La diretta da Wall Street | Le borse Usa chiudono contrastate: Dow Jones -0,62%, Nasdaq +0,23% e S&P 500 a -0,24%
La diretta da Wall Street | Le borse Usa chiudono contrastate: Dow Jones -0,62%, Nasdaq +0,23% e S&P 500 a -0,24%
Segnali di debolezza nel settore pubblico. L’occupazione federale è diminuita di 162 mila unità in ottobre, in seguito all’uscita dal libro paga dei dipendenti che avevano aderito ai programmi di dimissioni differite promossi dall’amministrazione Trump. A novembre si è registrato un calo di 6 mila posti. 

di Mario Olivari    16/12/2025 15:50

Ftse Mib
43.990,48 23.50.36

-0,29%

Dax 30
24.076,87 23.50.36

-0,63%

Dow Jones
48.114,26 23.50.36

-0,62%

Nasdaq
23.111,46 23.50.36

+0,23%

Euro/Dollaro
1,1749 23.44.36

-0,20%

Spread
65,86 17.29.56

-2,05

Wall Street chiude contrastata. Il Dow Jones termina in calo dello 0,62% a 48.114,26 punti, il Nasdaq cresce dello 0,23% a 23.111,46 punti mentre lo S&P 500 finisce in rosso dello 0,24% a 6.800,26 punti.

Alle 18 i principali indici Usa continuano in rosso

Alle 18 le borse Usa proseguono in rosso: l’S&P 500 e il Dow Jones cedono lo 0,5%, mentre il Nasdaq limita le perdite allo 0,3%. In scia ai numeri macro, il rendimento del Treasury decennale è sceso di 2,1 punti base al 4,16%, segnalando che il mercato obbligazionario scommette su ulteriori allentamenti della politica monetaria da parte della Federal Reserve. In aumento la volatilità, con il Vix in rialzo del 3,3% sopra quota 17 punti.

Sul fronte macroeconomico, il rapporto sull’occupazione di novembre ha mostrato un forte balzo di un indicatore chiave del sottoutilizzo del lavoro, segnale che un numero crescente di persone è costretto ad accettare impieghi part-time in mancanza di opportunità a tempo pieno. Il tasso U-6 - che include sia i lavoratori part-time involontari sia coloro che hanno smesso di cercare lavoro perché scoraggiati - è salito all’8,7% in novembre dall’8% di settembre. Si tratta del livello più alto dall’agosto 2021

Emergono inoltre segnali di debolezza anche nel settore pubblico. I dati mostrano che l’occupazione federale è diminuita di 162 mila unità in ottobre, in seguito all’uscita dal libro paga dei dipendenti che avevano aderito ai programmi di dimissioni differite promossi dall’amministrazione Trump. A novembre si è registrato un ulteriore calo di 6 mila posti. Complessivamente, dall’inizio dell’anno l’occupazione federale si è ridotta di 271 mila unità, portando la forza lavoro a 2,744 milioni di addetti, il livello più basso dalla fine del 2014.

Sul versante energetico, il rallentamento dell’economia e l’eccesso di offerta globale stanno spingendo i prezzi del petrolio ai minimi dal 2021. I future sul greggio statunitense di riferimento sono scesi fino a 55 dollari al barile. Oltre ai timori macroeconomici, secondo gli analisti a pesare sulle quotazioni sono anche i guadagni di efficienza dei produttori statunitensi, l’aumento della produzione dell’Opec e le speranze di un accordo di pace tra Russia e Ucraina.

Alle 15:30 i principali indici Usa aprono in rosso

A pesare sui listini gli aggiornamenti macro provenienti dal mercato del lavoro: S&P500 e Nasdaq cedono lo 0,2%, mentre il Dow Jones è piatto. La volatilità, seppur contenuta, è in rialzo: l’indice Vix segna +1,6% a 16,8 punti.

Alle 14:30 sono stati rilasciati i dati relativi all’occupazione per i mesi di ottobre e novembre. La pubblicazione di entrambi era stata rimandata a causa dello shutdown governativo più lungo della storia statunitense.

A novembre sono stati creati 64 mila nuovi posti di lavoro, sopra le attese, ferme a 45.000 unità, mentre il tasso di disoccupazione è  salito al 4,6%, sui massimi da oltre quattro anni

A ottobre, invece, gli Stati Uniti hanno perso 105 mila posti di lavoro, complice la riduzione di 162 mila unità nei ranghi della pubblica amministrazione federale.

I dati deboli sul fronte occupazione pesano sul corso del dollaro. Il Dollar Index, che aveva perso circa uno 0,7% dopo il taglio da 25punti base della Fed di mercoledì scorso, si deprezza dello 0,18% a 98,1 punti contro un paniere composto dalle principali valute dei Paesi sviluppati.

Sul mercato obbligazionario, il rendimento del decennale è sostanzialmente invariato al 4,19%.

Sul fronte materie prime, oro e argento presentano andamenti divergenti: il primo guadagna lo 0,3% a 4320 dollari l’oncia, mentre il secondo cede lo 0,8% a 63,6 dollari.

Il petrolio Wti sfonda il supporto dei 56 dollari al barile e cala del 2,3% a 55,4 dollari.

Ecco cinque titoli da monitorare nel corso della seduta.

1. Ford

Le azioni del gruppo automobilistico sono salite dell’1% in apertura di Wall Street, dopo che la società ha annunciato una svolta strategica a favore dei veicoli ibridi e un ridimensionamento degli investimenti sull’elettrico. La transizione avrà però un costo: Ford registrerà oneri una tantum per 19,5 miliardi di dollari, inclusi 8,5 miliardi di svalutazioni legate agli asset dei veicoli elettrici.

2. Tesla

Il titolo del gruppo guidato da Elon Musk ha ceduto lo 0,7% nei primi minuti di contrattazione. Alcuni investitori hanno scelto di prendere profitto dopo che ieri le azioni avevano chiuso la seduta sul massimo dell’anno, a 475,31 dollari. La marcia indietro di Ford sull’elettrico non dovrebbe preoccupare eccessivamente il mercato, che ha spostato l’attenzione sulla spinta di Tesla nel settore dei robotaxi. La chiusura di lunedì valorizza Tesla intorno a 1.500 miliardi di dollari, circa il doppio della capitalizzazione complessiva dei 12 maggiori produttori automobilistici mondiali. Gli analisti di Mizuho hanno nel frattempo alzato il target price su Tesla a 530 dollari da 475, confermando la raccomandazione buy.

3. Pfizer

Le azioni della società farmaceutica sono salite dello 0,1% dopo che il colosso ha indicato per il 2026 utili rettificati compresi tra 2,80 e 3 dollari per azione, al di sotto delle stime degli analisti. La società ha comunque confermato le previsioni per il 2025, con un utile adjusted atteso tra 3 e 3,15 dollari per azione.

4. Humana

Le azioni del gruppo della sanità gestita hanno perso l’1,7% in avvio di seduta dopo aver ribadito la guidance per l’esercizio 2025, prevedendo utili rettificati pari a 17 dollari per azione, leggermente inferiori al consenso di 17,05 dollari.

5. Roku

Roku ha messo a segno un rialzo del 2%, salendo a 111,35 dollari per azione, dopo che Morgan Stanley ha promosso il produttore di smart TV da underweight a overweight e ha migliorato le stime di crescita dei ricavi per il prossimo anno. La banca d’affari ha inoltre alzato il prezzo obiettivo a 135 dollari da 85, indicando un potenziale rialzo del 24% rispetto alla chiusura di lunedì a 109,03 dollari.(riproduzione riservata)