Paperoni, il Pd spinge per aggiungere una tassa comunale per i super ricchi stranieri
Paperoni, il Pd spinge per aggiungere una tassa comunale per i super ricchi stranieri
La sovraimposta, da aggiungere alla flat tax nazionale, aiuterebbe le grandi città a mitigare il surriscaldamento dei prezzi degli immobili e l’acuirsi delle diseguaglianze innescati dall’arrivo degli extra ricchi in Italia. Lo ha racconto a MF-Milano Finanza il responsabile economico dem, Antonio Misiani

di Silvia Valente 02/09/2025 21:00

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La flat tax sui redditi prodotti all’estero dai Paperoni stranieri che decidono di trasferirsi in Italia esiste da «otto anni» e, per quanto «i beneficiari stiano crescendo sempre di più, rimangono sempre pochissimi, meno di 2 mila». Quindi, benché la tassazione forfettaria di 200 mila euro l’anno (più 25 mila euro per i familiari) sia «molto discutibile e sicuramente da rivedere», l’accusa di dumping fiscale mossa dalla Francia all’Italia «è francamente eccessiva; la polemica del premier Bayrou mi è sembrata fuori luogo e fuori tempo».
Questa l’opinione espressa nel corso di un colloquio con MF-Milano Finanza da Antonio Misiani, responsabile Economia, Finanze e Imprese nella segreteria del Partito Democratico, che ha firmato il disegno di legge di Cristina Tajani (capogruppo Pd in commissione Finanze del Senato nonché ex assessora alle Attività Produttive e al Lavoro a Milano), proposta che punta a istituire una sovraimposta comunale per i Paperoni esteri che si trasferiscono in Italia. L'obiettivo è proprio cercare di scardinare qualche stortura del meccanismo della flat tax, ossia di ridimensionare l’acuirsi delle diseguaglianze tra cittadini e «riequilibrare almeno in parte l’oggettiva disparità di trattamento rispetto a tutti gli altri contribuenti». Quindi «speriamo ottenga un sostegno politico ampio» ha aggiunto Misiani.

Gli effetti negativi dei super ricchi nelle città italiane

Se infatti il trasferimento di nuovi extra-ricchi in Italia dovrebbe assicurare «consumi e investimenti aggiuntivi», comporta anche effetti negativi ossia «l’impennata dei prezzi degli immobili di pregio e di un peggioramento della polarizzazione sociale già in atto nei grandi centri urbani, dove la forbice tra chi sta meglio e i ceti popolari si va allargando e il ceto medio si assottiglia sempre di più» ha sottolineato Misiani. Basti solo pensare che oggi «i super ricchi che usufruiscono della flat tax a 200 mila euro producono un gettito fiscale interamente incamerato dallo Stato e non pagano invece l’addizionale comunale, a differenza dei contribuenti Irpef, e quindi non concorrono al finanziamento dei servizi municipali». Con la sovraimposta invece i comuni incasserebbero risorse aggiuntive per finanziare «politiche sociali e abitative per la città».

Servono dati aggiornati ogni anno sui Paperoni esteri

Quantificare con precisione le entrate extra è complicato, spiega Misiani. Da un lato perché la sovraimposta sarebbe gestita dai singoli comuni e verrebbe deliberata dai consigli comunali, chiamati a scegliere un valore specifico tra un’aliquota minima del 12,5%, «in vigore anche in caso di inerzia degli enti locali», e una massima del 15%. Dall’altro lato, perché «mancano dati precisi sul fenomeno della migrazione dei super ricchi in Italia: nessuno conosce l’entità dei benefici (e dei costi) indotti», evidenzia Misiani. La proposta dem prevede che ogni anno il Tesoro presenti al parlamento una relazione sull’entità degli investimenti effettuati in Italia dai Paperoni neo-residenti. D’altronde visto che «l’Italia sta garantendo un trattamento di favore a persone ultra benestanti sul presupposto che il loro trasferimento nella penisola porti benefici tangibili sotto forma di consumi e investimenti aggiuntivi, è necessario capire come vanno le cose, numeri alla mano».

Quel che è certo, precisa Misiani, è che per realtà come Milano, scelta da quasi la metà dei quasi 5 mila super-ricchi stranieri neo residenti in Italia, ma anche come Roma e diverse aree della Toscana - anch’esse particolarmente attrattive per i Paperoni esteri - il gettito fiscale aggiuntivo della nuova tassa comunale «dovrebbe risultare significativo». Facendo una stima spannometrica, gli introiti aggiuntivi per Palazzo Marino si aggirerebbero intorno ai cinque milioni di euro annui. (riproduzione riservata)