In sintesi:
La volatilità dell’S&P 500 si è attenuata a inizio settimana. Tuttavia, due terzi delle società che appartengono all’indice large cap statunitense hanno registrato una performance negativa da inizio anno: 220 titoli sono scesi di almeno il 10% e 82 di oltre il 20% a causa della guerra dei dazi imposta dal presidente Usa, Donald Trump.
L’impossibilità di prevedere quando e come si stabilizzeranno le politiche commerciali dell’amministrazione Usa rende difficile per gli analisti formulare stime attendibili sui ricavi e sugli utili. Nonostante ciò, alcuni titoli dell’S&P 500 godono ancora di una forte fiducia da parte degli esperti, come emerge da un’analisi effettuata da Marketwatch (gruppo Wsj) su dati FactSet.
Alla data di martedì 15 aprile, l’S&P 500 ha registrato una perdita dell’8,2% nel 2025. Il calo massimo da inizio anno è stato del 15,3% (rilevato l’8 aprile). L’S&P 500 si trova in territorio di correzione, un fatto che avviene in caso di ribassi superiori al 10% dai massimi recenti, mentre una flessione del 20% o più indica un mercato orso. I dati si riferiscono ai prezzi al netto dei dividendi.
Il rapporto prezzo/utili prospettico (forward P/E) dell’S&P 500 è oggi poco sotto la media degli ultimi cinque anni e poco sopra quella decennale. Il settore energetico presenta il p/e più basso, influenzato dalle valutazioni contenute durante la prima metà del 2020 in seguito alla crisi pandemica.
I settori IT e dei beni di consumo discrezionali hanno subito i ribassi più marcati sia in termini di prezzo sia di compressione dei multipli. Attualmente, il settore tecnologico scambia sotto la media p/e a cinque anni, ma, al pari dei beni di consumo di base, scambia al 115% della rispettiva media decennale.
Nonostante alcuni multipli ancora elevati, molti titoli tecnologici continuano ad attirare l’interesse degli analisti, grazie alle prospettive di crescita sostenuta dei ricavi e degli utili.
Secondo Ed Clissold, Chief U.S. Strategist di Ned Davis Research, il crollo dei mercati seguito agli annunci dei dazi di ritorsione del 2 aprile da parte del presidente Trump «non ha portato le valutazioni a livelli che possano definirsi convenienti».
Clissold invita gli investitori a monitorare attentamente le revisioni delle stime sugli utili e i possibili aggiornamenti al ribasso delle guidance societarie in termini di fatturato e profitti.
Partendo dai 500 titoli dell’S&P 500, sono state selezionate 491 società coperte da almeno 10 analisti. Tra queste, soltanto 12 ricevono una raccomandazione di acquisto (“buy” o equivalente) da parte di almeno il 90% degli analisti coinvolti nel sondaggio di FactSet. (riproduzione riservata)