L’energia in casa sarà importante come l’atomica. Ecco perché
L’energia in casa sarà importante come l’atomica. Ecco perché
L’Italia deve affrontare la sua dipendenza energetica con un piano nazionale. L’obiettivo è ridurre i costi e aumentare la competitività puntando su rinnovabili e nucleare per un futuro più sostenibile

di di Roberto Sommella  19/12/2025 19:59

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L’indipendenza energetica di un Paese oggi è diventata essenziale come avere un esercito e un sistema monetario efficiente. L’energia e le sue reti sono strumento di approvvigionamento essenziale ma anche obiettivi strategici da difendere in caso di guerra e lo diverranno ancora di più con l’aumento della richiesta energetica dovuta a data center, AI e digitalizzazione massiva.

E sono in molti, per ora sottovoce, a dire che appena un Paese, la Germania, ricomincerà a comprare gas da Mosca verrà seguito da altri perché è quello meno caro.

Serve un piano nazionale sull’energia

È da tempo arrivato il momento di un grande piano nazionale che imponga all’Europa di rivedere l’assurda tassazione delle emissioni inquinanti (Ets), così come occorre cancellare il bando per i motori termici e costruire in Italia centrali nucleari pulite e sicure.

Altrimenti saremo sempre indietro rispetto a Francia, Spagna e Germania (che torna al gas, magari russo in futuro) come competitività del nostro sistema industriale e non basterà l’ennesimo decreto salva-bollette del governo Meloni ad abbassare il carovita a famiglie e imprese.

Servono flessibilità di pensiero e neutralità tecnologica, come hanno avuto modo di ricordare ad Atreju Flavio Cattaneo, amministratore delegato dell’Enel, e Emanuele Orsini, presidente di Confindustria.

Ma i buoni propositi e le dichiarazioni di principio non bastano evidentemente, devono sollecitare una profonda riflessione della politica sulla nostra arretratezza energetica.

Quali fattori renderanno l’elettricità un asset strategico

La domanda mondiale di elettricità crescerà del 40% in dieci anni arrivando a 38.000 TWh. Anche in Italia l’aumento sarà considerevole: +20%.

Che cosa spinge la crescita della domanda? Il settore residenziale, che peserà per circa il 40% (pompe di calore, elettrodomestici); l’industria, che contribuirà per circa il 30%, soprattutto nei Paesi emergenti; il trasporto elettrico, che sarà il principale motore nei Paesi avanzati e in Italia genererà fino al 40% della crescita nazionale; i data center, i quali, trainati dall’AI, avranno un ruolo sempre più rilevante: oggi consumano 415 TWh e saliranno a 945 TWh in cinque anni. In Italia la capacità crescerà quasi di sette volte entro il 2031.

L’AI diventerà pervasiva in dispositivi, robot e automazione, aumentando il fabbisogno elettrico. Una rivoluzione industriale esponenziale, perché oltre a cambiare modo di vivere e di fare impresa, implementerà l’impatto dell’innovazione sulla generazione di nuovo capitale (l’intelligenza artificiale in dieci anni ha impattato sul capitale quanto l’avvento del vapore in cento) e costringerà gli Stati a dotarsi di energia come d’aria, la bomba atomica che tutti volevano durante la Guerra Fredda.

Cosa può e deve fare l’Italia sull’energia elettrica

E se si guarda alla situazione dell’Italia si può capire quanto siamo indietro. L’indipendenza e la sicurezza energetica sono punti cruciali per il nostro Paese. L’Italia importa circa il 20% dell’energia elettrica perché produce meno di quanto consuma e a costi più alti, soprattutto per la forte dipendenza dal gas importato (95%).

Le quattro mosse strategiche per la sicurezza energetica

Che cosa serve per la sicurezza energetica? Secondo gli osservatori occorrono quattro mosse strategiche. Prima: accelerare lo sviluppo delle rinnovabili sbloccando i 150 GW di progetti fermi per burocrazia.

Seconda: affiancare alle rinnovabili una produzione programmabile (oggi gas, in futuro forse nucleare) per garantire stabilità ma anche la succitata flessibilità.

Terza: rilanciare l’idroelettrico tramite repowering, risolvendo il blocco delle concessioni (potenziale fino a 16 miliardi di investimenti).

Quarta: potenziare le reti elettriche per gestire più rinnovabili e la domanda crescente, con un quadro regolatorio favorevole.

Questo mix energetico più equilibrato riduce la dipendenza dall’estero, abbassa i costi e rende più competitive le imprese. L’energia elettrica diventerà così in Italia un elemento strategico anche dal punto di vista geopolitico. Negli Stati Uniti, come in Russia, Francia, Germania e Spagna lo è già da tempo.

Senza questa indipendenza non riusciremo a mantenere i livelli di leadership economica come quelli raggiunti con lo sforzo di migliaia di imprenditori e milioni di lavoratori. Sarà come operare al buio. (riproduzione riservata)