La Commissione Ue avvia un’indagine su Google: Bruxelles sospetta possibili discriminazioni nell’accesso ai siti web degli editori
La Commissione Ue avvia un’indagine su Google: Bruxelles sospetta possibili discriminazioni nell’accesso ai siti web degli editori
La Commissione Europea procede per possibile violazione del regolamento sui mercati digitali (Dma). Google starebbe penalizzando i contenuti degli editori quando includono annunci di partner commerciali. La big tech rischia una multa fino al 10% del fatturato globale

di Luca Carrello  13/11/2025 12:59

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La Commissione Europea avvia un’indagine su Google per stabilire se discrimina gli editori sul suo motore di ricerca. Secondo Bruxelles la big tech americana, «sulla base della sua politica di abuso della reputazione del sito, sta degradando i media, i siti web e i contenuti nei risultati di ricerca di Google Search quando includono contenuti di partner commerciali».

Per questo motivo l’Antitrust Ue, guidato dalla vicepresidente esecutiva Teresa Ribera, ha aperto un procedimento per possibile violazione del regolamento sui mercati digitali (Dma). «Stiamo adottando misure per garantire che i gatekeeper digitali non limitino ingiustamente le imprese che affidano a loro la promozione dei propri prodotti e servizi», spiega la commissaria spagnola. «Siamo preoccupati che le politiche di Google non consentano agli editori di essere trattati in modo equo, ragionevole e non discriminatorio nei risultati di ricerca».

La tesi di Bruxelles 

L'indagine dell’Ue, insomma, si concentra sulla «politica di abuso della reputazione del sito» di Alphabet (la holding di Google) e sul modo in cui viene applicata agli editori. In pratica il gigante americano starebbe penalizzando i loro contenuti quando includono annunci di partner commerciali. Questa condotta potrebbe avere «un impatto diretto su un modo comune e legittimo per gli editori di monetizzare i loro siti web e contenuti».

Per questo motivo la Commissione esaminerà «se le retrocessioni da parte di Alphabet dei siti web e dei contenuti degli editori in Google Search possano incidere sulla loro libertà di condurre affari legittimi, innovare e cooperare con fornitori di contenuti di terze parti». Tesi che la big tech respinge perché sostiene che la sua politica serva solo ad affrontare pratiche che hanno lo scopo di «manipolare il posizionamento» nei risultati di ricerca.

«Alphabet deve rispettare gli obblighi di fornire agli editori condizioni generali di accesso a Google Search eque, ragionevoli e non discriminatorie», replica invece Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la Sovranità Tecnologica. «La nostra indagine mira a proteggere i finanziamenti degli editori, la loro libertà d'impresa e, in ultima analisi, il pluralismo dei media e la nostra democrazia».

Sanzioni fino al 10% del fatturato

La Commissione prenderà una decisione definitiva entro dodici mesi. Google rischia una multa fino al 10% del fatturato globale, che può salire fino al 20% in caso di recidiva. In presenza di violazioni sistematiche l’Antitrust Ue può anche imporre misure ulteriori, come l’obbligo di vendere un’attività o una parte di essa.

Si tratta di una sanzione che Google rischia già in un procedimento diverso. «È molto probabile che serva uno spezzatino per eliminare il monopolio della big tech nella pubblicità online», aveva dichiarato Ribera a Milano Finanza. Quello sulle limitazioni agli editori, insomma, è solo uno dei tanti dossier aperti dalla Commissione contro il gigante di Wall Street, che ha già ricevuto multe miliardarie dall’Ue.

La nuova indagine, quindi, farà arrabbiare ancora Donald Trump, che ha più volte accusato Bruxelles di discriminare le big tech statunitensi con regole e sanzioni eccessive, minacciando - in assenza di un cambio di rotta - pesanti dazi contro l’Europa. (riproduzione riservata)