Lo shutdown del bilancio federale americano, iniziato lo scorso 1° ottobre, è giunto alla conclusione. Mercoledì 13 novembre in serata il presidente Donald Trump ha firmato la legge che mette fine alla più lunga chiusura del governo federale nella storia degli Stati Uniti.
La misura, che finanzierà le operazioni del governo fino alla fine di gennaio, è stata approvata dalla Camera dei rappresentanti con 222 voti favorevoli e 209 contrari.
«I Democratici hanno cercato di estorcere denaro al nostro Paese», ha commentato l’inquilino della Casa Bianca prima di firmare il disegno di legge che riapre di fatto il governo dopo 43 giorni. «I Repubblicani non hanno mai voluto uno shutdown», ha aggiunto, affiancato dai leader repubblicani del Congresso.
In base all’accordo raggiunto tra i due partiti, i Repubblicani del Senato hanno accettato di consentire ai Democratici di votare a dicembre su un disegno di legge di loro scelta per estendere i sussidi maggiorati, che scadranno alla fine di quel mese. Senza questi crediti d’imposta, milioni di americani vedranno aumentare drasticamente il costo dei loro piani assicurativi nell’ambito dell’Obamacare.
Il blocco del governo, di per sé, «ha avuto un impatto limitato sui mercati e sulle prospettive macroeconomiche, e la fine dello shutdown dovrebbe portare ora a un recupero quasi completo dell’attività economica», sottolinea Flora Dishnica, investment manager di Pictet Asset Management. «Già dallo scorso fine settimana le notizie che suggerivano una possibile soluzione all’impasse governativa avevano alimentato dell’ottimismo sui mercati».
Al contempo, è possibile che si abbassi un po’ la volatilità sui mercati. E questo perché torneranno a essere pubblicati i dati macroeconomici ufficiali, che nell’ultimo mese e mezzo non sono usciti. «In assenza dei tradizionali dati macro sul mercato del lavoro», precisa l’esperta, «il vuoto informativo è stato parzialmente colmato da fonti private, generando così un aumento della volatilità sui mercati che tentava di interpretare lo stato dell’economia».
«Finito lo shutdown, non resta altro che attendere il nuovo calendario del Bureau of Labor Statistics sulle uscite dei prossimi dati», sottolinea Davis Pascucci, analista di mercato di Xtb. «Molto probabilmente usciranno a breve i dati relativi al mese di settembre mentre potrebbero non uscire i dati di ottobre. La priorità è quella dei dati su inflazione e rapporto del mercato del lavoro, che saranno cruciali per la prossima decisione della Fed che si prevede possa tagliare di almeno uno 0,25% nella prossima riunione».
Posto che i fattori di incertezza permangono, e i prossimi dati saranno decisivi per capire in che direzione si sta muovendo l’economia Usa, secondo il senior Us economist di Schroders, George Brown, «gli investitori possono ottenere risultati migliori nel lungo termine concentrandosi sui fondamentali delle società e senza preoccuparsi eccessivamente dell'attuale clima di mercato».
In particolare, l’esperto invita a individuare «i gap di crescita che si creano nelle società le cui prospettive di sviluppo a lungo termine sono sottovalutate dal mercato in generale». Per molte aziende, conclude, «le opinioni di consenso sembrano corrette, ma esistono ancora situazioni in cui altri analisti non sembrano aver pienamente riconosciuto i potenziali benefici a lungo termine di un vantaggio competitivo». (riproduzione riservata)