Non servono per forza i nomi altisonanti di Wall Street per trovare rendimenti da capogiro. Certo, difficilmente le azioni di Piazza Affari potranno replicare la performance monstre di Nvidia, protagonista assoluta del rally tecnologico americano negli ultimi cinque anni con una volata del 1.217%. Ma anche sul listino milanese ci sono titoli che, lontano dai riflettori, hanno regalato ritorni a tre-quattro cifre nello stesso periodo.
Leonardo e la più piccola Maire guidano la classifica delle star tra il 2020 e il 2025, secondo un’elaborazione di Milano Finanza, dimostrando che la crescita non arriva solo dal settore bancario, tradizionalmente in prima linea e ora più che mai alimentato dal risiko (nella tabella in pagina ai primi posti c’è la Popolare di Sondrio, conquistata da Bper con un’ops senza delisting).
Tra l’altro, e questa è la vera sorpresa, quasi tutti questi maratoneti quotano ora sotto ai loro massimi storici, anche di parecchio nel caso di Unicredit, Banco Bpm, Unipol e D’Amico, lasciando spazio a maggior ragione a nuovi scatti in avanti. In particolare, sottolinea a Milano Finanza Alberto Villa, Responsabile Equity Research di Intermonte, la compagnia assicurativa guidata da Carlo Cimbri ha beneficiato della razionalizzazione organizzativa e di buoni risultati finanziari.
«Siamo cauti sul settore bancario, specialmente dopo il rally degli ultimi anni. Con la compressione dei margini di interesse (il margine che le banche guadagnano tra prestiti e depositi) a seguito dei tagli dei tassi da parte della Bce per stimolare la crescita, sta venendo meno una delle principali fonti di crescita del fatturato degli istituti di credito», afferma Gianmarco Rania, portfolio manager di Banor. Le banche hanno fatto fronte a questa mancanza cercando di massimizzare gli utili da commissioni e risparmio gestito, «ma il fantasma della crescita zero sembra essere dietro l’angolo.
Inoltre, con il rallentamento delle principali economie mondiali», avverte Rania, «si innalzerà il rischio di un aumento dei crediti deteriorati, che avrà un inevitabile impatto sulla redditività delle banche. Probabilmente l’euforia scatenata dal risiko è stata la parte finale di un rally strepitoso visto negli ultimi anni». Tra i titoli bancari che hanno corso molto e che Gianmarco Bonacina, Head of Research di Banca Akros, ritiene siano vicini al fair value c’è Credem «su cui abbiamo un rating neutral e un target price di 14,1 euro: nonostante sia una banca di alta qualità, ci aspettiamo possa continuare a sottoperformare il settore in termini di evoluzione della redditività».
Anche la performance stellare dei titoli della difesa è probabilmente non ripetibile nei prossimi anni. Le azioni sono salite in modo significativo per le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina e, a detta di Rania, potrebbero scontare aumenti di spesa troppo ottimistici. Inoltre la risoluzione del conflitto a Kiev (Trump e Putin parlano di incontrarsi a Budapest) potrebbe ridurre l'urgenza della spesa militare, deludendo le aspettative elevate.
Senza contare che le elezioni in tutta Europa potrebbero portare i governi attenti al bilancio a essere meno impegnati sulle promesse di spesa per il riarmo. Come nel caso della Spagna che ha ottenuto un’esenzione dal nuovo obiettivo della Nato di destinare il 5% del pil: spenderà il 2,1%. In effetti Leonardo, su cui Banca Akros ha un tp di 52 euro, ha registrato un forte re-rating del multiplo a 22 volte il p/e 2026, che riflette già l’aumento previsto delle spese in difesa da parte dei governi.
Discorso diverso per il settore retail, in particolar modo quello dell'abbigliamento. Dopo anni di inflazione elevata, i salari reali stanno tornando a crescere, aumentando il potere d'acquisto per beni non essenziali. I costi delle materie prime e della logistica, osserva Rania, sono scesi parecchio rispetto ai picchi del 2022, migliorando la redditività. Inoltre il turismo internazionale in Italia rimane forte, a beneficio dei brand di lusso e del fast fashion nelle città principali.
Anche l’integrazione tra negozi fisici e online sta funzionando, con i negozi che diventano hub per ritiri e resi, migliorando l'efficienza. E dopo anni difficili, molti titoli retail quotano a multipli scontati rispetto alla media storica, offrendo potenziale di upside, «come nel caso di Ovs, coperta con buy e un tp a 5 euro, vista l’ottima esecuzione nell’aumentare la quota di mercato abbinata al miglioramento della marginalità», precisa Bonacina che punta anche su Sol (accumulate e tp a 55,5 euro) per lo sconto rispetto ai competitor «ingiustificato» visto che il business medicale (home care più gas tecnici per ospedali) rappresenta oltre il 60% del fatturato.
Oltre a Ovs che anche per Villa ha saputo ritagliarsi uno spazio interessante e profittevole in un segmento di mercato competitivo, sono Maire, che ha realizzato un rilancio molto interessante nel settore dei progetti complessi di ingegneria a livello globale, e Txt (per il consenso Bloomberg quella con più margine di upside: +47%) che rappresenta un esempio di società di medie dimensioni che ha messo a segno una forte crescita sia a livello organico sia attraverso acquisizioni nel segmento digitale.
Pur non escludendo fasi di prese di profitto, «in assenza di componenti strutturali negative come una recessione», puntualizza Villa, «molti di questi titoli, anche se reduci da performance superlative, non sono da escludere, soprattutto in un’ottica di medio periodo e considerando il rinnovato interesse per l’investimento azionario in Italia».
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