Nel portafoglio delle famiglie italiane c’è ancora tanta liquidità: ha raggiunto 6.148 miliardi di euro dai 6.031 miliardi di fine 2024 il valore complessivo delle attività finanziarie (83 mila euro pro-capite, un valore superiore alla media dell'area euro, 70 mila euro), di cui quasi 1.600 miliardi, ben un quarto, tenuti liquidi sotto forma di depositi (tabelle in pagina). In questo contesto nel corso del 2025 è aumentato il peso di azioni e Btp nell’asset allocation dei risparmiatori italiani e c’è stata anche una ripresa della raccolta di polizze Vita. Mentre nel risparmio gestito l’andamento è stato più altalenante e ha risentito del boom di quotazioni degli Etf che vengono lanciati sempre di più dagli asset manager tradizionali per sostenere i flussi dei fondi che invece sono più deboli per via della concorrenza appunto dei prodotti passivi low cost. E il 2026 sarà un vero banco di prova per capire se questi strumenti, soprattutto nella versione attiva, riusciranno a dare un effettivo valore aggiunto soprattutto nel caso di correzione dei listini (si veda box).
Quel che è certo è che il 2025 è stato un altro anno positivo per le azioni e ciò, come emerge dagli ultimi dati Abi sulla composizione della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, ha fatto crescere il loro peso sul totale. Le azioni e partecipazioni detenute dai risparmiatori hanno raggiunto una consistenza di 1.875 miliardi, con un aumento del 6,8% da fine 2024. Intanto le obbligazioni pubbliche sono salite a 327 miliardi, con +5,5% da fine 2024.
Nonostante il calo dei tassi è infatti proseguita anche nel 2025 la storica propensione dei risparmiatori italiani a mettere in portafoglio i titoli di Stato. Che quest’anno non hanno certo mancato di proporre nuove alternative alle famiglie. A partire da Mef che ha proseguito nel collocamento della famiglia dei Btp Valore, Italia e Più, titoli riservati al retail. A febbraio c’è stata la prima emissione 2025 del Btp Più, a maggio Btp Italia, e a ottobre è arrivato il lancio del Btp Valore.
Tutti e tre hanno fatto il pieno di richieste: per il Btp Più ci sono stati oltre 450 mila contratti e quasi 15 miliardi di raccolta. Per il Valore i volumi hanno raggiunto i 16,5 miliardi per oltre 506 mila contratti e il Btp Italia ha raccolto 8,8 miliardi. Tra i punti di forza tassazione agevolata (come per tutti i buoni del Tesoro) al 12,5% su cedole e premio finale extra e l’esenzione dalle imposte di successione. Per il 2026 non si prevede un ulteriore compressione dello spread tra Btp e Bund, che quest’anno si è avuto grazie al miglioramento del rating dell’Italia. Mentre i tassi Bce dovrebbero restare stabili al 2%. Motivo per cui sul Btp spazi per apprezzamenti non se ne vedono più di tanto, mentre i tassi all’emissione dovrebbero restare sugli attuali livelli.
Intanto il calo dei tassi dei titoli a breve termine dell’ultimo anno ha rilanciato la raccolta delle polizze Vita di ramo I, strumenti adatti a chi punta ad avere portafogli prudenti e con rendimenti contenuti ma stabili, dato che investono i premi in gestioni separate a prevalente contenuto di titoli di Stato. Soprattutto cresce l’interesse verso quei contratti che, nella versione più flessibile delle multiramo, offrono anche la possibilità di partecipare all’andamento dei mercati finanziari, tramite l’inserimento di una quota di ramo III (polizze unit linked che investono i premi in fondi o sicav). Come emerge dall’osservatorio di Prometeia, le gestioni separate sottostanti alle ramo I, dette anche polizze rivalutabili, sono tornate in territorio positivo nei nove mesi con flussi netti di 2,72 miliardi dopo i -834 milioni del 2024 e i -11,1 miliardi dello stesso periodo 2023 (tabella in pagina).
Sono diminuiti i riscatti per via del minor appeal di prodotti alternativi come i titoli di Stato di breve termine e i conti di deposito a causa dei tagli del costo del denaro da parte della Bce, mentre i movimenti dei tassi sui Btp, che per queste polizze restano l’asset principale in portafoglio, sono stati cavalcati dalle compagnie per realizzare rendimenti. «E’ proseguita anche nel terzo trimestre la ripresa del mercato Vita in termini di raccolta netta, dopo un biennio di deflussi. Includendo una stima della componente relativa alle compagnie Ue operanti in Italia, nei primi nove mesi di quest’anno la raccolta netta complessiva è risultata positiva e pari a poco più di 6,1 miliardi, a fronte degli oltre 8,1 miliardi di flusso netto negativo dell’analogo periodo 2024», spiega Stefano Frazzoni, senior partner, head of insurance wealth & asset management di Prometeia.
