Mfe cambia scala nel 2025 e dà impulso al polo paneuropeo dei media
Mfe cambia scala nel 2025 e dà impulso al polo paneuropeo dei media
Con la conquista di Prosieben e l’ingresso nella portoghese Impresa, Mfe è diventato un polo da 7 miliardi di ricavi e un potenziale bacino di 220 milioni di spettatori. Ora guarda a Francia e Inghilterra  

di di Nicola Carosielli 26/12/2025 20:00

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«Il 2025 per noi di Mediaset, per MediaForEurope, è stato un anno straordinario. Dopo sette anni di lavoro, di determinazione e di coraggio, abbiamo realizzato questa dimensione davvero da multinazionale». Così Pier Silvio Berlusconi, numero uno di MFE, durante un’intervista rilasciata al TG5 a ridosso di Natale, ha descritto l’anno appena concluso, che ha visto il gruppo di Cologno trionfare in Germania ed entrare in Portogallo, completando così l’offerta per la Penisola Iberica e allargando ulteriormente il polo paneuropeo. Con la speranza che in futuro, da Cologno possa estendersi anche a Francia e Inghilterra. «Siamo l’unica multinazionale italiana nel mondo dei media», ha chiosato Berlusconi.

Mfe: un anno straordinario e la nascita di una multinazionale

E in effetti i numeri parlano chiaro.

Dopo l’impresa bavarese, con la conquista di Prosiebensat e l’ingresso in Impresa con una quota di circa il 33%, il gruppo ha raddoppiato l’audience di riferimento: «Oggi parliamo a oltre 220 milioni di persone, abbiamo davvero una dimensione che ci dà la spinta per guardare avanti, anche se c’è tanto da fare per rendere il tutto un insieme organico che resista anche in un mondo in continua evoluzione».

L'espansione paneuropea e i numeri di Mfe

I numeri sono stati snocciolati durante l’incontro con la stampa per il brindisi di Natale e segnalano una popolazione di riferimento passata da 110 milioni (tra Italia e Spagna) ad appunto 220 milioni, tra Italia, Spagna, Austria, Svizzera, Germania e Portogallo, quasi triplicando i collaboratori – arrivati ora a 13.033 – con ricavi passati da 2,9 a oltre 7 miliardi.

Insomma, la nascita del nuovo polo televisivo europeo targato Mfe segna una svolta storica nel settore dei media. Con l’acquisizione di ProSiebenSat.1, prima pietra del progetto dopo l’operazione con Mediaset España, il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi è sostanzialmente diventato il primo broadcaster commerciale del continente, superando per dimensioni e redditività concorrenti di lunga tradizione come Rtl Group e Itv e avvicinandosi per scala operativa ai grandi player globali.

Il primo broadcaster commerciale del continente

I numeri confermano la portata dell’operazione. Il nuovo conglomerato supera i 7 miliardi di euro di ricavi, un ebitda di 1,37 miliardi e un debito di 2,133 miliardi, con un rapporto debito/ebitda di 1,56 volte. Una leva finanziaria bassa per il settore, che offre margini di manovra importanti per investire senza mettere a rischio l’equilibrio patrimoniale.

Il confronto con i principali player europei del free-to-air è eloquente.

Il confronto con i giganti europei

Rtl Group, colosso tedesco, nel 2024 ha registrato circa 6,3 miliardi di ricavi e 721 milioni di ebitda rettificato; Itv, la principale rete commerciale britannica, si è fermata a 4,8 miliardi di ricavi e 630 milioni di ebitda. La nuova MFE non solo li supera, ma lo fa con margini operativi più solidi. Ancora più evidente la distanza dagli operatori pubblici: France Télévisions si aggira intorno ai 3 miliardi di entrate tra fondi statali e pubblicità, mentre Rai non supera i 2,6 miliardi, restando condizionata da vincoli politici e di governance che ne limitano la flessibilità industriale.

