Wall Street chiude positiva: Dow Jones +0,1%, S&P 500 +0,7%, Nasdaq +1,3%. Vola Tesla (+9,8%): il titolo ha ripreso tono nonostante conti in calo perché il ceo Elon Musk dedicherà meno tempo alla politica e più alla società di auto elettriche.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che è improbabile che concederà una nuova tregua tariffaria quando scadrà l'attuale periodo di 90 giorni, durante il quale Washington sta negoziando accordi con i suoi partner. Trump ha affermato che la Cina deve offrire qualcosa di «sostanziale» se vuole una riduzione delle tariffe. «Faremo accordi. Stabiliremo il prezzo, che sarà ragionevole, molto ragionevole, e questo è tutto», ha detto a bordo dell'Air Force One, in volo verso Roma, dove domani parteciperà ai funerali di Papa Francesco.
Anche la settimana a cavallo tra aprile e maggio sarà centrale sul fronte dei conti: li pubblicheranno big tech come Meta, Amazon, Microsoft e Apple.
La prossima settimana sarà decisiva anche lato macro. «Negli Usa i più attesi sono i dati sul mercato del lavoro di venerdì 2 maggio. Prima avremo la fiducia dei consumatori (martedì 29 aprile) seguita dai numeri su reddito e spesa personale (mercoledì 30), utili per le informazioni che ci daranno sui consumi delle famiglie», spiegano gli analisti di Mps.
«Importante anche l’indice Ism manifatturiero di giovedì per le prospettive sulle aziende. Mercoledì 30 avremo i primi numeri sulla crescita del primo trimestre, che per la Fed di Atlanta sarà negativa. Infine, sempre mercoledì 30, i dati sul deflatore core, riferimento della Fed per l’inflazione, attesi dal consenso in rallentamento».
Wall Street prosegue la seduta contrastata. Alle 17:30 il Dow Jones cede lo 0,5%, l’S&P 500 sale dello 0,1% e il Nasdaq dello 0,5%. Le borse americane perdono slancio dopo tre sedute in rialzo per il giallo sui colloqui con la Cina (leggi sotto).
Per Donald Trump sono in corso anche con il presidente Xi Jinping, mentre per l’ambasciata cinese negli Usa non sono ancora iniziati. L’inquilino della Casa Bianca intanto è partito per il funerale di papa Francesco a Roma, dove è pronto a incontrare gli altri leader mondiali per parlare di tariffe e del conflitto in Ucraina.
La guerra commerciale in corso pesa sulla fiducia dei consumatori. Ad aprile l’indice dell’Università del Michigan è sceso a 52,2 punti dai 57 punti di marzo, dato comunque superiore ai 50,5 punti. La fiducia cala da quattro mesi di fila proprio per colpa dei dazi, che da inizio marzo hanno spinto gli investitori stranieri a vendere 63 miliardi di dollari di azioni Usa secondo Goldman Sachs.
Oggi, 25 aprile, tra i titoli più in difficoltà ci sono Verizon (-3,3%), UnitedHealth (-2,7%), Nike (-2,2%), Coca Cola (-1,8%), Walmart (-1,1%), Jp Morgan (-1%), J&J (-1%) e Apple (-0,7%). Molte meno invece le azioni in rialzo, tra cui spiccano Nvidia (+2,4%), Salesforce (+0,7%), Boeing (+0,3%) e Merk (+0,6%).
Wall Street apre la seduta debole. Alle 15:30 il Dow Jones cede lo 0,1%, mentre l’S&P 500 sale dello 0,1% e il Nasdaq dello 0,2%. Le borse americane rifiatano dopo tre sedute in grande spolvero grazie alla schiarita sui dazi. Tra Stati Uniti e Cina sembra essersi aperto un dialogo: Donald Trump ha dichiarato di aver parlato con Xi Jinping delle tariffe, mentre l’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha chiarito che «non ci sono colloqui in corso».
Un giallo che un po’ preoccupa gli investitori e li porta a prendere una pausa. La situazione comunque è migliorata dallo scontro a colpi di dazi che ha portato le tariffe americane contro Pechino al 145%. L’altra buona notizia dei giorni scorsi riguarda l’indipendenza della Fed, che sembra essere di nuovo al sicuro da quando la Casa Bianca ha fatto un passo indietro sul licenziamento del numero uno Jerome Powell, colpevole di non voler tagliare i tassi.
