Le 5 azioni come Nvidia da comprare nel 2025 secondo Baillie Gifford
Le 5 azioni come Nvidia da comprare nel 2025 secondo Baillie Gifford
Nvidia ha toccato i 5 trilioni in borsa per la prima volta nella storia. Su questo titolo e su Amazon, Baillie Gifford ha scommesso agli esordi e ora ha individuato un gruppo di azioni su cui investire a lungo termine che potrebbero essere le prossime lepri

di di Elena Dal Maso 07/11/2025 19:00

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Nvidia ha toccato brevemente i 5 trilioni di capitalizzazione il 29 ottobre, la prima società nella storia a tagliare questo traguardo. Significa che il valore di mercato del colosso dell’AI vale oltre sei volte Piazza Affari. E pensare che nel 1999, la società guidata dal seo Jensen Huang valeva 0,04 dollari per azione rispetto ai quasi 190 dollari attuali. Baillie Gifford, società indipendente di gestione con sede a Edimburgo, si vanta di aver scoperto Nvidia all’inizio della corsa grazie al fatto di aver intuito il potenziale dei suoi processori (Gpu) quasi un decennio prima che l'AI generativa diventasse di tendenza. Questa società scozzese, fondata nel 1908 (ha 208 miliardi di sterline in gestione al 30 settembre), è famosa perché cerca opportunità di investimento a lungo termine in titoli con un potenziale di crescita significativo. In tal senso Baillie Gifford è stata fra i primi investitori nel gruppo taiwanese Tsmc e in Amazon. Il lavoro dei gestori è individuare realtà poco comuni in grado di sostenere un portafoglio con rendimenti costanti per un decennio e oltre. Gruppi come Atlas Copco, industria svedese diversificata che Baillie Gifford ha acquistato per la prima volta oltre 40 anni fa, dal 1984 ha generato un rendimento costante del 10% all'anno.

Le prossime lepri?

Ora la domanda è: chi è la prossima Nvidia? «È qui che entrano in gioco le nostre strategie di crescita sostenibile. Si tratta di portafogli che puntano a individuare questi rari compounder, aziende che crescono a un ritmo costante a doppia cifra e a mantenerli per decenni in un portafoglio diversificato e attento al rischio», spiega Alasdair McHugh, Investment Specialist della strategia Durable Growth di Baillie Gifford. Questi titoli non sono facili da trovare, riprende l’esperto: solo un quinto delle aziende ha registrato una crescita degli utili superiore al 10% all'anno nell'ultimo decennio. Ma veniamo alle prossime Nvidia, avete qualche idea? «È una domanda interessante guardando al dibattito sul mercato sulla crescita esponenziale dell'intelligenza artificiale. Con i fornitori di chip che raggiungono livelli astronomici di capitalizzazione di mercato, è appunto il caso di Nvidia, molti paragonano il boom dell'AI alla bolla dotcom di inizio anni Duemila. Quando emergono nuove tecnologie, che siano ferrovie o internet, chi fornisce le infrastrutture tende a registrare da subito picchi massicci della domanda. Quest'anno i cinque maggiori hyperscaler dell'intelligenza artificiale dovrebbero spendere oltre 400 miliardi di dollari in investimenti per le infrastrutture di AI», ragiona McHugh. Gli hyperscaler sono aziende leader nel settore tecnologico che forniscono infrastrutture su larga scala e servizi di cloud computing.

Vince chi sviluppa i servizi

La storia dimostra però che il valore a lungo termine, riprende l’esperto, non va a chi pone le basi, ma a chi sviluppa servizi su di esse. «Amazon ha raggiunto questo obiettivo grazie alla perseveranza, all'adattabilità e a una forte attenzione ai clienti, mentre Yahoo e AT&T hanno faticato a riconquistare i livelli precedenti. Chi è quindi l’Nvidia di questa rivoluzione? Come nei precedenti cicli di crescita tecnologica, prevediamo che i vincitori si troveranno più in basso nella catena del valore dell'AI, a livello di applicazioni. Potrebbe trattarsi di software, soluzioni aziendali, applicazioni industriali o servizi alla clientela». McHugh fa quindi alcuni esempi. A livello di software, Microsoft si è reinventata sotto la guida di Satya Nadella, «ha tre segmenti di attività che beneficiano dell'integrazione dell'AI, ma il più evidente è la piattaforma di cloud computing Azure. A livello globale, solo un quarto dei carichi di lavoro aziendali è stato finora trasferito sul cloud e, in genere, si tratta di società native digitali come Netflix. Prevediamo che l'aggiunta di funzionalità di AI incoraggerà un numero maggiore di società analogiche a effettuare il passaggio».

Nel segmento invece delle soluzioni aziendali, «le società avranno bisogno di supporto per integrare le funzionalità dell’AI nei propri processi aziendali. Accenture è la società di riferimento per la trasformazione digitale e trarrà vantaggio dalla fornitura di consulenza in questo ambito. Il mercato vede l'AI generativa come una minaccia per il modello di Accenture, ma le nostre analisi suggeriscono che si tratta di un'opportunità».

Nell’ambito invece, delle applicazioni industriali come la visione artificiale, prosegue McHugh, Cognex si è affermata leader dell'automazione industriale, con un particolare punto di forza nel controllo qualità. Parliamo di controllo dei difetti nelle linee di produzione in cui la produzione è uniforme, per esempio i livelli di riempimento delle bevande. Introducendo l'apprendimento automatico nel proprio software Vision Pro, ragiona McHugh, è possibile analizzare confezioni di prodotti meno uniformi in settori come quello alimentare e farmaceutico, eliminando l'intervento umano e riducendo i costi.

Proseguendo nel segmento dei servizi alla clientela, anche gruppi della bellezza come L'Oréal stanno trovando nuovi utilizzi per l'AI nelle proprie attività, dalla ricerca e sviluppo al marketing, alla personalizzazione dei prodotti. Per esempio, la collaborazione Beauty Genius con Meta offre una guida di bellezza personalizzata 24 ore su 24, 7 giorni su 7, prove virtuali e diagnosi della pelle.

Con l'avvento di Internet le società aggiungevano .com al proprio dominio, oggi nelle comunicazioni sugli utili aziendali vi sono continui riferimenti all'integrazione dell'AI, avverte McHugh.

«Dobbiamo quindi distinguere chi saranno i veri beneficiari da chi invece non lo sarà, o addirittura da chi si espande eccessivamente, investendo per paura di perdere opportunità piuttosto che per ottenere un ritorno sull'investimento. Ecco perché abbiamo deliberatamente diversificato la nostra esposizione alla rivoluzione dell'intelligenza artificiale lungo tutta la catena del valore. Prevediamo che i vincitori emergeranno in molti settori, il che dovrebbe darci una buona possibilità di catturare l'Nvidia di questa generazione», conclude l’esperto di Baillie Gifford. (riproduzione riservata)