Mediobanca, fumata bianca sull’accordo di risoluzione con Nagel e Vinci. Ai due banchieri vanno 5 milioni a testa
Mediobanca, fumata bianca sull’accordo di risoluzione con Nagel e Vinci. Ai due banchieri vanno 5 milioni a testa
Intesa in Piazzetta Cuccia per la risoluzione dei rapporti di lavoro dell’ex ceo Alberto Nagel e dg Francesco Saverio Vinci. Al primo vanno 4,3 milioni lordi, al secondo 4,625 milioni. Con in patti di non concorrenza il compenso sale per entrambi a 5 milioni

di Andrea Deugeni 05/12/2025 20:00

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Fumata bianca in Piazzetta Cuccia su buonuscita e patti di non concorrenza per l’ex ceo Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. Mediobanca ha sottoscritto due accordi per la risoluzione, con decorrenza dal 4 dicembre, dei rapporti di lavoro subordinato dei due banchieri, intese su cui il board il 1° dicembre ha acceso il disco verde. 

In base agli accordi, spiega una nota della merchant, a Nagel e Vinci vengono corrisposti un totale di 5 milioni a testa. Restano invariati - indica la nota - i diritti retributivi già maturati nell’ambito ed in esecuzione dei regolamenti dei pregressi piani di incentivazione di breve e di medio-lungo termine, nelle modalità e condizioni previste.

Nel dettaglio ad Alberto Nagel è stato riconosciuto, alla cessazione del rapporto di lavoro, l'importo di 4.300.000 euro lordi (entro il limite corrispondente al costo del preavviso, incluso il corrispettivo per le rinunce connesse al rapporto di lavoro e alle cariche sociali); a Vinci 4.625.000 euro (entro il limite corrispondente al costo del preavviso, incluse le rinunce connesse al rapporto di lavoro e alle cariche sociali).

Inoltre, a Nagel vanno 700 mila lordi per impegni di non concorrenza, non sollecitazione e non storno differenziati per un periodo fra i sei e i dodici mesi successivi alla data di cessazione e da riconoscere al termine del periodo massimo. Per Vinci, invece, è previsto il riconoscimento di 375 mila euro (sempre lordi) «per impegni di non concorrenza, non sollecitazione e non storno per un periodo tre mesi successivi alla data di cessazione e da riconoscere al termine del periodo stesso». (riproduzione riservata)