Con il sereno che ritorna sui mercati rallenta la corsa dell’oro, passato dal record di 3.500 dollari l’oncia agli attuali 3.290 dollari (-1,6%). Continua invece il recupero del dollaro, che rispetto all’euro aveva toccato quota 1,15. La moneta unica ha perso altro terreno e il cambio tra le due valute è sceso a 1,135 (-0,35%).
Scende ancora anche la pressione sui Treasury, con il rendimento del decennale giù al 4,27% (aveva toccato il 4,5% nei giorni passati). Prosegue poi il calo del petrolio per i timori legati alla crescita globale (il Fmi l’ha abbassata dal 3,3% al 2,8%): il prezzo del Brent e del Wti si abbassa così dello 0,8%. Ecco cinque titoli da monitorare venerdì 25 aprile.
Alle 15:30 il titolo Apple cede lo 0,2%. Entro il 2026 la Mela sposterà in India l’intera produzione di iPhone destinati al mercato americano (il 28% del totale), raddoppiando il numero di telefoni assemblati nel Paese asiatico. In questo modo l’azienda di Cupertino accelera il processo di diversificazione della catena di approvvigionamento per contenere gli effetti dei dazi di Trump. In più ridurrà ancora la dipendenza dalla Cina (per adesso sottoposta a tariffe del 145%), dove prima produceva la maggior parte dei suoi iPhone grazie a Foxconn.
Alle 15:30 le azioni Alphabet Classe A guadagnano il 3,5%. La holding di Google ha battuto le attese: nel primo trimestre i ricavi sono saliti a 90,23 miliardi (+12%), sopra gli 89,12 miliardi attesi, grazie alla spinta della ricerca online e della pubblicità (entrambe +9%). Bene anche gli utili, aumentati a 2,81 dollari per azione (+46%), oltre gli 2,01 dollari stimati. Alphabet però ha messo le mani avanti e per il futuro ha avvertito che l’attività pubblicitaria potrebbe risentire della guerra commerciale in corso.
Alle 15:30 il titolo Intel cede il 7,4%. Anche il gigante americano dei chip ha stupito gli investitori nonostante conti in calo. Nel primo trimestre il fatturato è rimasto stabile a 12,67 miliardi, oltre i 12,3 miliardi attesi. L’utile per azione invece è sceso a 13 centesimi (18 centesimi un anno fa), ben oltre il centesimo previsto. Le previsioni per il trimestre in corso di Intel però hanno deluso. La società ha stimato tra 11,2 e 12,4 miliardi di ricavi, meno dei 12,82 miliardi indicati dal consenso. Intel è da tempo in difficoltà e ha anche deciso di ridurre le spese operative e di capitale.
Alle 15:30 le azioni Meta guadagnano l’1,6%. La holding di Facebook, Instagram e WhatsApp sembra volersi ritirare dal metaverso e ha licenziato alcuni dipendenti del Reality Labs, divisione dedicata allo sviluppo della realtà virtuale, aumentata e dei visori indossabili. Il metaverso è uno dei sogni del ceo Mark Zuckerberg, che però non si è mai concretizzato e anzi è costato miliardi di dollari. Nel quarto trimestre del 2024 il Reality Labs ha registrato una perdita operativa di 4,97 miliardi e 1,1 miliardi di vendite. Meta diffonderà i conti mercoledì 30 aprile.
Alle 15:30 il titolo Gilead Sciences perde il 3,8%. Nel primo trimestre l’azienda biofarmaceutica ha deluso le attese sui ricavi. Il fatturato è rimasto stabile a 6,67 miliardi e si è rivelato più basso dei 6,81 miliardi previsti dal consenso. Gilead invece ha stupito sugli utili, 1,81 dollari per azione, più degli 1,79 dollari stimati dagli analisti: il dato si confronta con la perdita del primo trimestre 2024, dovuta a svalutazioni e agli oneri legati all’m&a. Anche la società potrebbe avere problemi con i dazi in futuro, che Trump vorrebbe estendere al settore farmaceutico. (riproduzione riservata)