ora riconoscendo la possibilità di un eccesso di offerta nel 2026, in contrasto con la sua posizione più ottimistica fino a oggi», ha commentato Suvro Sarkar, esperto di Dbs Bank. «Questo si allinea con la recente decisione di sospendere la riduzione volontaria dei tagli alla produzione nel primo trimestre del prossimo anno. Dato che si tratta solo di un adeguamento a una lettura più realistica del mercato, non cambia i fondamentali; di conseguenza, la reazione del mercato sembra eccessiva», ha precisato Sarkar.

Gli effetti della fine dello shutdown Usa

A causa dei timori per il surplus di offerta, i prezzi del petrolio non traggono beneficio dalla fine del più lungo shutdown governativo nella storia degli Stati Uniti. Il 12 novembre la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge volto a sbloccare i finanziamenti e porre fine allo shutdown. E il presidente, Donald Trump, ha firmato la misura.

Il disegno di legge, che manterrà il governo finanziato almeno fino al 30 gennaio, è stato approvato con 222 voti a favore e 209 contrari, con 216 repubblicani e sei democratici che hanno votato a favore. L’approvazione della legge contribuisce a ridurre alcune incertezze sulla domanda di carburante negli Stati Uniti, dato che lo shutdown aveva causato migliaia di cancellazioni di voli in tutto il Paese. Inoltre, permetterà la pubblicazione dei dati macroeconomici ufficiali statunitensi, offrendo ai mercati maggior chiarezza sul principale consumatore mondiale di carburante.

Dove vanno i prezzi del petrolio

Guardando avanti, gli analisti prevedono che i prezzi dell’oro nero rimarranno vicini ai livelli attuali. «Dovrebbe esserci un supporto considerevole ai prezzi del petrolio intorno a 60 dollari al barile, soprattutto considerando che potrebbero verificarsi interruzioni nel breve termine nelle esportazioni russe una volta che entreranno in vigore sanzioni più severe», ha concluso Sarkar. 

Un recente sondaggio per Wall Street ha indicato che diverse banche d’affari si aspettano per il quarto trimestre un Brent attorno a 63,6?dollari al barile e per il Wti poco sopra 60?dollari al barile. JP Morgan ha rivisto al ribasso le sue previsioni: per il Brent in media a 66?dollari al barile nel 2025 (precedente a 73?dollari) e a 58?dollari al barile nel 2026. Per il Wti a 62?dollari al barile per quest’anno e a 53?dollari al barile per il 2026. (riproduzione riservata)