L’Italia continuerà a sostenere gli aiuti militari all’Ucraina e voterà a favore di nuove sanzioni nei confronti della Russia. Dovrebbe essere questo il succo delle comunicazioni che mercoledì 22 ottobre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, farà alla Camera e al Senato in vista del Consiglio europeo di giovedì 23.
Un appuntamento, quello di Bruxelles, che avrà al centro del dibattito proprio la situazione attuale (e futura) di Kiev, oltre che la difesa e la competitività dell’Unione europea. E nell’attesa che i leader si riuniscano, l’Italia si prepara ad aderire a un programma speciale di procurement per finanziare l’acquisto di armi statunitensi da destinare all’Ucraina, considerato essenziale per respingere l’invasione russa su larga scala.
La proposta, riportata da Bloomberg, sarebbe stata avanzata proprio dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante l’ultima riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza. In quell’occasione, il segretario generale Mark Rutte ha dichiarato che metà dei 32 Paesi membri è pronta a impegnarsi a fornire fondi per aiutare l’Ucraina a comprare armamenti americani.
Ma all’appello, in un primo momento, mancava Roma che preferiva puntare su «altre modalità» per consentire all’Ucraina di rafforzare l’arsenale. Secondo l’agenzia, la mossa di Palazzo Baracchini sarebbe dunque legata al timore del governo Meloni di essere escluso dall’iniziativa.
Il programma, noto come Purl (Priority Ukraine Response and Logistics, ndr), consente a Kiev di acquistare armi grazie a fondi messi a disposizione soprattutto da partner europei. Da quando gli Usa hanno sospeso le forniture di alcune armi a Kiev, il tema degli armamenti è diventato cruciale per Kiev.
Finora l’Ucraina ha ottenuto circa 2 miliardi di dollari dall’Alleanza ma non è sufficiente in un momento in cui la Russia sta intensificando la sua offensiva militare. L’Italia non ha mai messo in discussione il sostegno all’Ucraina. Ma, sul piano politico e diplomatico, il contesto internazionale è in rapido mutamento.
La prospettiva di un nuovo equilibrio tra Washington e Mosca stanno spingendo alcuni alleati europei a calibrare con maggiore prudenza le proprie posizioni. Meloni, proprio come già accaduto con Gaza, non intende discostarsi dall’iniziativa diplomatica americana.
In attesa del vertice tra Trump e Putin a Budapest, il gruppo dei «volenterosi» ha diffuso una nota in cui sostiene «fermamente la posizione del presidente Trump secondo cui l’attuale linea di contatto dovrebbe essere il punto di partenza dei negoziati». (riproduzione riservata)