A due anni dalla firma del protocollo che ha dato vita ai Cpr italiani in Albania, Giorgia Meloni ed Edi Rama rilanciano l’asse tra Roma e Tirana. Questa volta, però, la cooperazione andrà ben oltre la gestione dei flussi migratori: grazie i nuovi accordi siglati che coprono infrastrutture, difesa, sicurezza, immigrazione, energia, ambiente salute, innovazione e formazione.
La cornice è il primo vertice intergovernativo Italia-Albania, nella mattinata di giovedì 13 novembre a Villa Doria Pamphilj, a Roma. Un incontro che segna un passo avanti nella collaborazione bilaterale, con la firma di un accordo intergovernativo e lo scambio di altri quindici protocolli e intese tecniche.
D’altronde l’Italia si conferma il principale partner economico-commerciale dell’Albania, con un interscambio di oltre 3 miliardi di euro e una quota di mercato del 20%.
Il vertice si è aperto con un bilaterale fra la premier Giorgia Meloni e il primo ministro Edi Rama, seguito da una sessione plenaria con le rispettive delegazioni. Per l’Italia presenti i ministri Antonio Tajani, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio, Guido Crosetto, Gilberto Pichetto Fratin, Alessandro Giuli, Orazio Schillaci, Nello Musumeci e i sottosegretari Federico Freni e Tullio Ferrante.
ul tavolo anche i principali dossier europei e internazionali: dalla guerra in Ucraina al sostegno italiano all’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea.
Obiettivo del vertice, spiega Palazzo Chigi in una nota, è far compiere un «salto di qualità» alla collaborazione bilaterale, con una pianificazione «più ampia, strutturata e strategica» delle relazioni tra i due Paesi.
Il nuovo accordo quadro serve infatti a stabilire una base normativa stabile per sviluppare sinergie in diversi campi: economia e infrastrutture, difesa e sicurezza, migrazione, energia e ambiente, salute, innovazione e formazione.
Particolare attenzione sarà dedicata al ruolo di Italia e Albania come snodo energetico e infrastrutturale dell’Europa sud-orientale, anche attraverso il Corridoio europeo VIII, che collegherà il Mar Adriatico al Mar Nero. Intanto sul piano della difesa, come riporta l’agenzia di stampa albanese Ata, Tirana sta potenziando le proprie capacità militari.
A Bize-Pajeti, nella zona di addestramento militare del distretto di Elbasan, è in costruzione un nuovo complesso di addestramento in grado di ospitare fino a 1.200 soldati, con strutture moderne per l’addestramento del personale. Per l’Albania si tratta del più grande investimento mai realizzato, che recepisce gli standard Nato, nelle forze armate albanesi concepito per garantire la piena partecipazione e la sistemazione delle truppe. (riproduzione riservata)