Wall Street chiude leggermente in rialzo nonostante il declassamento di Moody's sul debito degli Stati Uniti, comunicato venerdì 16. Il dollaro si è indebolito e i rendimenti dei titoli del Tesoro sono aumentati, con il trentennale che è salito al 5%. Nel dettaglio il Dow Jones segna +0,3%, lo S&P 500 +0,09% e il Nasdaq +0,02%.
Sul fronte politico, Trump dopo la lunga telefonata con Putin ha detto che «i negoziati Russia-Ucraina inizieranno immediatamente».
Il ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, ha definito il mercato troppo compiacente sulla questione dei dazi decisi dal presidente Usa. «La mia opinione è che le persone si sentono abbastanza bene perché non si sono ancora viste tariffe efficaci», ha detto l’ad nel corso dell’annuale investor day della banca a New York. Inoltre ha discusso, tra gli altri argomenti, del rischio di stagflazione e del deficit di bilancio degli Stati Uniti.
Alle 17.30 Wall Street prosegue in calo. Il Dow Jones perde lo 0,16%, il Nasdaq lo 0,43% e lo S&P 500 lo 0,3%.
Il cambio euro/dollaro cresce dello 0,8% mentre il rendimento del treasury decennale al 4,49%. In leggero aumento il petrolio con il Wti che segna +0,36% e il Brent +0,24%.
Alle 15.30 Wall Street apre in calo. Il Dow Jones perde lo 0,5%, il Nasdaq l’1,4% e lo S&P 500 l’1% dopo che Moody’s Ratings ha abbassato venerdì 16, a mercati chiusi, il rating del debito statunitense.
Sebbene il declassamento possa causare una certa volatilità sui mercati nel breve termine, l’impatto dovrebbe essere limitato, secondo l’analista Russel Matthews di Rbc BlueBay. «Il vero dramma è quello che sta accadendo con il bilancio. Ci troviamo in un momento critico con l’avanzamento del piano decennale per il bilancio degli Stati Uniti al Congresso. L’evoluzione della situazione nei prossimi due mesi sarà molto più cruciale per i mercati. Quello che osserviamo in questo momento è che i politici statunitensi hanno una volontà o una capacità limitata di presentare una tabella di marcia per una seria riduzione del deficit fiscale. Non vediamo alcuna contrazione del deficit nel prossimo futuro e il rischio è che aumenti dall’attuale livello di circa il 6,5% del Pil, spiega l’analista.
I prezzi dei titoli del Tesoro statunitensi sono nel frattempo in deciso calo, con il rendimento (che mi muove in maniera inversa rispetto al prezzo) del decennale che ha superato il 4,5% e il trentennale al 5,03%.
Questa settimana sono attesi i conti di Home Depot, Lowe’s, Target, Palo Alto Networks, Keysight Technologies, Viking Holdings, Toll Brothers, TJX Cos., Snowflake, Medtronic, Baidu, Zoom Communications, XPeng, VF Corp, Intuit, Analog Devices, Workday, Autodesk, Deckers Outdoor e Booz Allen Hamilton.
Ecco cinque titoli da monitorare lunedì 19 maggio.
Alle 15.30 il titolo perde il 2,8%. Il ceo Jensen Huang ha annunciato, durante la fiera Computex di Taiwan, che l’azienda aprirà la sua piattaforma server di intelligenza artificiale a produttori di chip rivali come Qualcomm e Marvell Technology. Nvidia ha anche affermato che collaborerà con il produttore di iPhone Foxconn per costruire un supercomputer per l’intelligenza artificiale a Taiwan.
Alle 15.30 le azioni scendono del 3,5%. Gli investitori monitoreranno un aggiornamento settimanale sulle vendite dalla Cina. I recenti dati di vendita del produttore di veicoli elettrici sono stati deludenti. Le vendite negli Stati Uniti ad aprile sono diminuite di circa il 13%, dopo un calo del 9% nel primo trimestre. Il mese scorso i ricavi nei principali mercati europei, tra cui Francia, Germania e Regno Unito, sono crollati di circa il 49% rispetto all’anno precedente, dopo un tonfo del 45% nel primo trimestre.
Alle 15.30 il titolo perde l’1,9%. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato sabato il più grande rivenditore al mondo, affermando che l’azienda dovrebbe «SMETTERE di cercare di incolpare i dazi come ragione per l’aumento dei prezzi in tutta la catena». La scorsa settimana Walmart ha affermato che i dazi dell’amministrazione Trump avrebbero portato ad aumenti di prezzo.
Alle 15.30 le azioni calano dell’1,4%. La società che possiede marchi come il whisky Johnnie Walker, la birra Guinness e la vodka Smirnoff, ha dichiarato di aspettarsi che i dazi statunitensi incidano per 150 milioni di dollari sui suoi profitti annuali, ma ha mantenuto le previsioni per gli anni fiscali 2025 e 2026, perché gli sforzi di mitigazione compenseranno circa la metà dell'impatto.
Alle 15.30 il titolo perde il 4%. Le azioni sono aumentate del 71% quest’anno e del 499% negli ultimi 12 mesi. Adesso prevalgono le prese di beneficio. (riproduzione riservata)