La manovra 2026, che arriverà in Aula al Senato solo il 22 dicembre, diventa più ricca di 3,5 miliardi. Il complesso delle risorse tocca quindi quota 22 miliardi. Il tutto comunque a saldo zero, cioè senza incidere sulle linee di deficit e debito del Piano di bilancio strutturale.
Concretamente in un nuovo emendamento il governo ha predisposto 1,8 miliardi per finanziare la lista d'attesa delle imprese rimaste a secco per Transizione 5.0, da sommare a 1,3 miliardi per evitare un taglio del 39,62% ai crediti d'imposta spettanti a chi ha prenotato gli sconti fiscali nella Zes Unica del Sud e per rinforzare il fondo per il caro materiali - con uno sguardo alle opere pubbliche - come richiesto dalle aziende dell'edilizia.
E ancora l'iperammortamento previsto dalla manovra per le imprese che investono in beni strumentali diventa triennale e viene eliminata la maggiorazione ulteriore del costo di acquisizione per gli investimenti «green». Come si legge nella relazione tecnica all'emendamento, gli investimenti Made in Eu effettuati nel 2026 e fino al 30 settembre 2028 sono deducibili con maggiorazioni pari al 180% del costo d’acquisto per investimenti fino a 2,5 milioni, 100% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni e 50% per investimenti compresi tra 10 e 20 milioni. Per gli investimenti eccedenti il limite di 20 milioni di euro, non è prevista alcuna maggiorazione della deducibilità delle quote di ammortamento.
A copertura di queste novità viene introdotto un meccanismo di versamento, entro il 16 novembre di ogni anno, di un acconto pari all’85% del contributo sui premi delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti (cosiddetto contributo al servizio sanitario nazionale) dovuto per l’anno precedente.
Una modifica al codice delle Assicurazioni private che, si legge nella relazione tecnica dell’emendamento, dovrebbe generare «un maggior gettito positivo derivante dalla quota del predetto contributo di spettanza erariale di circa 1,3 miliardi di euro per il solo 2026, atteso che su tale anno si concentreranno i versamenti previsti a legislazione vigente, oltre all’acconto previsto dalla norma in esame». Dal 2027 poi «il nuovo meccanismo andrebbe a regime senza generare un maggior gettito».
Altri 200 milioni dovrebbero venire dalle Regioni, disposte a rinunciare a questa somma in cambio della possibilità di distribuirsi fra loro gli spazi finanziari resi disponibili dal «taglia debito».
Contribuisce anche la rimodulazione dei fondi previsti per il Ponte sullo Stretto. Dopo la bocciatura della Corte dei conti, i cantieri non partiranno entro l’anno quindi le risorse vengono ricollocate in un diverso orizzonte temporale senza ridurre i 13,5 miliardi complessivi: «Alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nell’anno 2025 in conto residui rinvenienti dall’anno 2024, gli stanziamenti relativi al Ponte sullo stretto di Messina, prevedendo un incremento delle risorse nell’anno 2033». In particolare, allo stato di previsione del Mit, per il programma «pianificazione strategica di settore e di sistemi stradali e autostradali» sono riallocati 780 milioni di euro nell’anno 2033.
Ci sono poi altre novità. L’ultimo emendamento depositato dal governo prevede l’adesione automatica alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione. Entro sessanta giorni dalla data di prima assunzione il lavoratore può scegliere di - si legge nel testo - «conferire l'intero importo del Tfr maturando a un'altra forma di previdenza complementare dallo stesso liberamente prescelta» o «mantenere il Tfr secondo il regime» previsto per legge. Scelta che può essere in un secondo momento revocata.
Sul tavolo c’è anche un meccanismo di compensazione delle entrate che vengono a mancare all'Inps quando i lavoratori optano per la previdenza complementare.
Sempre in materia di previdenza, è inserito un cambiamento relativo al trattamento pensionistico anticipato rispetto alla vecchiaia per il quale sono previsti al momento almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) che decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi se sono maturati entro il 31 dicembre 2031. Questa finestra mobile cresce a partire dal 2032: sale a quattro mesi se i requisiti sono maturati entro il 31 dicembre 2033, a cinque mesi dalla data di maturazione dei requisiti se sono maturati entro il 31 dicembre 2034 e a sei mesi dalla data di maturazione dei medesimi requisiti se gli stessi sono maturati a decorrere dal 1° gennaio 2035. Ciò si aggiunge alla crescita dei requisiti legati all'aspettativa di vita secondo i quali, in base alla relazione tecnica, c'è un aggiunta di un mese nel 2027 e altri due mesi nel 2028.
