Così sarà Qivalis, la stablecoin legata all’euro di dieci banche europee tra cui Unicredit e Banca Sella. Parla il cfo Lugt
Così sarà Qivalis, la stablecoin legata all’euro di dieci banche europee tra cui Unicredit e Banca Sella. Parla il cfo Lugt
Dieci istituti emetteranno lo strumento da metà 2026. Bnp Paribas si aggiunge al gruppo

di Francesco Ninfole 02/12/2025 12:27

Ftse Mib
43.354,83 23.50.59

+0,22%

Dax 30
23.710,86 23.50.59

+0,51%

Dow Jones
47.474,46 1.09.39

+0,39%

Nasdaq
23.413,67 23.50.59

+0,59%

Euro/Dollaro
1,1631 1.24.42

+0,21%

Spread
71,38 17.30.02

-0,15

Parte la stablecoin legata all’euro emessa da dieci banche europee, tra cui le italiane Unicredit e Banca Sella. Oggi è stato annunciato il nome della società, Qivalis, che secondo i piani emetterà la criptoattività dalla seconda metà del 2026, dopo aver ottenuto la licenza dalle autorità olandesi. Bnp Paribas si è aggiunta ai nove gruppi che avevano annunciato il progetto nei giorni scorsi.

L’obiettivo è offrire uno strumento che garantisca la parità con l’euro e nello stesso tempo abbia i vantaggi della blockchain (come la velocità, i bassi costi e l’accesso continuo) per trasferire denaro soprattutto fuori dall’Europa.

Le stablecoin in euro perciò potranno essere usate per i pagamenti transfrontalieri delle imprese e per le rimesse di chi vive all’estero, oltre che per accedere alla finanza decentralizzata e al trading di criptoattività (quest’ultimo è il principale uso che si fa delle stablecoin oggi). Inoltre in futuro questi strumenti potranno diffondersi come mezzo di pagamento nell’ambito della tokenizzazione degli asset su blockchain.

Parla il cfo Lungt

Nonostante queste potenzialità, finora le stablecoin legate all’euro, come quelle emesse da Circle e SocGen, hanno avuto limitata diffusione e rappresentano meno dell’1% di un mercato dominato da stablecoin legate al dollaro (innanzitutto Tether e Circle).

«Un consorzio di banche è ideale per dare fiducia riguardo a uno strumento di pagamento su blockchain», spiega a MF-Milano Finanza Floris Lugt, cfo di Qivalis che in precedenza è stato a capo di asset digitali e wholesale banking di Ing. «Inoltre un consorzio ha anche a disposizione un network di distribuzione naturale». La società si è detta aperta all’ulteriore estensione del progetto ad altri istituti.

Dopo il downgrade di Tether da parte di S&P si sono diffuse preoccupazioni sulle stablecoin legate al dollaro. «Una salvaguardia molto importante per noi è il regolamento europeo Micar che disciplina non solo gli emittenti di stablecoin ma anche operatori come gli exchange», spiega Lugt. «Secondo Micar, saremo obbligati a detenere almeno il 40% delle riserve presso banche europee. La quota restante invece sarà investita in titoli liquidi e sicuri denominati in euro. Non abbiamo ancora deciso quali saranno le banche coinvolte e quali i titoli acquistati. Il nostro obiettivo prioritario sarà proteggere la fiducia degli utenti. Le allocazioni non saranno fatte in base agli azionisti. In ogni caso le opzioni sono limitate proprio a causa delle regole di Micar».

Qivalis prevede di generare utili ma i profitti, aggiunge Lugt, «non saranno l’obiettivo principale perché vogliamo che la società sia gestita come una utility. Vediamo l’emissione della stablecoin come parte dell’infrastruttura. Il valore aggiunto per le banche deriverà dall’offerta ai clienti di nuovi servizi. Oggi per esempio i pagamenti fuori dall’Europa sono piuttosto lenti e costosi perché occorrono molti intermediari. Con la stablecoin potranno essere fatti in modo più veloce ed efficiente».

Secondo il cfo di Qivalis, all’inizio i maggiori volumi dovrebbero essere legati al trading di cripto, ma in futuro «c’è più potenziale nei pagamenti e nel settlement di asset tokenizzati». La stablecoin sarà sulle principali blockchain, aggiunge, in base a dove sarà la domanda degli utenti.

Le altre banche che fanno parte di Qivalis sono ora CaixaBank, Danske Bank, DekaBank, Ing, Kbc, Raiffeisen Bank International e Seb. Howard Davies (ex vicegovernatore della BoE) è stato nominato presidente della società, mentre il ceo è Jan-Oliver Sell (ex managing director di Coinbase Germany). «Questa infrastruttura è essenziale se l’Europa vuole competere a livello globale nell’economia digitale preservando l’indipendenza economica», ha detto Davies. (riproduzione riservata)