Il titolo Nexi è salito in chiusura il 29 dicembre dell’1,72% a 4,19 euro a Piazza Affari dopo che il 24 dicembre è stata annunciata l’acquisizione del merchant book della Banca Popolare di Sondrio (-0,58% a 16,345 euro), con il closing atteso nei primi mesi del 2026. Non sono stati indicati i dettagli finanziari dell’operazione, ma in base alle indicazioni passate di entrambe le società la valutazione dovrebbe essere fino a un massimo di 100 milioni di euro (ev).
Per cui Equita (rating buy e target price a 7 euro confermati su Nexi) ha stimato un impatto a bassa singola cifra per Nexi sia a livello di ebitda sia di utile per azione adjusted (+1% nel 2026-2027), con un impatto non rilevante sulla leva finanziaria: la sim ha stimato un rapporto debito netto/ebitda adjusted 2026 a 2,2x, che rimarrebbe quasi invariato dopo l’operazione con la Sondrio.
La strategia di Nexi include la possibilità di deal bolt-on per consolidare segmenti di mercati già coperti, con impatti limitati in termini di esborso, senza pregiudicare in modo significativo la politica di remunerazione e il percorso di deleverage. «In un contesto in cui Nexi ha recentemente escluso operazioni straordinarie di maggiore portata, come la cessione della divisione Dbs, questo tipo di acquisizioni bolt-on appare disciplinato, industrialmente sensato e privo di rischi di execution rilevanti», sottolinea Intermonte (rating outperform e target price a 6,60 euro).
Pur trattandosi di un’operazione attesa e non trasformativa, l’accordo, per Intermonte, contribuisce a consolidare le quote di mercato nel merchant acquiring domestico e conferma il ruolo di Nexi come piattaforma di riferimento per le banche italiane. Nell’ambito del deal Nexi ha anche acquistato dall’istituto di credito la quota di minoranza detenuta da quest’ultimo nella partecipata Nexi Payments; anche in questo caso Equita si aspetta un impatto molto marginale per il gruppo di pagamenti guidato da Paolo Bertoluzzo.
È importante notare, secondo Banca Akros che, sulla base della documentazione pubblicata in precedenza, la struttura dell’operazione include il rinnovo della partnership commerciale per 15 anni, garantendo a Nexi l’esclusiva di lungo periodo sui servizi di acquiring all’interno della rete della Popolare di Sondrio. «Ciò supporta la visibilità dei volumi e la retention dei flussi commerciali del gruppo su cui manteniamo il rating accumulate e il target price a 5 euro», spiega Banca Akros.
Separatamente, in un’intervista con La Repubblica, il ceo della rivale francese Worldline (-0,78% a 1,59 euro il 29 dicembre a Parigi), Pierre-Antoine Vacheron, ha escluso importanti operazioni di m&a nel breve e medio termine, escludendo anche eventuali fusioni con Nexi, preferendo concentrarsi sulla ristrutturazione della società. A detta di Equita, eventuali operazioni «transformational» di Nexi potrebbero impattare negativamente sul titolo in questa fase, poiché potrebbero distogliere il focus della società dal recupero della crescita organica e dalla generazione di free cash flow.
Vacheron ha escluso anche la vendita delle attività italiane di Worldline, supportate dalla partnership con Bnl, a Nexi o a qualsiasi altro soggetto, sottolineando l’importanza dell’Italia come mercato strategico chiave per la società. «I commenti del ceo di Worldline riducono l’appeal speculativo della storia azionaria di Nexi legata a una potenziale fusione o acquisizione che coinvolga Worldline. Nei mesi precedenti, la stampa aveva riportato che i tagli occupazionali necessari per integrare le due società in caso di fusione avrebbero potuto incontrare l’opposizione della Francia. Inoltre, l’attuale situazione sfidante di Worldline aggiunge complessità a qualsiasi potenziale operazione», precisa Banca Akros.
Worldline si appresta, infatti, a sottoporre all’assemblea degli azionisti dell’8 gennaio un aumento di capitale da 500 milioni di euro, finalizzato a ridurre l’indebitamento e a sostenere il rilancio del gruppo, con il supporto di azionisti di riferimento quali Bpifrance, Crédit Agricole e Bnp Paribas.
Per l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo (rating neutral e target price a 4,5 euro su Nexi e sempre neutral con un prezzo obiettivo a 2,2 euro su Worldline) l’intervista aggiunge poche novità rispetto ai messaggi forniti al Capital Market day del 6 novembre di Worldline. Al di là del risanamento del bilancio, «riteniamo che l'investimento dipenda ancora da prove tangibili di stabilizzazione operativa e da un percorso credibile verso la generazione di liquidità nei prossimi 18-24 mesi. L'esecuzione e il raggiungimento di obiettivi prudenti», avverte l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, «rimangono il catalizzatore chiave per ricostruire la fiducia del mercato in Worldline».
Sicuramente, osserva Intermonte, l’ipotesi di una combinazione Nexi-Worldline appare oggi difficilmente percorribile, sia per il diverso stadio dei due gruppi sia per i vincoli azionari e istituzionali (Cdp e Bpifrance). Per altro si ricorda, come anticipato da Milano Finanza lo scorso 21 dicembre, che Cassa Depositi e Prestiti sta studiando un piano per blindare una quota di Nexi che in prospettiva, con l’entrata in vigore del nuovo Tuf (che innalza la soglia d’opa dal 25%), dovrebbe essere di poco inferiore al 30%.
Per Nexi, conclude Intermonte, l’esclusione di un’operazione straordinaria di questo tipo elimina uno scenario speculativo, ma anche complesso in termini di esecuzione e governance, rafforzando una lettura sempre più stand-alone dell’equity story. Il confronto con Worldline evidenzia, infine, come Nexi presenti un profilo finanziario più solido, con una maggior visibilità sulla generazione di cassa e remunerazione degli azionisti, mentre il competitor francese resta focalizzato su deleveraging e stabilizzazione operativa. Attualmente il consenso Bloomberg vede 11 rating buy, 7 hold e 2 sell sul titolo Nexi con un prezzo obiettivo medio a 5,74 euro che implica un potenziale upside del 36%. (riproduzione riservata)