Pensioni nel 2026, novità su età, contributi e deducibilità
Pensioni nel 2026, novità su età, contributi e deducibilità
Per lasciare il lavoro si tornerà alle vie ordinarie perché i vecchi canali di flessibilità di Quota 103 e Opzione Donna non sono stati prorogati. E resta l’incentivo per posticipare il riposo

di di Carlo Giuro 27/12/2025 12:40

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La manovra 2026 non proroga Quota 103 e Opzione Donna. Come si andrà allora in pensione l’anno prossimo? Quali sono le principali novità previdenziali? La via ordinaria è la pensione di vecchiaia per cui si richiedono 67 anni di età e 20 di contributi, senza finestre. Oltre ai requisiti fin qui elencati, per chi ricade interamente nel sistema contributivo, occorre che la pensione calcolata sia superiore all’assegno sociale (nel 2026 pari a 545 euro mensili). Diversamente occorrono 71 anni e cinque mesi di contributi.

Le principali novità per il pensionamento anticipato

Vi è poi la pensione anticipata con 41 anni di età e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Sono invece richiesti 64 anni di età, 20 di contributi e una pensione pari a tre volte l’assegno sociale per i lavoratori del regime contributivo. Per il pensionamento anticipato si prevede una finestra di tre mesi.

Anche nel 2026 si conferma poi per i dipendenti che entro fine anno matureranno il diritto al pensionamento anticipato la possibilità di rimanere al lavoro e di rinunciare al versamento della quota dei contributi a proprio carico (9,19% e 8,85% dell’imponibile pensionistico per i lavoratori dipendenti, rispettivamente, del privato e del pubblico) facendo confluire tali contributi in busta paga esenti da tassazione.

Adeguamento alla speranza di vita e professioni gravose

Guardando poi al prossimo futuro la manovra interviene anche sull’adeguamento alla speranza di vita dei requisiti di accesso al pensionamento dal 2027 che, a seguito dell’aumento della longevità registrato nell’ultimo biennio, a legislazione vigente sarebbe pari a tre mesi. La manovra lo limita a un mese nel 2027 e rinvia all’anno successivo l’incremento degli altri due. Per i lavoratori dipendenti addetti a professioni gravose o usuranti l’adeguamento è invece integralmente sospeso fino al 2029.

Novità per la previdenza complementare

Per quel che riguarda la previdenza complementare le novità sono numerose: si eleva in primo luogo il limite di deducibilità annuale a 5.300 euro (attualmente è 5.164,57 euro). Con riferimento alle prestazioni finali si rivede poi il limite massimo della quota percepibile sotto forma di capitale che passa dall’attuale 50% al 60%. Si introduce poi la possibilità che i fondi pensione possano erogare una rendita a durata definita o consentire prelievi liberamente determinabili o ancora un’erogazione frazionata del montante accumulato per un periodo non inferiore a cinque anni.

Adesione automatica e gestione del TFR

Si introduce, dal 1° luglio 2026, l’adesione automatica per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione verso la forma pensionistica collettiva prevista dagli accordi o contratti collettivi, anche territoriali o aziendali. Entro 60 giorni dalla data di prima assunzione il lavoratore può scegliere comunque di rinunciare alla adesione automatica e conferire l’intero importo del trattamento di fine rapporto (TFR) maturando ad un’altra forma di previdenza complementare dallo stesso liberamente prescelta o mantenere il TFR in azienda. Tale scelta può essere successivamente revocata e il lavoratore può conferire il TFR maturando a una forma pensionistica complementare.

Innovazione rilevante è poi quella per cui gli statuti e i regolamenti delle forme pensionistiche complementari prevedono che i contributi e le quote di TFR pervenuti con adesioni non esplicite siano investite in percorsi life cycle.

Ampliamento del Fondo Tesoreria Inps e investimenti

Si amplia poi la platea delle imprese obbligate a versare il TFR non destinato alla previdenza integrativa al Fondo Tesoreria Inps, includendo anche le aziende che superano i 50 dipendenti in anni successivi al 2007, attualmente esclusi. In via transitoria per il biennio 2026-27 tale inclusione è limitata ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l’estensione dell’obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40.

La legge di bilancio rafforza poi la possibilità dei fondi pensione di investire in infrastrutture. (riproduzione riservata)