A meno di un anno dall’accensione della fiamma olimpica, la Corte dei Conti guarda ai ritardi sulle infrastrutture e allo stato di avanzamento delle opere per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Con una delibera lunedì mattina la sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha approvato la relazione sul Fondo infrastrutture olimpiche, mettendo in luce ritardi, criticità e la necessità di un cambio di passo nell’attuazione dei progetti stradali e ferroviari, soprattutto nella fase finale dei lavori.
Nonostante gli stanziamenti dedicati dal 2020 e gli aggiornamenti del 2022 per far fronte ai rincari post-pandemia, molte opere risultavano ancora nelle fasi preliminari nel 2023. Una timeline che ha portato il governo a riorganizzare tramite legge, nel 2024, la governance del sistema. A oggi, «su 111 interventi in Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige, 98 dispongono di copertura finanziaria completa da concludere entro il 2025 (o oltre, se non indispensabili ai Giochi), mentre tre restano ancora parzialmente finanziati e realizzabili solo per fasi successive», spiega la delibera della Corte dei Conti.
In questo scenario, e a meno di 100 giorni dall’inizio dei Giochi, la magistratura contabile sollecita quindi un «aggiornamento dei cronoprogrammi da parte della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026» (Simico), oltre che «un rafforzato coordinamento tra Anas e Rfi» e una programmazione finanziaria coerente con l’avanzamento dei lavori.
Sul piano economico, la Corte raccomanda anche «coperture assicurative, manutenzione e uso sostenibile degli impianti sportivi», oltre a forme di partenariato per limitare il peso sui bilanci pubblici. La revisione del piano economico-finanziario avrebbe l’obiettivo di ridurre i costi a carico dei futuri enti pubblici proprietari e, di conseguenza, della fiscalità generale. A tutela del patrimonio pubblico, è inoltre stata proposta l’introduzione di un vincolo di destinazione per le infrastrutture al momento della loro cessione.
Pur riconoscendo gli sforzi normativi e i rifinanziamenti degli ultimi mesi, l’organo di controllo invita a mantenere alta l’attenzione nella fase finale del piano, per garantire che le infrastrutture essenziali siano pronte in tempo e diventino un’eredità stabile e produttiva per il Paese.
In questo contesto, mentre la Corte dei Conti richiama alla necessità di accelerare sul fronte infrastrutturale e garantire una gestione sostenibile delle opere, il quadro istituzionale e giuridico delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 resta al centro del dibattito. La decisione della giudice Patrizia Nobile di rimettere alla Corte Costituzionale la questione di legittimità del decreto che definisce la natura giuridica della Fondazione lascia aperto infatti la riflessione sul fronte della trasparenza.
In attesa della pronuncia della Consulta, che dovrà stabilire se il provvedimento del governo di Giorgia Meloni sia conforme alla Costituzione e al diritto europeo e se la Fondazione sia un ente di diritto privato oppure pubblico, la sfida per il Paese resta completare in tempo le opere necessarie e la assicurare Giochi efficienti e sostenibili. (riproduzione riservata)