Mentre in Parlamento si prepara ad affrontare una mozione di sfiducia sul caso Almasri cui stanno lavorando le opposizioni (Pd, M5S, AVS, Più Europa e Italia Viva ma non Azione di Carlo Calenda che la definisce «inutile»), il ministro della Giustizia Carlo Nordio vola per due giorni in Turchia, mercoledì 12 e giovedì 13 a Istanbul e poi ad Ankara, per «MeeTurkItaly», iniziativa dell’ambasciata d’Italia con gli imprenditori del Paese di Erdogan ai quali il Guardasigilli presenterà le riforme del settore della giustizia come volàno per attrarre investimenti in Italia. Giovedì incontrerà invece il suo omologo ministro della Giustizia turco, Yilmaz Tunç.
Quella che in Italia rappresenta la riforma più contestata - dai magistrati e dall’opposizione -, la separazione delle carriere ora all’esame del Senato dopo il primo sì della Camera, non sarà al centro dell’esposizione del ministro, anche se per Nordio è la «più significativa».
Con la business community italo-turca Nordio punterà piuttosto a evidenziare gli effetti economici del miglioramento dei servizi di una giustizia che garantisca protezione efficace dei diritti di proprietà e dei contratti - e un punto di forza è l’arrivo a Milano di una sede del Tribunale Unitario dei brevetti della Ue - e che sia «rapida e di qualità».
I numeri che il ministro esporrà sono netti: un aumento dei procedimenti pendenti di appena dieci casi per 1.000 abitanti genera una riduzione del rapporto tra prestiti e Pil dell’1,5% mentre, al contrario, una riduzione da nove a cinque anni dei tempi di definizione delle procedure fallimentari genera un incremento di produttività dell’economia italiana dell’1,6%.
Per questo è necessaria una maggiore efficienza degli uffici giudiziari, per la quale sono stati stanziati i miliardi del Pnrr con scadenze che l’Italia si è impegnata a rispettare nei confronti dell’Unione Europea. Nordio vanterà due risultati: la Commissione europea ha riconosciuto che l’Italia è al primo posto in Ue in termini di finanziamenti ricevuti, che sta procedendo nei tempi previsti negli obiettivi e che le tappe del 2024 sono state tutte raggiunte. Un obiettivo raggiunto anche al varo dei decreti attuativi delle nuove norme civili, a cominciare dal Codice della crisi d’impresa, e penali, ormai tutti in vigore.
L’impatto delle nuove norme - sostiene Nordio - si vede nello smaltimento dell’arretrato civile pendente al 2019: nelle corti d’Appello la riduzione a fine ottobre 2024 del 99,1%, nei tribunali è del 92,4%, in anticipo di due mesi rispetto ai piani. E sono stati ridotti del 22,9% i tempi di trattazione delle cause civili - che ulteriormente dovrebbero ridursi con la completa digitalizzazione delle procedure - e del 32% quelli dei processi penali, mentre i procedimenti penali sono scesi sotto i mille giorni come durata in tutte le fasi di giudizio.
L’impegno del governo, rivendicherà Nordio, non si ferma al 2026, data di scadenza del Pnrr. Entro il 2029 si prevedono altre semplificazioni nel civile, l’uso di forme alternative di risoluzione delle liti e l’assunzione di altri 6 mila dipendenti, pari a metà di quelli assunti a tempo determinato con il Pnrr. (riproduzione riservata)