Invece sul fronte del risparmio gestito, nei dieci mesi dell’anno, la raccolta netta è positiva per circa 33,37 miliardi, rispetto ai 12,5 miliardi dello stesso periodo 2024,ma nell’anno ci sono stati due mesi in rosso, maggio e settembre (grafico in pagina), come emerge dalle statistiche di Assogestioni di fine ottobre. Un contributo decisivo ai flussi è arrivato dai fondi obbligazionari a scadenza, comparti che sono simili al funzionamento a un Btp avendo una scadenza e a volte anche una cedola periodica. Le sgr li lanciano per battere la concorrenza dei Btp che, come accennato, hanno attirato molti flussi quest’anno.
Nei dati Assogestioni sono comunque compresi anche gli Etf, in particolare gli Etf non soltanto passivi, ma anche quelli attivi, la vera novità dell'anno che ha visto diversi asset manager tradizionali entrare nell'arena di questi prodotti che replicano, come i passivi, un indice, ma a differenza di questi ultimi, lasciano spazio al gestore di modificare i pesi dei titoli che lo compongono. Una formula, quella degli Etf attivi che combina la capacità di analisi delle società di gestione, con l'approccio low cost dei passivi. In questo modo molte società di gestione hanno trasposto le loro strategie attive nel mondo dei prodotti indicizzati proponendo una soluzione a basso costo nel tentativo di arginare il boom degli Etf passivi e intercettare flussi.
E nel frattempo, spostando il focus sulla liquidità, è diminuito l'appeal per i conti di deposito perché con la discesa dei tassi, anche questi parcheggi sono stati costretti a ridurre il rendimento proposto. E se fino a pochi mesi fa era possibile trovare depositi vincolati con rendimenti lordi che arrivavano fino al 4%, oggi i migliori tassi sono attorno al 3% annuo lordo, come emerge dal comparatore di ConfrontaConti.it.
Guardando invece a un orizzonte di più lungo termine, si registra il continuo lento avanzare dei fondi pensione che tra allungamento della vita media e carriere più intermittenti sono diventate un'urgenza, soprattutto i più giovani. Sulla base dei dati Covip più aggiornati, il totale di posizioni in essere delle forme pensionistiche complementari è di 11 milioni, il 3,3% rispetto a fine 2024. E la novità del 2026 è l’adesione automatica dei neo assunti del settore privato. Un provvedimento che potrebbe portare, stima il governo, a 100 mila adesioni in più l’anno.
Sempre sul fronte degli investimenti a lungo termine, un altro strumento che nel 2025 ha continuato a registrare nuovi lanci e che nel 2026 potrebbe prendere ulteriore slancio è quello degli Eltif, ovvero i fondi di investimento che investono nei mercati privati (private market, ovvero attività non quotate). E la novità di fine 2025 è l’avvio del collocamento digitale: Fundstore (gruppo Banca Ifigest) ha appena lanciato la prima piattaforma in Italia per la distribuzione on-line di fondi Eltif con soglia da 1.000 euro. Sul fronte dell’offerta intanto si moltiplicano le società che lanciano Eltif: tra le ultime società ci sono Sella e Fineco. Avendo una soglia di accesso limitata sono stati pensati proprio per portare le potenzialità di questi attivi nei portafogli degli investitori retail, ricalcando strategie da tempo in uso dagli istituzionali.
A patto però di detenerli per periodi di tempo non brevi perché, come tutti i veicoli specializzati nel mondo del non quotato, gli Eltif presentano dei vincoli di liquidità che impongono una permanenza nell'investimento di alcuni anni con poche possibilità di uscita anticipata. Tra l'altro i Pir, ovvero i piani individuali di risparmio esentasse (a determinate condizioni) possono essere costruiti sotto forma di Eltif, con una marcia in più quindi sul fronte dei rendimenti grazie al fisco più leggero. Resta comunque la sfida per banche, sim e sgr di mobilitare il risparmio come leva per lo sviluppo economico e il rafforzamento del mercato dei capitali. Sarà proprio questo il tema della sedicesima edizione del Salone del Risparmio di Assogestioni (Attivare la liquidità, accelerare la crescita) che si terrà dal 5 al 7 maggio 2026 a Milano. (riproduzione riservata)