La guerra in Medio Oriente fra Israele e Iran non ferma i mercati asiatici, che aprono bene la settimana trainati dai dati macro cinesi e dalla speranza che la BoJ adesso metta da parte il progetto di alzare i tassi. Alle ore 7:30 italiane, il Nikkei sale dell’1,22%, Kong Kong e Shanghai sono sopra la parità. L’oro si avvicina ai massimi a 3.445 dollari l’oncia, mentre il petrolio Wti americano sale a 73,77 dollari il barile, con l’euro a 1,1560 e i futures sul Nasdaq positivi (+0,3%).
Le vendite al dettaglio in Cina sono salite del 6,4% su base annua a maggio 2025, accelerando rispetto al +5,1% registrato ad aprile e superando le stime degli analisti, ferme al 5%. Si tratta del tasso di crescita più elevato da dicembre 2023, sostenuto dalla spinta dei consumi legati alle festività del Primo Maggio e del Dragon Boat Festival, oltre che dalle misure di Pechino mirate per attenuare l’impatto delle pressioni tariffarie statunitensi.
La produzione industriale cinese è cresciuta del 5,8% su base annua a maggio 2025, in rallentamento rispetto al +6,1% di aprile e sotto le attese del mercato (+5,9%). Si tratta del ritmo di espansione più contenuto da novembre 2024, a causa delle pressioni tariffarie Usa che hanno frenato la domanda estera e la produzione interna. Nel periodo gennaio-maggio, la produzione industriale è cresciuta complessivamente del 6,3%.
L’indice Nikkei 225 sale dell’1,23% superando quota 38.000 nella seduta di lunedì, recuperando le perdite della sessione precedente. Gli investitori sembrano aver temporaneamente messo da parte le preoccupazioni legate all’escalation del conflitto tra Israele e Iran, che ha visto nuovi attacchi alle infrastrutture energetiche nel fine settimana, spingendo al rialzo i prezzi del petrolio.
Teheran ha inoltre minacciato la chiusura dello Stretto di Hormuz, snodo cruciale per le esportazioni globali di greggio, alimentando l'incertezza sui mercati. L’attenzione degli operatori resta rivolta alla prossima riunione di politica monetaria della Bank of Japan, che dovrebbe mantenere invariati i tassi di interesse in attesa di valutare gli effetti inflazionistici del rincaro del petrolio e di maggiori dettagli sui dazi Usa, favorendo così le attese del mercato. Tra i titoli in evidenza: Advantest (+3,7%), Disco (+2,1%), Mitsubishi Heavy Industries (+2,7%), Nintendo (+2,0%) e SoftBank Group (+1,2%).
Il prezzo dell’oro viaggia attorno a 3.446 dollari l’oncia lunedì, mantenendosi vicino ai massimi storici toccati ad aprile, sostenuto dalla crescente domanda di beni rifugio a causa dell’intensificarsi delle tensioni in Medio Oriente. Gli attacchi reciproci tra Israele e Iran nel fine settimana hanno alimentato i timori di un possibile allargamento del conflitto nella regione.
Gli investitori guardano ora alle prossime riunioni delle banche centrali, in particolare a quella della Federal Reserve. Sebbene sia atteso un mantenimento dei tassi, l’attenzione si concentra sulle indicazioni in merito al timing e l’entità dei prossimi eventuali tagli. I recenti dati macro, in particolare l’ultimo report sull’inflazione più debole delle attese, hanno rafforzato le aspettative di un possibile allentamento monetario già a partire da settembre. In parallelo, i mercati attendono aggiornamenti sui piani tariffari del presidente Usa, Donald Trump, che dovrebbe definire le nuove aliquote sui partner commerciali nelle prossime settimane. (riproduzione riservata)