Dopo aver toccato il 50° rialzo del 2025 nella giornata di martedì, l’oro sale ancora e mercoledì 24 dicembre sfonda i 4.513 dollari l’oncia, nuovo record storico. Ma anche l’argento segna nuovi massimi poco prima di Natale.
L’oro è balzato oltre i 4.500 dollari l’oncia per la prima volta mercoledì, toccando un nuovo massimo storico, sostenuto dalle aspettative di ulteriori tagli dei tassi Usa nel 2026 e dall’aumento dei rischi geopolitici, tra cui le mosse degli Stati Uniti per bloccare le petroliere venezuelane. Il metallo prezioso è salito di oltre il 70% dall’inizio del 2025, registrando il miglior rialzo annuale dal 1979.
L’argento ha superato i 72 dollari l’oncia mercoledì, salendo per la quarta seduta consecutiva e raggiungendo un nuovo massimo, trainato dalle aspettative di tagli dei tassi negli Stati Uniti e dalla domanda di bene rifugio. I trader stanno attualmente prezzando la possibilità di due riduzioni dei tassi nel 2026, mentre indicatori economici contrastanti rafforzano le aspettative di un allentamento della politica monetaria da parte della Fed,
Sebbene il Pil del terzo trimestre sia cresciuto del 4,3% annualizzato, il calo della fiducia dei consumatori a dicembre e la produzione industriale invariata a novembre hanno contribuito alla percezione che la politica monetaria possa essere allentata nei prossimi mesi. Anche le tensioni geopolitiche hanno sostenuto il rally: la scorsa settimana il presidente Usa Donald Trump ha ordinato il blocco delle petroliere venezuelane sanzionate, coinvolgendo anche alcune navi non sanzionate.
Da inizio anno, l’argento è balzato del +149%, sostenuto da una combinazione di fattori tra cui un deficit strutturale dell’offerta, una forte domanda industriale e la sua recente designazione come minerale critico negli Stati Uniti. (riproduzione riservata)