Il titolo Nexi sovarperforma il mercato con un +2,40% a 4,094 euro dopo che il fondo di private equity statunitense Tpg ha presentato un’offerta per alcuni asset della divisione Digital Banking Solutions della paytech italiana guidata da Paolo Bertoluzzo.
Venerdì 7 novembre Nexi ha, infatti, confermato, dopo le anticipazioni di Bloomberg, che Tpg ha presentato un’offerta formale per acquisire determinati asset all’interno della divisione Digital Banking Solutions, valutando l’intera divisione 1 miliardo di euro. Il consiglio di amministrazione di Nexi esaminerà la proposta e avrà tempo fino a metà dicembre per prendere una decisione.
Già a marzo di quest’anno Tpg aveva mostrato interesse per questa divisione di Nexi, ma all’epoca si parlava di una valutazione di 850 milioni di euro. Prima di questo, il mercato aveva speculato su un possibile interesse da parte di F2i e Cdp, in particolare per la rete interbancaria del gruppo di pagamenti digitali, uno degli asset principali della sua divisione e da tempo considerata un asset strategico: potrebbe essere soggetta al controllo del Golden Power in caso di vendita.
La rete interbancaria nazionale, collegata a Banca d’Italia e utilizzata per il regolamento delle transazioni bancarie, include oltre a soluzioni tecnologiche per l’open banking, i servizi di corporate banking e i sistemi di clearing interbancario. Trattandosi di un asset considerato strategico, non si esclude che Cdp, secondo azionista di Nexi, possa essere coinvolta nell’operazione per assicurare la tutela dell’interesse nazionale.
«Supponendo che il Golden Power dia il via libera, il prezzo ipotizzato sembra adeguato in attesa di ulteriori dettagli», affermano gli analisti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo per i quali la cessione può accelerare il processo di riduzione dell'indebitamento e migliorare la remunerazione degli azionisti. Gli stessi non escludono un interesse di natura speculativa su tutto il gruppo (rating neutral e target price a 4,5 euro confermati sull’azione).
Nell’esercizio 2024 la divisione Digital Banking Solutions ha generato 389 milioni di euro di ricavi (contributo del 10% al giro d’affari del gruppo) e 166 milioni di ebitda (attesi a oltre 170 milioni nel 2025), quindi una valutazione di 1 miliardo di euro implica un multiplo di 6 volte l’ev/ebitda quando Nexi tratta a 5 volte l’ev/ebitda.
Gli analisti di Banca Akros ritengono che la cessione di alcuni degli asset di questa divisione sarebbe strategicamente positiva, dato che ha una crescita dei ricavi e una redditività inferiori alla media del gruppo: nel 2024 +1,5% contro +5,1% del gruppo con un margine ebitda al 42% contro il 53%.
Inoltre, dal punto di vista finanziario, la transazione potrebbe liberare risorse per supportare un ulteriore deleveraging (Banca Akros si aspetta un indebitamento finanziario netto a fine 2025 in calo a 4,787 miliardi dai 4,971 miliardi del 2024 con un rapporto debito/ebitda a 2,5 da 2,7) e migliorare la remunerazione degli azionisti.
Nexi ha avviato la distribuzione di dividendi a partire dal 2025 (sul bilancio 2024), con 0,25 euro per azione (rendimento del 6,3%), pagati il 21 maggio di quest’anno. Attualmente Banca Akros si aspetta nel 2026 una cedola di 0,27 euro per azione (yield del 6,8%), un valore che potrebbe aumentare. «Assumendo una cessione degli asset a 1 miliardo di euro, il rapporto debito netto/ebitda diminuirebbe da 2,3 a 2 nel 2026. Confermiamo il nostro rating accumulate e il prezzo obiettivo a 5 euro sull’azione», precisa Banca Akros.
Equita ha stime più elevate: dividendo in aumento a 0,39 euro per azione (rendimento del 9,8%) a valere sul bilancio 2025 e a 0,43 euro per azione (rendimento del 10,8%) a valere sul bilancio 2026 con un rapporto debito netto/ebitda in calo a 2,5 e a 2,2.
«Riteniamo che un’eventuale dismissione della divisione o di parte di essa sarebbe positiva per Nexi, poiché permetterebbe alla società di focalizzarsi maggiormente sul core business, che vede crescite migliori rispetto alla divisione Digital Banking Solutions e avere un profilo societario più snello, oltre che utilizzare l’incasso dal deal per ulteriore deleverage e dare maggior visibilità alla politica di remunerazione degli azionisti. Con Nexi che tratta a un p/e adjusted 2025-2026 di 5 volte e con un rendimento del free cash flow del 16%-19%», aggiunge Equita, «il rating resta buy con un prezzo obiettivo a 7 euro».
Considerando che la divisione non presenta particolari prospettive di crescita, «la potenziale cessione a multipli superiori, sia rispetto alle nostre valutazioni che rispetto al multiplo attuale di mercato di Nexi, risulta coerente con l’obiettivo di rafforzare la generazione di cassa e liberare risorse per buyback e dividendi», concorda Intermonte (rating outperform e target price a 6,6 euro). «Restano, tuttavia, alcune incertezze legate al perimetro dell’operazione e al possibile esercizio dei poteri speciali, Golden Power, sulla rete interbancaria, asset considerato strategico a livello nazionale». (riproduzione riservata)