Dal 2031 poi il riscatto della laurea breve peserà meno per raggiungere i requisiti necessari al prepensionamento. Il testo chiama in causa chi matura i requisiti per l'uscita anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi) dal 1 gennaio 2031: per questi lavoratori non concorrono, al conseguimento dei suddetti requisiti, sei mesi - tra quelli di anzianità contributiva - riscattatati dalla laurea breve. Il valore del riscatto diminuisce di anno in anno: per chi matura i requisiti nel 2032 non concorrono 12 mesi tra quelli di anzianità contributiva riscattati dalla laurea breve, per chi li raggiunge nel 2033 i mesi diventano 18, poi 24 per chi matura i requisiti nel 2035 e infine 30 per chi li raggiunge nel 2035.
Da non scordare i 20 milioni stanziati in più a partire dal 2026 per il fondo per l'integrazione delle forme pensionistiche complementari delle Forze armate, Forze di polizia e Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Allo stesso tempo viene incrementato di 30 milioni per il 2026 e di 27 milioni a decorrere dal 2027 il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro.
Ammontano a circa 211 milioni di euro i fondi per le misure e le micro-misure di un nuovo pacchetto di riformulazioni del governo.
Rilevante la quota destinata alle Olimpiadi Milano-Cortina. Sono oltre 114 milioni di spesa autorizzati per il Viminale per incrementare i servizi delle forze di polizia anche per lo svolgimento delle Olimpiadi invernali. La finalità è di incrementare i servizi di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, di prevenzione del terrorismo, nonché del soccorso pubblico, anche per far fronte alle straordinarie esigenze connesse allo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026.
Arriva poi il nuovo gioco a sorte «Win for Italia team» per finanziare il Comitato olimpico nazionale. Con provvedimento direttoriale dell'Agenzia delle dogane e dei Monopoli è introdotto e regolato, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore di questa disposizione, il gioco numerico a totalizzatore nazionale denominato Win For Italia Team con montepremi pari al 65% della raccolta. La quota di prelievo erariale derivante dalla raccolta del gioco al netto della quota spettante alle regioni a statuto speciale, è riassegnata al finanziamento del Comitato olimpico nazionale italiano.
Per Matera «Capitale mediterranea della Cultura e del Dialogo» la manovra dovrebbe stanziare 1 milione. Sono invece 5 i milioni destinati alla celebrazione del 250esimo anniversario dalla fondazione del Teatro alla Scala di Milano.
A meno di due settimane dalla fine dell’anno e quindi dallo spettro dell’esercizio provvisorio, le questioni da sciogliere restano.
La querelle con la Bce sulle riserve d’oro di Bankitalia si è chiusa con la seconda riformulazione governativa che sancisce l'appartenenza dei lingotti Via Nazionale «al Popolo italiano», ma «fermo restando quanto previsto dagli articoli 123, 127 e 130 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea», blindando quindi l'assetto attuale.
Sempre in materia di oro, invece, è stata accantonata l’ipotesi della tassa a sconto sui lingotti, monete e placchette detenuti dagli italiani. In questo caso, come anticipato da MF-Milano Finanza, ha pesato in negativo il parere dell'Unità di informazione finanziaria per l’Italia (Uif) di Bankitalia. Forse non ha giocato a favore della norma il suo carattere quasi da condono fiscale.
In alternativa è stato introdotto il raddoppio della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Così il governo è riuscito a lasciare la cedolare secca al 21% sui primi due immobili affittati per brevi periodi dallo stesso proprietario ed è riuscito a dimezzare al 5% la soglia di partecipazione, oltre la quale resta valida la pressione dell’1,2% sulle cedole societarie.
Sembra tramontata anche l’idea di alzare a 10mila euro il tetto all'uso del contante mentre la Fieg torna a lanciare l'allarme sul taglio alle risorse per l'editoria.
Nel frattempo, ci si interroga sulla tassazione di 2 euro dei piccoli pacchi sotto i 150 euro provenienti da fuori Ue. La Commissione Ue ha contemporaneamente varato l'imposizione di un tariffa di 3 euro per le spedizioni di quel tipo, con il rischio di doppia tassazione in Italia. «C'è un buco di tempistiche tra quello che vuole fare l'Italia in questa finanziaria e quello che vuole fare l'Europa. Se c'è compatibilità, ascoltando anche l'Europa, si procederà sin da quest'anno», specifica Quintino Liris, il relatore della manovra per FdI in commissione Bilancio al Senato. (riproduzione riservata)