«Un sistema di banche solide e sanissimo è un utile presupposto anche per contribuire ai buoni rating della Repubblica italiana. L'Italia ha diritto di avere migliori rating. Le società di rating sono in ritardo perché c’è una forbice eccessiva di rating attribuiti ad altri paesi. L'Italia merita rating migliori e l'andamento delle banche contribuisce alla valutazione». Lo ha detto sabato 8 novembre il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, concludendo il seminario con la stampa a Firenze.
L'euro digitale è «diventata una partita politica: la discussione passa diagonalmente nei gruppi. Andrò tra qualche giorno a Bruxelles per capire bene l'evoluzione che non è rapidissima. Non mi meraviglio se vi sono plurime posizioni e iniziative in Europa», dove ci sono spinte di iniziative private, della Bce concordata con la Commissione Ue sull'euro digitale. I costi sono sulla Bce e sulle banche non sugli Stati quindi dobbiamo metterli in conto, quindi ed è probabile avere dei costi in più, ha aggiunto.
«Guardare avanti non è mai facile ma dobbiamo preparaci a quello che ci sta difronte per non subirlo. Il 2026 sarà un anno più complesso per il mondo bancario europeo ed italiano in particolare. Non tutto ciò che è avvenuto nel 2024 e nel 2025 è scontato che si ripeta nel 2026 e dobbiamo impegnarci in anticipo per ottenere risultati positivi», ha sottolineato il numero uno dell'Abi.
Per quanto riguarda i tassi, «nel 2025 abbiamo visto finora nel 1* semestre una riduzione dei tassi Bce anticipati dalla riduzione dei tassi di mercato. Già nel 1* semestre 2025 il margine di interesse delle banche era particolarmente flettente. Adesso abbiamo sotto gli occhi i dati dei 9 mesi che risentono di queste riduzioni che ci sono state. A inizio 2026 inizieremo con tassi nettamente più bassi di quelli del 2025».
In più il 2026 vedrà il cambiamento e la nomina del nuovo presidente della Fed al posto di Jerome Powell e ci sarà un impulso politico per la riduzione dei tassi. A novembre ci saranno anche le elezioni di midterm negli Usa che condizioneranno in modo formidabile gli indirizzi del parlamento e degli Usa. Quindi in un anno elettorale ci sarà la spinta massima di riduzione dei tassi».
«Dobbiamo assolutamente prepararci anche ai rischi di crisi di imprese. Eravamo abituati a vedere la Germania come la locomotiva d'Europa ma adesso non lo è più e continua ad avere problemi» come la Francia. Quindi «abbiamo i due più grandi Paesi Ue che hanno problemi economici rilevanti e questo non produce un clima di fiducia e di produttività. Abbiamo dei rischi da queste crisi e quando ci sono dei rischi per le imprese ci sono anche per i fornitori delle imprese», quindi per le banche in quanto «siamo i primi fornitori del paese per liquidità», ha aggiunto.
Patuelli ha poi spiegato che «il mondo bancario è un pilastro nella sottoscrizione di titoli di debito pubblico, non trascurabile. Oggi i titoli del debito pubblico italiano non sono i più redditizi nel mercato dell'euro perché i titoli francesi a 6 mesi e a 10 anni hanno più alto, ma le banche italiane continuano cospicuamente a sottoscrivere titoli del debito pubblico».
Il mandato di Paolo Savona come presidente della Consob scade a marzo 2026, e «noi come Abi siamo distinti, distanti e rispettosi di tutte le procedure di nomina di autorità di garanzia e vigilanza», ha affermato Patuelli. «È mia opinione molto convinta che in Italia manchi un inquadramento costituzionale, una cornice rispetto alle autorità di vigilanza e garanzia che sono normate con leggi di diverse epoche e prevedono che i vertici vengano nominati dal Parlamento. Cosa diversa è per Bankitalia e Bce perchè di rango costituzionale europeo. Per la Consob la storia di questi decenni vede al vertice sia esponenti governativi sia tecnici e non penso che ci possano essere sorprese rispetto ai decenni precedenti». (riproduzione riservata)