Si va verso l’ accordo per creare l’alleanza europea dei satelliti tra Leonardo, Airbus e Thales, al centro del consiglio di amministrazione straordinario che il gruppo italiano ha riunito martedì 21 ottobre. Un annuncio è atteso già per mercoledì 22, anche se non si esclude un leggero slittamento per affinare alcuni dettagli tecnici. L’obiettivo è di fare massa, creando un consorzio da 10 miliardi di euro, per sfidare il dominio di Starlink, il colosso di Elon Musk, sull’esempio della jv Mbda che mantiene l’Europa competitiva nel settore dei missili.
Il progetto, nome in codice Bromo, si ispira infatti al consorzio multinazionale di missilistica co-gestito da Airbus, Leonardo e Bae Systems, esempio di successo nella cooperazione industriale tra Paesi, e sta maturando mentre il settore spaziale europeo, concentrato su satelliti geostazionari ad alto costo, è stato messo a dura prova dall’avanzata delle costellazioni di piccoli satelliti in orbita bassa di Starlink. Il ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, ha sottolineato in più occasioni che i satelliti rappresenteranno il 75% dell’economia spaziale del futuro e che l’Europa deve accelerare la cooperazione.
Alla struttura dell’accordo si arriva dopo quasi un anno di colloqui, e certo nelle ultime settimane la crisi politica in Francia non ha aiutato.
Tra gli aspetti più delicati ci sono gli equilibri di governance, compresi i ruoli di presidente, ceo e cfo, ma soprattutto i rispettivi pesi azionari. L’architettura dell’alleanza prevede che i tre gruppi mettano a fattor comune i propri asset sotto l’ombrello di una holding creata allo scopo. Secondo indiscrezioni, in base all’intesa esaminata dai rispettivi cda, Airbus deterrebbe il 35% della nuova società, mentre Thales e Leonardo avrebbero ciascuna una quota del 32,5%.
Airbus, scrive il Financial Times, si aspetta di ricevere una compensazione da parte degli altri due partner, come riconoscimento per aver accettato di limitare la propria partecipazione al 35%, nonostante la sua divisione spaziale valga circa la metà del fatturato complessivo della futura entità. In totale, l’alleanza conterà su una dote di 30 siti produttivi, 25mila dipendenti e ricavi annui nell’ordine dei 6,5 miliardi di euro.
Airbus è comunque considerata la più disponibile delle tre a ridurre la sua esposizione allo spazio dopo le perdite in bilancio e circa 2mila tagli di posti di lavoro.
Un altro possibile scoglio è rappresentato dall’Antitrust europeo. Sia Airbus che Leonardo vorrebbero che Bruxelles valutasse l’accordo nel quadro più ampio del mercato mondiale e non solo in quello europeo. Intanto, nel giorno del cda il titolo Leonardo ha chiuso in rialzo dell’1,3% a 50,82 euro. (riproduzione riservata)