Il tutto senza dimenticare l’arrivo di una nuova squadra di manager, guidati dal nuovo ceo di ProSiebenSat.1 Marco Giordani, già cfo di MFE (incarico ora ricoperto da Simone Sole), che ora dovrà lavorare alla piena integrazione delle realtà, portando avanti il lavoro di dismissione delle attività non core per rifocalizzarsi sul core business. In tal senso, alcuni passi avanti si stanno compiendo, come prova la recente cessione del portale meteo online wetter.com a Funke Mediengruppe, che apparteneva al segmento Commerce & Ventures.

Strategie future e nuova squadra manageriale

Un tassello importante della strategia di rilancio di ProSiebenSat.1 sarà anche il tentativo di mantenere intatta l’occupazione, in un contesto difficile come quello tedesco: si pensi che Rtl, uno dei principali gruppi media tedeschi, ha annunciato 600 licenziamenti proprio in Germania.

Alla Germania si è appena aggiunto anche il Portogallo, con l’acquisizione del 32,9% nel gruppo portoghese Impresa Sgps, principale media company del Portogallo, con cui Cologno amplierà la presenza nella penisola iberica e in Europa, arrivando a operare in sei Paesi: Italia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera e, appunto, Portogallo.

L'espansione in Portogallo e la visione globale

La mossa ha consentito di rafforzare Mediaset in tutta la penisola iberica, in cui già opera come Mediaset España, consentendo anche di vendere meglio la pubblicità ai clienti internazionali, sensibili alla possibilità di arrivare nella Penisola Iberica nella sua interezza. Eppure il piano di crescita implica una visione ancora più ampia, che si spingerebbe fino al Sud America. Secondo quanto ricostruito da Milano Finanza, infatti, uno dei temi strategici sui quali si è ragionato, analizzando le opportunità di investire in Impresa, è la presenza internazionale del gruppo, con trasmissioni che arrivano fino al Brasile, geografia strategica e favorita dalla lingua sostanzialmente comune al Portogallo. L’Europa è ovviamente focale nel progetto del Biscione, ma il mercato portoghese in sé non è così ampio. L’intero ecosistema pubblicitario, quindi oltre la sola pubblicità televisiva (che vale comunque il 45% del totale) è stimato sotto al miliardo di euro.

Per quanto il binomio con Mediaset España farebbe considerare quello iberico come un unico mercato, è evidente che la possibilità di avere un ponte in un bacino così ampio come quello brasiliano non può essere ignorato.

Il potenziale del mercato brasiliano

Il Brasile è classificato tra i dieci più grandi mercati pubblicitari al mondo ed è il primo in America Latina, ponendosi inoltre all’avanguardia nella comunicazione digitale. Si prevede che la spesa pubblicitaria nel mercato adv brasiliano raggiunga i 18,96 miliardi di dollari quest’anno, con la pubblicità video e tv che mostra un volume di circa 7,38 miliardi di dollari.

Dal canto suo, il gruppo Impresa trasmette in Brasile. In particolare, produce 8 canali (Sic, Sic Internacional, Sic Notícias, Sic Radical, Sic Mulher, Sic K, Sic Caras e Sic Novelas) e il quotidiano più grande del Portogallo, Expresso. Ma è la società di media portoghese con il maggior numero di canali televisivi (6) trasmessi a livello internazionale:

La rete internazionale di Impresa Sgps

Solo Sic Internacional raggiunge 10 milioni di spettatori in tutto il mondo attraverso sistemi via cablo, satellite e Iptv ed è distribuito in Francia, Svizzera, Lussemburgo, Andorra, Germania, ma anche Stati Uniti, Canada, Brasile appunto, Australia, Mozambico e Capo Verde; mentre Sic Notícias è disponibile in Francia, Andorra, Svizzera, Lussemburgo, Usa, Canada, Mozambico e Capo Verde.

In totale, i canali Sic raggiungono 11 paesi attraverso 40 operatori. Una rete fitta e articolata con cui ora il Biscione potrà arrivare in tutto il mondo. (riproduzione riservata)