Pochi trader se lo aspettavano, ma Mediobanca ha chiuso in rialzo la prima seduta dopo il rinvio dell’assemblea per Banca Generali. Lunedì 16 le azioni di Piazzetta Cuccia sono salite dell’1,17% a 19,4 euro. Anche Mps è cresciuta in Piazza Affari (+1,33% a 7,1 euro) con l’effetto che lo sconto implicito nel concambio resta quasi invariato al 7,5%, pari a oltre 1,2 miliardi di controvalore.
Gli acquisti vengono ricondotti a diverse spiegazioni. Da un lato gli alleati di Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin potrebbero aver arrotondato le proprie posizioni in vista dell’imminente partenza dell’ops del Montepaschi. Dall’altro lato non è escluso che a comprare siano anche soggetti vicini alla prima linea di Piazzetta Cuccia, a partire dai fondi. Da ultimo gli occhi sono puntati su Unicredit a cui è attribuita una quota di almeno l’1,9%, per lo più in gestione per conto della clientela, più un ulteriore 2% affidato a Jp Morgan e Jefferies.
All’assemblea attesa per lunedì 16 i soci di Mediobanca avrebbero dovuto esprimersi sull’offerta perché, a causa dell’offerta del Montepaschi, la banca è sotto passivity rule. La decisione del cda di rimandare il voto non è stata unanime: a smarcarsi sono stati i due consiglieri di Delfin con Sabrina Pucci astenuta e Sandro Panizza invece contrario al rinvio.
«L’attività di engagement pre-assembleare ha confermato l’esistenza di un largo supporto del mercato all’offerta, testimoniato anche dai pareri favorevoli unanimi dei proxy advisors», spiega la banca in una nota diffusa domenica 15 al termine del board. «Al tempo stesso alcuni soci, titolari di un investimento sia in Mediobanca sia in Generali, hanno sottolineato l’esigenza di conoscere le valutazioni e l’orientamento del Leone rispetto alla proposta di Mediobanca al fine di potersi esprimere nell’assemblea della stessa Piazzetta Cuccia, anche considerando che l’adesione di Generali è essenziale per il perfezionamento dell’operazione (vista la soglia minima irrinunciabile del 50+1% apposta da Mediobanca all’offerta)».
Per Equita (che è advisor di Mediobanca nell’operazione) «l’operazione Mediobanca-Banca Generali ha ricevuto il consenso unanime di tutti i proxy advisor e un orientamento positivo da parte dei principali azionisti istituzionali di Mediobanca, a conferma della solidità e validità strategica del progetto di integrazione. L’offerta resta valida nei suoi termini, con conclusione confermata tra settembre/ottobre 2025, e di conseguenza il progetto prosegue con piena continuità, supportato da una strategia chiara e coerente volta a consolidare la leadership nel wealth management».
Vale peraltro la pena ricordare che, se entro il 25 settembre l’ops di Montepaschi si sarà conclusa, non ci sarà più bisogno dell’assemblea perché saranno venuti meno i paletti della passivity rule. Dunque ora la palla passa a Generali che dovrà vagliare anche cosa fare del 6,5% di azioni proprie che si ritroverà in portafoglio, il lock-up di un anno sulla quota e discutere gli accordi distributivi a tre tra Mediobanca, il Leone e Banca Generali a cui la stessa merchant bank aveva condizionato il lancio della propria offerta.
Ma nel frattempo partirà l’offerta della banca guidata da Luigi Lovaglio che ha in Caltagirone, Delfin e il blocco delle casse previdenziali come Enpam ed Enasarco tre azionisti rilevanti con il 35% circa.
Gli analisti di Equita (che è anche advisor finanziario dell’operazione) onfermano comunque «forti perplessità sull’offerta Mps, legate alla scarsa compatibilità industriale, sinergie limitate, dissinergie rilevanti soprattutto nel Cib e nel wealth management, oltre ai rischi sulla retention del personale chiave e al potenziale impatto diluitivo su eps e dps per gli azionisti di Mediobanca.
Inoltre, la soglia minima di adesione sarà un elemento cruciale: a nostro avviso, le sinergie indicate da Mps rappresentano uno scenario blue-sky, che – va sottolineato – non avrebbe alcuna possibilità di concretizzarsi senza il raggiungimento della soglia del 66.7% necessaria per promuovere una fusione. Al di sotto del 51%, inoltre, verrebbe meno anche il beneficio fiscale legato alle dta, rendendo l’operazione ancora meno sostenibile in termini di creazione di valore. Al contrario, l’operazione Mediobanca – Banca Generali si conferma solida, coerente con il posizionamento strategico di Piazzetta Cuccia e supportata da un forte razionale industriale». (riproduzione riservata)